Capitale:
Dodoma
Moneta:
Scellino Tanzaniano
Periodo migliore:
Un viaggio in Tanzania va organizzato tra luglio e marzo. Nei parchi del nord in luglio può fare fresco e gli acquazzoni di novembre di solito non sono un problema. Durante la stagione delle piogge (da aprile a giugno), quasi tutte le strade dei parchi non sono transitabili e molti alberghi della costa chiudono.
In una parola:
Hakuna matata (nessun problema)
Vaccini:
La malaria è diffusa in tutta la Tanzania: è necessaria la profilassi antimalarica. A Zanzibar il rischio è di molto inferiore.
Avvertenze:
– Per il Tarangire e gli altri parchi della regione centrale, portate abiti di tessuto spesso, di colori chiari, per proteggervi dalle punture della mosca tse-tse.
– Per chi viaggia con i bambini: in tutti i parchi nono sono ammessi bambini di età inferiore a 7 anni e, comunque, nei campi tendati non perdete mai di vista i vostri figli.
A tavola:
Il menu prevede spesso dell’ottimo manzo o pollo (attenzione alle spezie), servito con riso o patate fritte. In molti posti si trova anche nyama choma (carne arrosto). Pesce e frutti di mare sono squisiti sulla costa e sulle isole di Zanzibar e Pomba. Vicino ai laghi assaggiare la tilapia, pesce d’acqua dolce dalle carni tenere.
Esperienze da vivere:
Incontro con le magnifiche tribù dei Masai ed restare incantati dai loro riti ancestrali; Safari in alcuni dei più bei parchi nazionali africani: Serengeti e Ngorongoro; Rilassarsi nei paradisi tropicali offerti da Zanzibar
In questa grande avventura abbiamo noleggiato un vecchio truck 4×4 militare, modificato per il trasporto, spartano, di avventurieri a Nairobi, Kenya e quasi un mese dopo, l’abbiamo riconsegnato nella stessa città dopo aver percorso più di 4000 km attorno al Lago Vittoria.
Dormiremo quasi tutte le notti in tenda nei più leggendari parchi nazionali dell’Africa Orientale, cucineremo utilizzando la nostra cucina da campeggio. Entreremo a contatto con la cultura Masai del Kenya e Tanzania; ci inoltreremo nella foresta detta “impenetrabile” del Bwindi National Park, Uganda, alla scoperta degli ultimi gorilla silverback; ci commuoveremo nel Museo del Genocidio di Kigali, Rwanda fino a rituffarci nuovamente nella vita della savana africana con il nostro goffo camion verso parchi quali Serengeti o Ngorongoro, Tanzania…
Naturalmente questa non pretende di essere una guida di viaggio ma semplicemente il racconto di una grande avventura in Africa!
Ecco la parte dedicata alla meravigliosa Tanzania che non è solo safari e Masai ma anche paradisi tropicali da cartolina: Zanzibar!
Il nostro itinerario suggerito (12 giorni) | |
due giorni: | Mwanza |
tre giorni: | Serengeti NP |
tre giorni: | Ngorongoro NP |
due giorni: | Mto Wa Mbu, Lake Manyara |
due giorni: | transfer per Arusha o Dar Es Salam e volo verso le maggiori città africane, Zanzibar e oltre |
Siamo in Tanzania e il paesaggio cambia completamente di nuovo… solo capanne misere sparute, bambini scalzi su strade disastrate…
Lunga giornata di trasferimento fino a Mwanza, sulle sponde del lago Vittoria…
Montiamo le tende al chiarore delle nostre torce frontali ascoltando i versi di un gruppo di ippopotami non lontano…
Mi trovo a macinare km e km sul nostro truck e sogno ad occhi aperti.
Momenti fatti di sguardi veloci ma intensi, sorrisi che ti arrivano dentro, dritti alla pancia. Poi apro gli occhi e mi immergo nelle nuvole, grandi nuvole di panna montata, terra rossa sotto di me. Il verde va fino a dove lo sguardo riesce ad arrivare, fino all’orizzonte più lontano.
Una sosta in un villaggio, scendo dal camion, respiro a pieni polmoni e sento che questa è l’aria giusta per me, sento che non c’è altro posto in cui vorrei essere. Questa terra mi appartiene, o meglio, io appartengo ad essa.
Ed ecco che d’improvviso una bimba alza la mano, io la mia; in un sorriso c’è così tanto amore che è impossibile da contenere, mi sento bene dentro, mi sento bene nel cuore.
Lo sguardo ritorna alla strada, tre piccoli ragazzini camminano ai bordi con delle accette sulle spalle; bici stracariche di banane vengono spinte da uomini con giacche troppo grosse e scarpe di qualche numero in più; nei loro occhi si potrebbe leggere rassegnazione ma è un errore, sono solo occhi stanchi ma pieni di dignità.
Dall’altro lato della strada orde di bimbi saltano, salutano, urlano: “musungu” con allegria infinita, ignari di ciò che non hanno perché mai avuto ma così entusiasti di quel poco che possiedono che ti fanno rendere conto di quanto siamo fortunati nella vita di tutti i giorni anche se ormai manco ce ne rendiamo più conto e la prendiamo come una routine dovuta.
Nel parco del Serengeti piove a dirotto, approfittiamo di qualche minuto di tregua per montare le nostre tende…
E’ l’alba nel Serengeti. Tre iene camminano con passo lento, zebre, gnu, impala corrono impaurite per scappare da chissà quale predatore nascosto…
Improvvisamente due splendidi ghepardi, dal portamento regale e raffinato, ci vengono incontro, ci fissano e poi attraversano lo sterrato e continuano la loro ricerca verso l’orizzonte.
Poco più in là un’altra iena si riposa in uno stagno d’acqua sporca e fangosa.
Due leonesse e poco oltre una carcassa di bufalo… Hanno appena cacciato questo grande animale ed ora vigilano affinché nessun altro predatore si avvicini, attendono l’arrivo del re della foresta… loro mangeranno i resti. Regole della savana.
Varchiamo il gate del parco nazionale del Ngorongoro e veniamo proiettati in un altro mondo. Una pianura infinita che si estende a perdita d’occhio dove pascola indisturbato ogni tipo di animale.
Zebre, gazzelle di Thomson, alcune giraffe ci guardano annoiate… questo è il luogo perfetto di caccia del leopardo, qui i poveri erbivori possono contare solo sulle proprie abilità fisiche visto che non esistono ripari naturali, cespugli o alberi..
Ci fermiamo a visitare un villaggio Masai e dopo un’offerta al capo villaggio abbiamo la possibilità di immergerci nuovamente in un’altra dimensione.
Ci salutano con una danza di benvenuto molto caratteristica e coinvolgente… gli uomini, snelli ed alti, avvolti in vesti rosse intonano un’armonia antica mentre saltano a gambe unite; le donne accompagnano la litania con le loro dolci voci.
Le vesti, le decorazioni sono molto pittoresche e colorate così come i bracciali e le cavigliere…
Poco dopo ci ritroviamo all’interno di una delle tante piccole capanne ad ascoltare le storie di questo antico e fiero popolo nomade, siamo molto incuriositi da questa cultura, dalla loro vita di tutti i giorni e dalle loro tradizioni.
Saliamo a fatica sempre più in alto, raggiungiamo il Simba Camp dove montiamo le nostre tende sotto una grande acacia e godendo di una delle più suggestive vedute dell’intero viaggio; a 2450 metri circa dominiamo il cratere del Ngorongoro.
La notte in tenda è dura, il freddo ci mette a dura prova però un meraviglioso cielo stellato, che sembra caderti addosso, rende tutto più dolce!
Alle 05.00 ci immergiamo completamente nell’antico cratere.
Ngorongoro. Questo termine che suona così buffo, in swahili significa: “buco”. Ed in effetti è un vero foro vulcanico del diametro di 19 km e recinto naturale per centinaia di specie di animali.
Sono circa le sei… un enorme palla arancione timidamente comincia ad apparire all’orizzonte.
Un’esplosione incredibile di fauna dinanzi ai nostri occhi incantati: giraffe, gnu, gazzelle, impala, struzzi, sciacalli, avvoltoi, persino un rinoceronte…
Un branco di zebre si ferma all’improvviso e con estrema attenzione comincia a fissare un punto…seguiamo il loro sguardo impaurito e scorgiamo due giovani leonesse che passeggiano sinuose ed indifferenti, avranno già banchettato…
Tre sciacalli dalle grandi orecchie rincorrono un altro che è entrato nel loro territorio… ancora una volta la savana ci ricorda che ci sono delle regole ben precise da rispettare.
Il freddo ci mette a dura prova però un meraviglioso cielo stellato, che sembra caderti addosso, rende tutto più dolce!
Più avanti. Due figure maestose sfilano con grande eleganza. Una leonessa… ed eccolo finalmente: il re della foresta in tutto il suo splendore.
Marca il territorio… si distende vicino ad un cespuglio mentre la leonessa gli si avvicina complice… gli gironzola attorno varie volte finchè lui, con un balzo “felino”, gli salta alle spalle… il tutto dura poco ma noi siamo increduli, sembra di guardare, in prima fila, un meraviglioso documentario della National Geographic…
Fuori è buio pesto.
Con queste immagini ben impresse nei nostri occhi e nei nostri cuori lasciamo il cratere e la natura verso la cittadina sonnacchiosa di Mto Wa Mbu.
Veloce doccia e usciamo subito a fare una passeggiata in giro.
Due assi di legno, al centro una scacchiera e attorno tanti uomini che discutono di ogni singola mossa. Invitano Mark a fare una partita e sfidare il loro asso, un vecchio Masai grassoccio e dal viso buono. Tutti ad analizzare il duello di pedine ma le regole son diverse dalle nostre e abbiamo dovuto accettare la sconfitta con una stretta di mano.
Le ore del viaggiatore, come le chiamo io, valgono sette volte di più di quelle normali, come per i cani. Qualcuno, forse, l’aveva detto che viaggiare allunga la vita.
Paolo Brovelli
Il nostro truck ci lascia sulle sponde del lago Manyara. Le mosche non ci danno tregua, te le ritrovi ovunque, è uno stress continuo!
Con la nostra guida cerchiamo di goderci questo “game drive a piedi”, prima ci avviciniamo ad un canale dove si sentono degli ippopotami, poi ci incamminiamo verso un villaggio lungo una strada rossa sormontata da infiniti banani.
I bambini sono un continuo sbracciarsi per ricevere un nostro saluto: i musungu. Molte donne, diffidenti, si aprono in un meraviglioso sorriso una volta salutate in swahili.
Ci fermiamo a vedere come producono la birra o il vino con le banane. Eccentrico e non molto gustoso! La guida ci porge un contenitore con del liquido e dopo aver tolto la schiuma superiore ci propone di berlo tutti dallo stesso barattolo… in fondo è la birra dell’amicizia
Seduti nello Scorpion Pub di Mto Wa Mbu, mangiamo un piatto di patatine fritte e pezzi di carne comprati da un baracchino qui fuori e siamo felici della nostra semplicità!
Alle 17.00 mezza città si raduna all’interno del cortile del pub. Proiettano la partita Manchester City – Arsenal. E’ incredibile: circa 150 teste nere, tifosi sfegatati, son lì a supportare la propria squadra del cuore.
Bisogna persino pagare il biglietto (500 scellini, circa 30 cent di dollaro). Pensavo tra me: sarebbe bello se uno di quei calciatori sapesse che in un villaggio sperduto della Tanzania c’erano supporters così fedeli.
Partiamo, per la prima volta, alle 7.30. Non siamo abituati a dormire fino a quell’ora…
In due ore raggiungiamo Arusha, un’altra grande città della Tanzania. Incontriamo parecchi Masai lungo il cammino e rimango sempre più incantato della diversità del mondo!
Da lì la frontiera con il Kenya è vicina…
Solite pratiche burocratiche ma ormai siamo abituati…
Dopo questa grande avventura nella savana credo che un salto in un paradiso tropicale sia quasi d’obbligo! Via a Zanzibar allora! Non perdete quest’occasione!
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)
2 Responses
Amazing Keep it up. when you visit Tanzania again please I will love to meet with you. I want to learn from you.
Of course, with great pleasure, we have been twice to Tanzania and we cant wait to come back and explore it more and more. Thanks