Capitale:
Nairobi
Moneta:
Scellino Kenyota
Periodo migliore:
Il clima migliore si ha in gennaio e febbraio, periodo di caldo secco. Altrettanto gradevoli, ma più freschi (eccetto sulla costa) sono i mesi da giugno a settembre. La migrazione degli gnu nel Masai Mara si svolge tra luglio e settembre. Le piogge sono particolarmente intense da marzo a maggio e meno abbondanti da ottobre a dicembre.
In una parola:
Hakuna matata (nessun problema)
Vaccini:
La malaria è molto diffusa; si consiglia la profilassi antimalarica nelle zone al di sotto dei 1500 mt di quota ed in particolare lungo la costa.
Avvertenze:
– La tappa a Nairobi spesso è inevitabile ma ci sono alcuni quartieri che è meglio evitare.
– Ci sono zone del Paese poco sicure. Seguite i consigli di viaggio del Ministero degli Esteri.
– In quasi tutti i Parchi i bambini sono ammessi solo a partire dai 7 anni.
A tavola:
La cucina propone piatti a base di manzo o agnello (spesso cucinati alla griglia, chiamata nyama choma), accompagnati da fagioli, patate, platani e altri carboidrati. La frutta è presente su ogni menu: mango, papaya, ananas, maracuja, banane e guava.
Esperienze da vivere:
Incontrare le tribù Masai ed incantarsi ad ammirare la loro vita nomade; Trascorrere qualche giorno nel maestoso Masai Mara NP; Perdersi nel caos della movimentata Nairobi
In questa grande avventura abbiamo noleggiato un vecchio truck 4×4 militare, modificato per il trasporto, spartano, di avventurieri a Nairobi, Kenya e quasi un mese dopo, l’abbiamo riconsegnato nella stessa città dopo aver percorso più di 4000 km attorno al Lago Vittoria.
Dormiremo quasi tutte le notti in tenda nei più leggendari parchi nazionali dell’Africa Orientale, cucineremo utilizzando la nostra cucina da campeggio. Entreremo a contatto con la cultura Masai del Kenya e Tanzania; ci inoltreremo nella foresta detta “impenetrabile” del Bwindi National Park, Uganda, alla scoperta degli ultimi gorilla silverback; ci commuoveremo nel Museo del Genocidio di Kigali, Rwanda fino a rituffarci nuovamente nella vita della savana africana con il nostro goffo camion verso parchi quali Serengeti o Ngorongoro, Tanzania…
Naturalmente questa non pretende di essere una guida di viaggio ma semplicemente il racconto di una grande avventura in Africa!
Ecco la parte dedicata al magnifico Kenya!
Il nostro itinerario suggerito (10 giorni) | |
due giorni: | Nairobi |
due giorni: | Nakuru NP |
tre giorni: | Masai Mara NP |
due giorni: | Kisumu |
un giorno: | ingresso via terra in Uganda o transfer verso Nairobi e volo per le maggiori città africani e oltre |
Atterriamo a Nairobi nel cuore della notte e, dopo aver espletato le varie formalità doganali, prendiamo possesso del nostro truck 4×4 diretti subito a Nakumatt, grande supermercato di Nairobi, dove ci riempiamo la nostra cambusa di ciò che ci servirà per tutto il prossimo mese di safari!
Nairobi ci accoglie con il suo caos, i suoi grandi edifici, il disordine proprio delle grandi città africane ed i suoi marabù che dominano il suo cielo inquinato e popolano a mò di grandi frutti gli scheletrici alberi.
Il trasferimento verso il Nakuru National Park ci comincia a far respirare un po’ di vera Africa.
Restiamo attoniti dinanzi alla grandezza della Rift Valley…
Procediamo lungo una lingua d’asfalto grigia incontrando di tanto in tanto famiglie di babbuini, sedute sulla terra rossa, che osservano indifferenti il traffico..
Nel frattempo saliamo fino a quota 2500 metri per raggiungere il nostro primo camp: Kembu Campsite.
Splende alto il sole anche se fa freschetto e montiamo presto le nostre tende formando il nostro primo accampamento!
Il camion attrezzato è un ottimo mezzo per avvicinarsi con rispetto agli animali ed ammirarli da vicino.
Ecco i primi babbuini, poi gli gnu, i bufali, le gazzelle… è un crescendo di incontri eccezionali e di emozioni.
In lontananza un leopardo che con eleganza scende da un albero, un gruppetto di giovani leoni che si rilassano sotto un’acacia, zebre che trotterellano tranquille, gnu brucano la rada erba insieme a dei goffi facoceri, alcune gazzelle di Thomson ci scrutano incuriosite, dei bufali passeggiano stanchi senza meta, un impala corre impaurita: stiamo timidamente entrando nel loro mondo!
Partiamo di buon’ora in direzione Narok.
Entriamo nel regno dei Masai.
Ci impelaghiamo in un’impresa ardua quando decidiamo di comprare un pezzo di ghiaccio per il nostro cool box…
Seguiamo Hernest ed Alì tra mille viuzze strette e affollate del mercatino locale; spesso ci imbattiamo in vecchi Masai che ammiriamo con una sorta di timore riverenziale; indossano costumi rosso acceso, tante decorazioni fatte di perline multicolori al collo, ai polsi, alle caviglie e alle orecchie da grandi fori oltre che l’immancabile bastone multiuso tra le mani.
Poco prima di entrare nel parco nazionale di Masai Mara ci fermiamo a visitare, dopo aver contrattato con il capo tribù, un villaggio Masai.
Ci danno il benvenuto con una serie di balli e canti fino alla classica danza dei salti. Ci raccontano della loro vita di nomadi, ci mostrano la loro quotidianità, le loro capanne di paglia e ci spiegano come accendono il fuoco usando solo pezzettini di legno.
All’alba varchiamo il cancello del parco nazionale Masai Mara. Comincia un altro entusiasmante safari!
Incontriamo tanti animali e ogni volta ci incantiamo ad osservarli, ad immaginare la loro vita selvaggia, ad analizzare e studiare ogni singolo dettaglio o movimento; ci perdiamo seguendo con lo sguardo le strisce nere delle zebre, tutte differenti, o le chiazze giallo-marroni delle placide e buffe giraffe.
Branchi di elefanti passeggiano annoiati, altri brucano l’erba strappando, a volte, interi cespugli con la forte proboscide mentre uno piccolino trotterella cercando di capire come utilizzare la piccola protuberanza…
Alcuni struzzi alzano il lungo collo spelacchiato per osservarti; una iena si stiracchia all’ombra di un grande cespuglio fino al maestoso leopardo che scende imperioso da un albero di acacia.
Decine di carcasse o vecchi scheletri di gnu sparsi un po’ ovunque ci ricordavano che quello era un’area di grande caccia e di minacciosi predatori… la catena della vita!
Viaggiamo quasi tutto il giorno per raggiungere la cittadina di Kisumu sul lago Vittoria.
Lungo il tragitto cominciamo ad avere una prima percezione della vita quotidiana kenyota. Attraversiamo numerosi villaggi di capanne di paglia e fango; donne e bambini in fila al pozzo d’acqua con grandi bidoni gialli in mano o in perfetto equilibrio sul capo.
Incuriositi ci fermiamo a visitare un paio di mercatini locali, gironzoliamo tra venditori di ogni mercanzia, soprattutto scarpe e abiti usati ed importati dal consumistico Occidente.
Arriviamo a Kisumu quando è già buio. Sembra essere una cittadina abbastanza grande ed è caratterizzata dal solito abbandono proprio di questi luoghi in cui la sopravvivenza del suo popolo ha la precedenza sull’estetica urbanistica.
Ci fermiamo al Kisumu Beach Resort, un luogo squallido e pieno di zanzare, del resto siamo proprio sulle rive del lago Vittoria… “ma le zanzare non sono malariche” – come tenta di rassicurarci uno dei ragazzi che lo gestisce.
È duro montare le tende dopo 12 ore di truck, stanchi, sudati, affamati, al buio e su un terreno aspro e duro mentre insetti di ogni genere ti ronzano attorno.
Solo la cena preparata da Alì a base di pennette al sugo e tonno riesce a darci un po’ di energia!
Poche ore di cammino e siamo a Busia, ultima città del Kenya: confine.
Qui regna il solito caos disordinato, il via vai incasinato di tutte le frontiere.
C’è chi vuole accompagnarci in bicicletta o motorino all’immigration; tanti ci offrono loschi cambi di valuta stranamente molto vantaggiosi; si vende di tutto e c’è gente da tutta l’Est Africa.
Timbro kenyota di uscita; discussione con un poliziotto di frontiera per una foto innocente alla bandiera; poco dopo, timbro ugandese di entrata mentre la sinuosa e colorata bandiera, poco prima fotografata, sventolando ci dà il benvenuto in questa nazione che ci ospiterà per dieci giorni.
Attendiamo due ore sotto un sole cocente il disbrigo delle formalità doganali del nostro truck: tempi africani, nessuna paura!
Una volta ripartiti notiamo che il paesaggio è completamente mutato. Il rosso della terra del Kenya equatoriale lascia il posto ad un verde lussureggiante, qui piove spesso!
Viaggiamo tutto il giorno fino a raggiungere la caotica capitale: Kampala.
Errore: Nessun feed trovato.
Vai alla pagina delle impostazioni del feed di Instagram per creare un feed.
Cina Capitale:Pechino Moneta:Yuan Periodo migliore: I periodi migliori per visitare
4 Responses
Great adventure, hopefully you get to visit Amboseli, the Kenyan Coast Malindi, Watamu, Mombasa, Diani and experience the magical beaches and the other cultures (The Mijikendas).
Just a correction on Busia, it is just one of the towns in Kenya, not the largest and not classified as a city. The cities are Nairobi, Kisumu and Mombasa.
Hi dear Star, of course, visiting the coast is on our bucket list for our future trip.
Thanks for the correction about Busia but I ddnt mean it as a city but as a big border gate
Visit kisumu, homa-bay, ruma national park and rising in nita all are in Homa-Bay county
Thank you very much for your advice