Zanzibar

Capitale:
Stone Town

Moneta:
Scellino Tanzaniano

Periodo migliore:
Un viaggio in Tanzania va organizzato tra luglio e marzo.  Durante la stagione delle piogge (da aprile a giugno), quasi tutte le strade non sono transitabili e molti alberghi chiudono.

In una parola:
Hakuna matata (nessun problema)

Vaccini:
La malaria è diffusa in tutta la Tanzania: è necessaria la profilassi antimalarica. A Zanzibar il rischio è di molto inferiore.

Avvertenze:
– Attenzione al fenomeno delle maree perchè da un momento all’altro il mare può ingrossarsi facendovi trovare al largo senza nemmeno accorgervene.
– Per chi viaggia con i bambini: in tutti i parchi nono sono ammessi bambini di età inferiore a 7 anni e, comunque, nei campi tendati non perdete mai di vista i vostri figli.

A tavola:
Il menu prevede spesso dell’ottimo manzo o pollo (attenzione alle spezie), servito con riso o patate fritte. In molti posti si trova anche nyama choma (carne arrosto). Pesce e frutti di mare sono squisiti sulla costa e sulle isole di Zanzibar e Pomba. Vicino ai laghi assaggiare la tilapia, pesce d’acqua dolce dalle carni tenere.

Esperienze da vivere:
Perdersi nei vicoli di Stone Town; Ammirare le maree a Nungwi; Nuotare con le tartarughe

 

La perla dell'oceano indiano​

Mare cristallino, maree che modificano ogni volta il background, spiagge infinite, gente sorridente e vera, villaggi ancora autentici, sole, relax e vita!

Zanzibar è ancora uno splendido paradiso per i viaggiatori, lo consiglieremmo a tutti, dalle coppie per una fuga romantica, alle famiglie con figli grandi per le attività che si possono vivere sulla spiaggia, per quelle con bambini per le maree che trasformano la battigia in una piccola piscina (in particolari fasce orarie del giorno), a chi ama il turismo lussuoso grazie ai meravigliosi resorts, a chi cerca un’esperienza di volontariato con i meno fortunati dei villaggi locali o con la fauna (tartarughe in primis) fino a chi ama l’avventura grazie alle escursioni che si possono vivere nell’entroterra o in barca o facendo snorkelling e scuba diving.

Noi abbiamo deciso di vivere la prima parte di questa avventura soggiornando in un piccolo alberghetto (3 stanze sulla spiaggia) gestito da un locale e la seconda parte in un magnifico resort sull’Oceano, proprio per godere al 100% di tutto ciò che questa splendida isola ha da offrire.

Ecco il nostro racconto!

02 Febbraio Nungwi (Zanzibar)

Atterriamo nella capitale Stone Town… ci sono 35°… fa un caldo afoso…

Il nostro è l’unico volo e, agli arrivi, dire che è un caos non rende l’idea… mi son quasi meravigliato quando ho visto sbucare i nostri due zaini!

Il trasferimento dal piccolo aeroporto al nostro alberghetto dura circa un’oretta e mezzo e quello che vediamo dai finestrini ci sorprende… baracche dai tetti in lamiera, chioschetti che vendono di tutto un po’, ogni tanto una moschea, bambini scalzi e mezzi nudi che giocano a palla in uno spiazzo polveroso, file indiane di persone lungo gli argini dell’unica strada mezzo asfaltata…

Finalmente raggiungiamo Nungwi, la parte più settentrionale dell’isola e l’accogliente Dodoki Beach! Aperto da solo un anno ma molto ben organizzata grazie alla passione di Makame e del suo grande staff!

Siamo stanchi morti e ceniamo direttamente nel ristorante della piccola guest house con un ottimo dorado appena pescato, scalzi, mentre Nora costruisce i primi castelli di sabbia… non vedeva l’ora!

03 Febbraio Nungwi (Zanzibar)

Silenzio rotto solo dal rumore delle onde che si infrangono sulla battigia prima di ritirarsi per la bassa marea…

Con la scusa di comprare un po’ d’acqua e snack, ci avventuriamo nella pittoresca Nungwi con il nostro amico Muba.

Sembra di essere subito catapultati in un altro mondo: le donne vestite con colorati bui-bui (che le ricoprono dalla testa ai piedi) chiacchierano tra loro sedute a terra mentre puliscono dei fagioli o i pesci pescati dagli uomini; gli anziani giocano a bao (un gioco con scacchiera), i bambini scalzi giocano con una ruota di bici rincorrendosi…

04 Febbraio Nungwi (Zanzibar)

L’effetto delle maree è davvero incredibile.

Vedere tutte quelle donne raccogliere le alghe, i molluschi, osservare i pescatori soddisfatti uscire dall’acqua con enormi polipi, i bimbi pulire gli attrezzi della pesca e giocare tra gli schizzi… tutto ciò con uno sfondo mozzafiato… 

L’oceano ha dei colori irriproducibili, delle sfumature magiche… ed è al pari stupendo vedere Nora meravigliarsi dei caschi di banane, dei pesci appena pescati appesi fuori la nostra stanza… per me, questo, è come realizzare un sogno, portare la mia bimba in Africa, nella terra che amo alla follia.

Vederla giocare insieme agli altri bimbi, cercarsi, correre, ridere, parlando solo la lingua dei sorrisi e delle carezze… se solo potessimo portarcela nel mondo dei grandi questa fiducia e allegria nell’incontrare il prossimo…

05 Febbraio Nungwi (Zanzibar)

Mnarani Aquarium. Qui tanti volontari si danno da fare per salvaguardare la vita delle tartarughe marine ferite che, altrimenti, morirebbero.

Ancora oggi, molti abitanti dell’isola mangiano carne di tartaruga ma, la maggior parte dei pescatori, quando ne trova qualcuna ferita sulla battigia o ne pesca qualcuna con le reti, la porta qui! 
Non gli vengono dati soldi in cambio ma, con una parte delle offerte dei visitatori, vengono comprate cose utili al villaggio!

Il centro è aperto da 23 anni e, ogni anno, vengono liberate nell’oceano le tartarughe pronte a nuova vita!
Abbiamo dato da mangiare a quelle più grandi, coi piedi immersi dentro al laghetto mentre queste meravigliose creature venivano e ti mordicchiavano teneramente…”

06 Febbraio Nungwi (Zanzibar)

Il mercato del pesce.
Un gruppo di caprette all’ombra di un grande albero riposa placidamente, tante donne sedute a terra riempiono grosse taniche gialle d’acqua, un vecchio con il volto scavato dal tempo ed il cappello musulmano in testa vende t-shirts usate tutte ammassate a terra, dei bimbi fanno capolinea di fronte all’uscio di una casetta quando passa questa bambina bianca che saluta tutti… pochi secondi dopo, sono tutti insieme a giocare e rincorrersi senza barriere…

07 Febbraio Nungwi (Zanzibar)

In questo grande villaggio annidato tra boschetti di palme all’estremità settentrionale di Zanzibar, viene costruita la maggior parte dei dhow (antica imbarcazione araba a vela) dell’isola!
Nungwi è una delle principali destinazioni turistiche, nonostante la scomparsa quasi totale della spiaggia a causa delle forti maree.
È anche il luogo dove tradizione e modernità si scontrano con maggior evidenza.

Seduti all’ombra di fronte al mare, i pescatori riparano le reti mentre il pescato del mattino è messo a seccare su rastrelliere di legno e, sotto gli abili colpi d’ascia dei carpentieri che costruiscono i dhow con un mestiere vecchio di secoli, le assi, rozzamente tagliate, tornano lentamente a nuova vita.

08 Febbraio Nungwi (Zanzibar)

Cambiamo un po’ area, ma non troppo.
Il paradiso!
Nungwi Dreams è una perla, un diamante incastonato nella corona di Nungwi già ricca naturalmente!

Una stanza super confortevole con tanti petali multicolori sul letto ci dà il benveduto mentre sorseggiamo il cocktail di frutta tropicale appena preparato!
C’è una piscina a ridosso dell’oceano che sembra un piccolo specchio dinanzi un quadro meraviglioso!

È stupendo stare a mollo nell’acqua affacciati in silenzio ad ammirare l’Oceano Indiano!

09 Febbraio Stone Town (Zanzibar)

Dopo una breve visita al Centro di recupero di animali “Kilosa’s Conservation“, dove abbiamo giocato con scimmiette, tartarughe, camaleonti e visto coccodrilli, pitoni, lemuri, tutti salvati in diverse occasioni… con Muba, a bordo di un vecchio fuoristrada, raggiungiamo il capoluogo dell’isola!

Stone Town è percorsa da un magico intrico di vicoli acciottolati dove molto facilmente ci si perde… molto facilmente, fidatevi… avremo chiesto a 50 persone prima di trovare la strada giusta per il nostro alberghetto!

In questo fantastico labirinto di viuzze, patrimonio mondiale dell’UNESCO, si incontra, ad ogni svolta, qualcosa di suggestivo… una scuola affollata di bambini che recitano versetti del corano, un asilo cattolico con un solo studentello, un bel palazzo antico in stile coloniale con eleganti verande sporgenti, un venditore di caffè con le sue brocche dal beccuccio lungo sistemate sulla carbonella che attira la gente facendo tintinnare qualche spicciolo…

Stone Town è un crogiolo culturale, una macedonia di influenze antiche e diverse: le case in stile arabo con i loro cortili nascosti posti accanto ad edifici in stile indiano dai balconi finemente decorati…
Eleganti porte di ingresso sapientemente intagliate con una maestria vecchia di secoli.

Stone Town ha un sapore antico, il sapore di tanti popoli che si sono avvicendati nel corso dei tempi, delle tante dominazioni, ciascuna delle quali ha lasciato il suo segno indelebile, l’odore delle spezie e del pesce, il sapore del mare, dei mercanti, dei pirati, degli artisti che colorano i suoi vicoli, dei tanti nuovi visitatori che si perdono ben volentieri nei suoi intricati vicoli…
Sempre pole pole e sempre hakuna matata

Zanzibar… Asante Sana

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