Capitale:
Santiago
Moneta:
Peso
Periodo migliore:
Misurando ben 4300 km da nord a sud, il Cile ha climi molto diversi. Approfittate della bellissima estate cilena (da dicembre a febbraio) per esplorare siti naturalistici come il Parco Nazionale Torres del Paine, inaccessibili in inverno. In primavera e in autunno potrete visitare il centro del Paese, compreso il Distretto dei Laghi.
In una parola:
Ah que rico (figo)
Vaccini:
Nessuno
Avvertenze:
– Lungo certe spiagge il mare è molto mosso a causa di forti correnti. Non ignorate i segnali di pericolo.
A tavola:
La cucina cilena tende ad essere un pò piccante, in particolare le salse che di norma accompagnano le pietanze. Pesce e frutti di mare fanno la parte del leone sul menu.
Esperienze da vivere:
Escursione da Punta Arenas a Isla Magdalena per osservare le colonie di pinguini; Trekking nel Parco Nazionale Torres del Paine e, per i più fortunati, esplorazione dell’Isola di Pasqua (ma questa è un’altra storia)
Il Cile è una lunghissima striscia di terra stretta tra l’Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande e proprio per la sua particolare conformazione, presenta paesaggi e territori estremamente differenti tra loro: montagne aspre e rocciose, pianure verdi e rigogliose, ghiacciai scintillanti, boschi e foreste intricati con ben 7 climi differenti; dimostrandosi una meta per unica per viaggi straordinari.
Le attrazioni per gli amanti della natura selvaggia sono innumerevoli e sapranno soddisfare anche i naturalisti più esigenti: il Parco Nazionale Torres del Paine, dove ammirare maestosi ghiacciai e affrontare trekking avventurosi, la grande regione dei laghi della Patagonia, la regione di Aysen con la leggendaria Carrettera Austral e diversi parchi nazionali e riserve naturali, il Gran Salar de Atacama, il deserto più arido del mondo costellato di lagune e la Cordigliera del Sale con le suggestive valli della Morte e della Luna.
Inspiegabile è poi la leggendaria Isola di Pasqua, avvolta nel mistero millenario dei Moai e dei vulcani, meta di un itinerario realizzato ad hoc per chi non resiste al fascino di Rapa Nui, ma purtroppo non siamo ancora riusciti a visitare.
Come abbiamo organizzato questo viaggio?
Siamo partiti da San Carlos de Bariloche, Argentina, noleggiato un van e diretti lentamente verso il sud del mondo.
Negli oltre 4000 km, che ci hanno condotti fino ad Usuhaia attraverso la Carretera Austral e la Ruta 40, si assapora fino in fondo l’idea del ‘viaggio’.
E’ un viaggio molto intenso dove bisogna studiare l’itinerario con attenzione.
Un’affascinante traversata da nord a sud dedicata ai grandi spazi della Patagonia, ai suoi magnifici Parchi Nazionali fino all’attraversamento dello Stretto di Magellano.
Pablo Neruda scriveva “Chi non conosce il bosco cileno, non conosce questo pianeta”, questa frase riassume bene l’anima del Cile, un Paese capace di lasciare una traccia profonda nel cuore di chi lo visita.
Il nostro itinerario suggerito (19 giorni) | |
cinque giorni: | Puerto Varas (visita Lago Llanquihue), Puerto Montt (scalata Vulcano Osorno), Saltos Rio Petrohue |
quattro giorni: | Isola Chiloè (visita Castro, Quellon) |
tre giorni: | Coyhaique, Chaiten |
una settimana: | Puerto Natales (trekking Torres del Paine), Punta Arenas, transfer verso Ushuaia, Argentina |
Dopo qualche giorno trascorso tra le montagne dell’area di San Carlos de Bariloche, superiamo la frontiera per entrare in Cile, qui, come per magia, tutto il background cambia, le Ande sembrano allontanarsi sempre di più, la vegetazione si dirada dando spazio ad un paesaggio monotono arido e piatto…
Fortunatamente, sulla sponda del lago Llanquihue ed ai piedi dei due maestosi vulcani innevati, ci dà il benvenuto la cittadina di Puerto Varas.
Oggi saliamo sul vulcano Osorno, nessuna paura: comodamente seduti in seggiovia; salendo su, sempre più su, al di là delle nuvole, anzi penetrando nel loro intimo fino a lasciarle sotto di noi…
Poi il silenzio, la pace rotta solo da qualche battuta scambiata tra di noi…
Ci siamo bruciati letteralmente il viso per vedere le meraviglie del vulcano Osorno, ma ne è valsa la pena. Non è stata una scalata fisica ma mentale. Si ascende letteralmente verso il cielo. Ci sono una serie di colori dominanti: il blu del cielo e del mare, il bianco della vetta ed il nero seppia del vulcano.
C’era un silenzio fragoroso, eravamo gli unici esseri umani a respirare per centinaia di metri…
Una breve sosta al Saltos Rio Petrohue mentre rientriamo a Puerto Varas dove trascorreremo la notte.
Arriviamo a Puerto Montt per imbarcarci alla volta dell’isola di Chiloè.
Qui: senti la squisita brezza marina e contempla l’immensità del Pacifico seduto di fronte al mare.
Assapora le delizie del mare nella caletta di Angelmó, protagonista della città, che ti accoglie con la tavola imbandita di frutti di mare e pesci della zona.
Delizia il palato in uno dei numerosi ristoranti, alcuni dei quali con vista sull’Isola Tenglo e sul vulcano Calbuco, dove tutto viene preparato sul momento: la paila marina (piatto a base di frutti di mare), il “cancato” (ragout di pesce, chorizo, formaggio e pomodoro) e gli insuperabili ricci di mare.
Salpiamo e trascorriamo tutta la notte in navigazione verso l’isola di Chiloè.
Terra di miti, leggende, tradizioni e una gastronomia senza paragoni.
Conoscere Chiloé significa addentrarsi in un mondo magico di sorprendente ricchezza culturale e naturale a partire dal momento in cui si approda per la prima volta sull’ Isla Grande.
Vieni a scoprire le sue pittoresche palafitte, le case colorate costruite sull’acqua e lasciati coinvolgere dalla compagnia dei chiloti, abitanti che donano con la loro sorprendente tradizione un carattere unico a questo arcipelago.
Alla scoperta delle tante chiesette in legno caratteristiche dell’isola di Chiloè.
Ogni paesino ha la propria, tutte piccolissime, semplici e coloratissime. Sono deliziose e ti trasmettono proprio serenità e pace.
Finalmente il piacere di un breve trekking tra bosco e spiaggia…
Quant’è bello camminare immersi nella natura… respirare tranquillità e quiete, gli odori degli alberi e delle piante, i suoni dei tanti animali…
Finito il bosco comincia la spiaggia, ma solo dopo aver attraversato un sentiero paludoso strapieno di insetti…
Giunti alle dune di sabbia abbastanza provati, ultimo sforzo: le superiamo… uno spettacolo che solo la natura può offrire…
Una spiaggia infinita battuta dalle onde dell’oceano Pacifico…
Mi siedo sulla sommità di una duna vicino ad un cespuglio all’ombra del quale un cagnolino si riposava…
In serata raggiungiamo Quellon, che come recita la nostra Lonely Planet, non offre nulla se non il comodo porto da dove ci siamo appena imbarcati per scendere a sud… sempre più a sud…
Dopo la lunga traversata in traghetto approdiamo nella città fantasma di Chaitèn, paesino completamente ricoperto di cenere dopo l’eruzione dell’omonimo vulcano di qualche anno fa… cartelli inchiodati alle facciate delle case ormai abbandonate denunciano il disinteresse del governo, ogni mondo è paese…
Terremoti, alluvioni, tsunami… ma perché ultimamente la natura è così incazzata con noi?
Proseguiamo lungo la mitica “Carretera Austral” un lunghissimo sterrato di migliaia di kilometri che passa lungo laghi, fiordi, sotto monti e paesaggi meravigliosi…
Una breve ma intensa passeggiata ci regala un altro spettacolo della natura fatto, stavolta, di un ghiacciaio, cascate e torrenti…
Dopo una settimana trascorsa in giro per la Patagonia argentina, eccoci rientrare in Cile!
A Puerto Natales oggi piove a dirotto!
Lo zainetto tattico è pronto, la voglia di conquistare la nostra prima vetta cilena è tanta… Sebbene un po’ demoralizzati dal tempo atmosferico decidiamo di partire lo stesso.
Un timido sole ci incoraggia… Ci proviamo…
Il percorso comincia subito in salita, impieghiamo quasi un’ora a coprire i primi 1200 metri, si fatica tanto…
Continuiamo lungo una stradina strettissima che dà su un burrone, senza protezioni e con un vento forte che ci preoccupa un bel poco…
Il rumore dell’acqua che batte alle pareti della borraccia scandisce il ritmo dei passi…
Ci infiliamo in un bosco, ogni tanto attraversiamo canali e ruscelli…
Ecco il primo rifugio…
Ci rilassiamo un pochino ma ripartiamo presto…
Si sale, si scende, si incontra gente che ha pernottato lì la notte precedente… l’orologio segna le tre ore di cammino quando giungiamo ad un bivio…
Diritto per 45 minuti di salita estrema avremmo raggiunto la vetta; destra per 300 metri all’ultimo rifugio…
Inizia a piovere a dirotto, le nubi grigie si fanno sempre più minacciose e l’impetuoso vento ci schiaffeggia letteralmente…
Ahinoi, decidiamo di girare a destra, preferiamo non ammalarci… in fondo siamo soddisfatti lo stesso.
Al riparo dal vento cerchiamo di recuperare un po’ di energie, beviamo un po’ d’acqua, mangiamo una barretta di cioccolato e via di corsa in senso contrario…
Dopo tanta natura, dopo il verde dei boschi, l’azzurro dei mari, dei monti e del cielo: rieccoci circondati dal grigiore urbano…
Un po’ come un pesce che viene liberato in acqua dopo tanto tempo, così mi son sentito io… con la smania di correre a destra e a sinistra tra il traffico cittadino, tra la gente che andava in ufficio o i ragazzini che con le loro piccole uniforme uscivano da scuola…
Dopo l’eccitazione iniziale di essere ritornati nel nostro habitat naturale, dopo il giro di shopping nella piazza centrale dominata da un’enorme statua del celebre navigatore Magellano con due indios, mischiati ai turisti americani delle navi da crociera che qui fanno tappa, una squisita empanadas al queso in un chioschetto lungo la calle principale, ed un succo di manzana nel vecchio bar “1900” mentre due carabeneros panciuti si fanno fotografare in posa dalle vecchiette americane un po’ goffe con le loro fotocamere digitali…
La Lonely Planet non ci suggerisce nulla di entusiasmante allora a bordo di un taxi collettivo decidiamo di visitare la “zona franca” che, come spiega il vecchio taxista, è stata creata per favorire questi poveri cileni che vivono nell’ultima terra: la fine del mondo…
Oggi lasciamo definitivamente il Cile diretti, in bus, verso Ushuaia, ci aspettano circa 12 ore di strada!
Attraversiamo lo Stretto di Magellano coi delfini che ci salutano seguendo la scia del nostro traghetto; è emozionante soprattutto perché ha subito messo in moto la mia fantasia facendomi immaginare i galeoni dei vecchi navigatori/esploratori che qualche secolo fa sbarcarono qui in cerca di fortuna…
Poco dopo oltrepassiamo per l’ultima volta la frontiera cilena.
Siamo entrati nella Terra del Fuoco, siamo di nuovo in Argentina verso il sud del mondo!
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Cina Capitale:Pechino Moneta:Yuan Periodo migliore: I periodi migliori per visitare
4 Responses
Grazie ho rivissuto momenti indimenticabili
Grazie a te per i meravigliosi ed indimenticabili ricordi vissuti insieme in quel viaggio! Dobbiamo ripartire di nuovo!!!
Che meraviglia Marco!!! E che nostalgia anche!! Voglio partire ancora e ancora e ancora…..
Kiwiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii… che meraviglia davvero! Quando ripartiamo???