Capitale:
New Delhi
Moneta:
Rupia
Periodo migliore:
L’anno è diviso in due stagioni: quella secca e quella delle piogge. Di norma il clima è piacevole da dicembre a marzo, i mesi migliori per visitare l’India del sud. Il monsone inizia in giugno e porta piogge torrenziali. La costa meridionale riceve precipitazioni abbondanti da ottobre a inizio dicembre.
In una parola:
Namaste (mi inchino a te)
Vaccini:
Consigliati Antitifica, Profilassi Antimalarica (clorochino-resistente). In molte regioni, soprattutto negli stati nord-orientali, la malaria è presente tutto l’anno sotto i 2000 m.
Avvertenze:
– L’igiene lascia a desiderare e sono comuni le malattie causate dall’acqua o dal cibo.
– Evitate cubetti di ghiaccio e succhi di frutta allungati con acqua.
– Evitate frutta e verdura crude.
– Usate solo acqua in bottiglia.
– A volte le grandi città sono opprimenti: il traffico è intenso ed è pericoloso persino attraversare la strada.
– Occhio alle scimmie che possono rivelarsi aggressive.
– Fate attenzione alle correnti marine; sulla costa orientale fare il bagno è praticamente impossibile.
A tavola:
Riso, pakora (verdure passate in pastella e fritte), dosa (cprepes salate) e idli (tortoni di riso) dovrebbero incontrare il gusto anche più delicato.
Esperienze da vivere:
Fare un salto su un set di un film di Bollywood e magari essere pure assoldati per una comparsata; Fare yoga su una spiaggia di Goa all’alba; Navigare su una casa galleggiante lungo le backwaters del Kerala; Prendere il treno a vapore che sale a Ooty per respirare un pò di aria fresca di montagna tra le piantagioni di te.
Un viaggio alla scoperta dell’India del Sud: la regione del Tamil Nadu con la sua cultura originale, i suoi templi in pietra e le danze classiche che rappresentano un’esperienza unica a cui fanno da contorno i saporiti piatti della cucina locale diversa da tutto il resto del paese, i maestosi templi indù, coloratissimi, affollati di statue di ogni dimensione e sormontati da giganteschi gopuram (le torri che servono anche da ingresso); il Kerala, dove scelse di vivere, secondo la leggenda, la dea guerriera Bhadrakali; Goa, regione dal passato coloniale e patri degli hippies per molti anni, felice miscuglio di culture diverse; il Maharashtra con la mitica Mumbai ed il suo cinema bollywoodiano; il Karnataka con i suoi tessuti, tappeti, gioielli, statue in legno di sandalo, artigianato locale arricchiscono la grande offerta di oggetti d’arte che l’India può offrire al viaggiatore più curioso e appassionato tanto per citare alcune delle regioni che attraverseremo, fino alla mistica Calcutta che, pur non essendo annoverata geograficamente tra le città dell’India del Sud, è stata la ciliegina su una torta già di per sé ricchissima!
Abbiamo girato quasi tutta l’India del Sud utilizzando i comodissimi treni (prediligendo quelli notturni in seconda classe con lettino) o gli autobus a lunga percorrenza che, sebbene più scomodi, però spesso collegano direttamente una località all’altra senza troppi scali.
Il nostro itinerario suggerito (30 giorni) | |
dieci giorni: | Mumbai (visita ad un set cinematografico di Bollywood), Anjuna, Mandrem (relax e meditazione sulle spiagge di Goa) |
una settimana: | Hampi (visita ai tempi della città e all’elefente sacro Lakshmi, Bengalore, Mysore (visita al Palazzo del maharaja) |
una settimana: | Ooty, Coonoor (sull’antico treno a vapore tra le piantagioni di te in montagna), Alleppey (giro in barca tra le backwaters e relax al mare del Kerala) |
sei giorni: | Madras, volo interno per Calcutta (visita ai luoghi di Madre Teresa) |
Finalmente siamo nella leggendaria Mumbai, ex Bombay.
Un po’ provati dopo 18 ore di treno… ma ce l’abbiamo fatta!
In questa immensa città siamo ospiti di una coppia di artisti grazie a couchsurfing: Aparna ed Abi.
Bombay mi ha da sempre affascinato… non so bene perché… sarà forse per la sua gigantesca baraccopoli, la famigerata “slumdog” o per i suoi venti milioni di abitanti…
E’ una città molto speciale: ricca di tradizione e storia, ma anche cosmopolita e molto moderna.
"Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro".
- Proverbio indiano -
Quando timidamente ho chiesto ai nostri amici di Bombay, patria di Bollywood, di vedere un film bollywoodiano, intendevo al cinema, non di trovarci, poco dopo, sul set di uno dei films più attesi, mentre i famosi: Nasiruddin Shah e Vidya Balan recitavano l’ultima scena di: “The dirty picture”.
Che strana sensazione vedere, nei giorni successivi, le pubblicità del film in giro per Bombay…
Raggiungiamo in treno la celebre “Victoria Station”, una stazione ferroviaria dalla bellezza indiscutibile, dichiarata Partimonio dell’Umanità e famosa anche grazie al film: “The billionaire” ma soprattutto perché considerata la più grande e frequentata stazione ferroviaria di tutta l’Asia!
Poco lontano c’è un grande campo da gioco verde dove tanti omini vestiti di bianco candido si muovono freneticamente: è un campo di cricket, sport nazionale indiano!
Rimaniamo un po’ ad osservarli prima di saltare su un vecchio taxi coloniale diretti al “Mani Bhavan”!
Qui Mahatma Gandhi soggiornò dal 1917 al 1934 e da qui cominciò la sua grande rivolta supportata dalla filosofia della “non violenza”.
Che strana sensazione pensare che su quelle stesse mattonelle avesse camminato questo piccolo grande uomo!
Ora questo edificio è stato tramutato in una sorta di museo che riesce a mantenere vivo il suo ricordo.
"Più si è vuoti e più si ama emergere, si è come recipienti pieni di niente, che galleggiano sulla superficie dell’acqua".
- Mahatma Gandhi -
“Haji Ali Mosque”, moschea dedicata ad un santo musulmano morto durante un pellegrinaggio a La Mecca, il cui corpo fu poi ritrovato, trasportato dalle correnti marine, nel luogo dove, ora, sorge questa maestosa moschea.
Si ci arriva percorrendo un lungo vialone dove al posto dei lampioni vedi tanti mendicanti che ti toccano il cuore.
Non lontano c’è il famoso “Dhobi Ghat”. Si dice che: “se avete fatto lavare i vostri panni a Bombay, sappiate che con ogni probabilità sono stati portati in questo luogo”.
Ecco una fila infinita di panni stesi al sole, gente che laboriosamente ed senza sosta lavora lavando, strizzando, stendendo e trasportando vestiti, lenzuola e stracci di tutte le forme e colori!
Mentre attendiamo il nostro bus notturno che ci porterà nella regione di Goa, sempre più a sud, cerchiamo di definire la nostra meta successiva.
L’idea di aver cambiato per ben quattro volte destinazione oltre che non aver ancora deciso né dove andare a dormire né quanto tempo rimanerci quasi mi eccitava invece di preoccuparmi… questo è il bello del viaggiare all’avventura senza troppi schemi, avere la libertà di scegliere e di affidarsi spesso al flow degli eventi!
Siamo a Goa dopo un’intera notte trascorsa su un bus indiano!
Trascorreremo diversi giorni qui all’insegna del più completo e sano relax!
Mattinata tra le bancarelle del locale mercatino delle pulci. Credo di non aver mai visto tanti fricchettoni tutti insieme in tutta la mia vita! Provenienti da tutto il mondo, di ogni età e dagli aspetti più disparati oltre che pittoreschi!
Goa ti rimanda indietro nel tempo, all’epoca dei grandi navigatori portoghesi: Magellano, Vasco de Gama…
I nomi sono rimasti quelli di allora, qui i locali si chiamano: Souza, Aguiar, Lopez, Pereira…
Ci sono chiese cristiane al posto dei templi induisti, è un’India completamente diversa da quella a cui siamo abituati!
Scrivo il diario e penso: io non devo chiudere gli occhi per sognare… devo solo tenerli belli aperti.
Oggi noleggiamo uno scooter nonostante noi sia super safe guidare su queste strade ma lo facciamo per poter vivere ancor più in libertà questa zona.
Sul nostro motorino… l’aria in faccia, il sole che illumina la strada, nella testa nessun pensiero, il cuore pieno di felicità.
Percorriamo una strada fiancheggiando enormi palme, campi di banani e mango per giungere in paradiso.
La spiaggia di Mandrèm mi ha davvero lasciata a bocca aperta! Una distesa di sabbia bianca, disabitata, col sole che ci accarezzava mentre giocavamo tra le onde, siamo rimasti letteralmente rapiti da questo posto selvaggio e magico.
Goa: bagni, sole, pesce, relax… oggi tutto il giorno in spiaggia senza pensare a nulla… anzi no, veramente una cosa da pensare c’era: a cena calamari o king fish?
Se capitate da queste parti, mi raccomando, non perdetevi il mercatino locale dove vecchi e novelli hippies oltre che, naturalmente, la gente del luogo vende di tutto dalle spezie agli oggetti psichedelici.
"Certo occorre un certo appetito ed un certo spirito di adattamento; ma del primo chi viaggia non manca, e del secondo chi manca non viaggi."
- Fosco Maraini - (Incontro con l’Asia)
Il viaggio notturno in bus da Anjuna ad Hampi è stato terribile.
Non abbiamo chiuso occhio per via delle tante soste e della strada dissestata.
Alle 6.30 del mattino raggiungiamo finalmente la nostra meta.
Dobbiamo attendere qualche ora che la nostra stanza sia pronta ma nel frattempo il proprietario della Guest House ci informa che il fratello si sta sposando proprio nel tempio accanto. Non possiamo certo perderci quest’occasione.
Doccia veloce e via.
Nel Virupaksha Temple mi colpiscono subito i colori dei sari delle donne, i loro fiori tra i capelli e gli orecchini appariscenti. Scattiamo tantissime foto, molte delle ragazze e bimbe provenivano dai villaggi lontani e parecchie di loro non avevano mai visto un bianco…
Abbiamo assistito ad un matrimonio combinato e la tristezza sul volto della giovane sposa ne era la conferma. Dopo aver ammirato una serie di riti con cocchi, banane, fiori, riso ed incenso facciamo un salto proprio lì vicino e ci ritroviamo in un paesaggio magico. Circondati da enormi blocchi di granito tenuti in perfetto equilibrio da chissà quale magia. Tutto attorno a noi c’erano questi giganti di pietra!
La Lonely Planet ci consiglia di visitare il “Monkey Temple”, un tempio arroccato su una collina.
Ci arrampichiamo sui tanti scalini mentre alcune scimmiette saltano allegramente di roccia in roccia.
Finalmente sulla cima! Un luogo stravagante. Un santone è seduto beatamente su dei teli, un altro intona un mantra all’interno di un altro piccolo tempietto seguito da numerosi fedeli.
All’alba ci dirigiamo verso il fiume Tungabhadra, qui ogni mattina la bella 22enne Lakshmi fa toilette e si fa massaggiare nelle acque del fiume.
E’ un rito molto atteso anche perché Lakshmi è l’elefantessa sacra del tempio di Virupaksha!
Nel pomeriggio ci imbattiamo in una piccola scuola-orfanotrofio e la tentazione di trascorrere qualche ora con quei dolci bambini è tanta… eccoci poco dopo a ballare, giocare e scherzare con loro! SI può fare di più? Assolutamente sì, ed è una cosa realizzeremo presto! Magari proprio in compagnia dei nostri bambini!
"Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano. ma se non ci fosse quella goccia all'oceano mancherebbe".
- Madre Teresa di Calcutta -
Bengalore è una città in continua evoluzione, soprattutto in ambito tecnologico e informatico e, dopo tre giorni ammetto di averla trovata piuttosto fredda e senza personalità nonostante sia chiamata “la città giardino dell’India”, perché costellata da parchi (Freedom Park, Cubbon), giardini botanici (Lal Bagh) e aree verdi in cui fare incantevoli pause rilassanti e rigeneranti.
Anche qui proviamo la preziosa esperienza di couchsurfing, ospiti della famiglia di Anchal con cui condividiamo qualche interessante giorno da indiani!
Mai dimenticherò le tante partite di cricket guardate con l’anziano papà e le feste in città con la dolce Anchal!
L’anima indiana più tradizionale di Bengalore però traspare soprattutto dall’atmosfera che si respira nei mercati (Krishna Rajendrae) e nei bazar, straripanti di odori pungenti e colori vivaci.
Oggi incontriamo VJ al mercato dei fiori, ce lo descrive come uno dei segreti nascosti di Bengalore…
Improvvisamente dinanzi ai nostri occhi appare uno spettacolo incantevole: migliaia di fiori multicolori tra profumi inebrianti di ogni tipo mentre gli abili mercanti operano senza sosta come tante piccole formichine…
In tre ore di treno raggiungiamo Mysore, città della Karnataka meridionale e famosa per il maestoso “Palazzo del maharaja”.
Tessuti di seta, legno di sandalo, incenso, essenze, frutta, ghirlande di fiori sono solo alcuni dei prodotti che vengono commerciati ovunque per le sue strade.
Adescati da un astuto (secondo lui) commerciante colpito dal mio “karma positivo”, facciamo un giro della cittadina visitando botteghe di artigiani che intarsiano il legno o realizzano le famose sigarette indiane o lavorano l’incenso…
Il “Palazzo del maharaja”, reso ancora più affascinante dall’idea che è tuttora abitato dal maharaja, è considerato il più grandioso di tutta l’India.
Stupendi i quadri che raffigurano le varie celebrazioni o uscite pubbliche del nobile e affascinanti le grandi sale colorate; elementi architettonici indo-saraceni, islamici, rajput e talora gotici ne decorano sia le facciate esterne che gli ampi locali interni.
Il palazzo costituisce ancora oggi la residenza ufficiale della famiglia Wodeyar che governò il Regno di Mysore dal 1399 al 1947 (anno dell’indipendenza).
Prima di partire in bus facciamo una sosta per la benedizione. Un santone sale a bordo con fiori ed un piattino pieno di incensi e polverine strane poi accende una piccola candela e passando accanto ad ogni passeggero fa toccare la fiammella… dopo questo rito siamo pronti a partire!
Sei ore dopo arriviamo nella lontana Ooty. Ci troviamo nel distretto di Nilgiri, ad un’altitudine compresa tra 900 e 2636 metri sopra il livello del mare, dove lo Stato del Tamil Nadu incontra quelli del Kerala e del Karnataka, tra le antiche montagne della catena dei Ghats occidentali. Il distretto prende il nome dalle colline “Nilgiri, le “colline blu” cosi chiamate per il colore viola dei fiori “kurinji” che quando sbocciano ne ricoprono il manto.
Siamo in alta montagna e fa freddo, che strana sensazione dopo vari mesi al caldo!
Camminiamo diversi km per trovare un posto per dormire e con gli zaini pesanti sulle spalle è abbastanza arduo.
Alla fine ci riusciamo e trascorriamo tutto il pomeriggio in giro tra i suoi mercati colorati, il romantico lago, l’affollata stazione dei bus… Tutto è molto piacevole!
Siamo in attesa del trenino ottocentesco a vapore, patrimonio dell’UNESCO, che ci condurrà a Coonoor ad un’ora da qui, sempre più in alto, l’aria è frizzante, anzi fa proprio freddo!
Questo trenino di un’altra epoca si arrampica su per i monti attraversando piantagioni di thè e distese di verde ovunque.
Giunti a destinazione, gironzoliamo senza meta respirando la vera India tra i mercati locali e la gente del posto!
Incontriamo una scolaresca di “sikh” del Punjab, in gita, molto curiosi ed interessati a questi due forestieri! Chiacchieriamo a lungo dei nostri usi e costumi mentre loro cercano di spiegarci un po’ della loro religione.
Mi hanno toccato il cuore quando uno di loro si sfila dal polso un bel bracciale d’acciaio (il kara), importante simbolo sikh e me lo porge. Lo terrò con onore ed orgoglio.
Il Kerala è la meta ideale per chi cerca un luogo immerso nella natura e animato da ritmi di vita a misura d’uomo, per disintossicarsi dalla frenesia del mondo occidentale e recuperare il proprio benessere fisico ed interiore.
La parola Kerala deriva dall’unione di 2 parole: kera che signifca palma da cocco e alam, che significa terra, ovvero la terra delle palme da cocco. Queste piante in effetti si trovano ovunque e bordano tutto il suo litorale.
“God’s own country”, come i locali definiscono il Kerala, è baciato da un caldo sole tropicale quasi tutto l’anno e vanta una varietà di paesaggi naturali che vanno dalle spiagge affacciate sul Mar Arabico alle lagune “backwaters”, fino alle colline e alle montagne dei Ghati Occidentali.
“Il Kerala è una regione profondamente diversa dal resto dell’India; qui sono approdati tantissimi esploratori stranieri (Vasco de Gama in primis) attratti dal commercio delle spezie e ovunque ci sono tracce del suo passato coloniale: chiese cristiane di rito siriano, moschee, case in stile olandese e portoghese, edifici dell’epoca dei raj e perfino una sinagoga cinquecentesca a Kochi. La tolleranza ha una lunga tradizione e qui, senza alcun disordine, è stata accolta ogni tipo di confessione, che ha poi assunto nel tempo una tinta locale.
Il Kerala è una delle regioni più ricche dell’India, è quella con il tasso più alto di alfabetizzazione (93%). In poche parole: è la regione perfetta per approcciare l’India in maniera soft!”
L’acqua tiepida, le verdi palme piene di cocco quasi sdraiate sulla sabbia bianca e fine, un’infinità di granchietti che corrono veloci sulla battigia… si scorgono lontane piroghe colorate di pescatori, il rumore delle onde, il gracchiare dei merli e noi, solo noi in km e km di spiaggia…
“Le backwaters – acque interne – del Kerala rappresentano una tappa obbligata per chiunque visiti il paese. Navigare lungo il labirinto di canali che si snoda per ben 900 km tra il litorale e l’entroterra è probabilmente l’esperienza che vi rimarrà più impressa dell’intero viaggio. Le imbarcazioni attraversano laghi poco profondi orlati di palme e disseminati di reti da pesca e percorrono stretti ed ombreggiati canali dove vengono caricate con fibra di cocco, copra (la polpa del cocco disidratata) e anacardi. Lungo il tragitto si incontrano piccoli villaggi con moschee, chiese, templi, scuole, ospedali e minuscoli agglomerati di case che formano un’immensa città diffusa. Se potete: trascorrete una giornata intera su una house boat – casa galleggiante – vedendo scorrere davanti lentamente questi paesaggi meravigliosi, assaporando la cucina autentica del Kerala, facendo amicizia con gli abitanti dei villaggi e dormendo sull’acqua sotto il cielo stellato”
In mattinata decidiamo di fare un tuffo al mare.
Sulla spiaggia incontriamo una scolaresca e mentre Mark improvvisa una partita a calcio coi ragazzi, io vado a ballare e a scherzare con le ragazze in acqua.
Nel pomeriggio ci dedichiamo allo shopping in vista dell’invito al matrimonio ricevuto durante il viaggio e che si terrà a Madras.
Dopo tanti giri infruttuosi in molti negozi, decidiamo di farci fare i vestiti per il lieto evento su misura… che divertimento!
Il Tamil Nadu è uno degli stati più interessanti dell’India perchè grazie alla sua posizione geografica (le catene dei monti Ghat lo hanno protetto per secoli da influenze esterne) ha conservato tradizioni millenarie. I suoi templi mostrano un’arte raffinatissima ma nello stesso tempo brulicano di vita pulsante. L’induismo qui è la religione dominante e ne possiamo osservare le manifestazioni più autentiche. Riti, pellegrinaggi e feste sono all’ordine del giorno in un tripudio di sfavillanti colori e musiche assordanti.
Chennai è la capitale del Tamil Nadu. Caotica e sovraffollata come poche altre città dell’India, è secondo noi il miglior modo per approcciarsi alla regione e tastare con mano come si vive in una metropoli indiana. Ci sono almeno: un tempio imperdibile, una zona enorme di market e una pittoresca spiaggia da godersi “all’indiana”.
Il nostro contatto couchsurfing qui a Madras è il simpatico Kiruba e la sua dolce famiglia, trascorreremo quasi una settimana qui, ultima nostra tappa nell’estremo sud dell’India prima di volare verso Calcutta!
Quando ci siamo svegliati c’era solo la tenera Kasturi, la mamma di Kiruba.
Tutti erano a lavoro o scuola. Dopo averci preparato un ottimo chai, ne ho approfittato per farmi insegnare qualche ricetta indiana in cambio di una pasta carbonara da gustare tutti insieme come simbolo di scambio culturale Italia – India!
"Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati".
- Gore Vidal -
Madras è la patria di Kollywood, prende il nome da Kodambakkam, il quartiere dove hanno sede tutti gli studi cinematografici. Anche qui, come a Bombay, il cinema è un must e noi non potevamo certo saltare questo appuntamento!
Un lungo film epico, un mix di acrobazie, balletti, effetti speciali e super eroi che si scontrano!
Oggi è il grande giorno per la nostra amica Radhika.
Un matrimonio indiano è un evento formato da una serie infinita di riti che noi occidentali non riusciremo mai a comprendere e che sono, allo stesso tempo, così affascinanti…
Si comincia all’alba e può durare fino a tre giorni, in alcuni casi, com’è successo a noi, gli sposi offrono persino delle camere in hotel per gli ospiti per poter riposare un po’.
I più facoltosi invitano 3.000-4.000 persone che si alternano nel corso di tutta la cerimonia.
Per il cibo? Nessun problema, basta sedersi nella grande hall dove si un lungo tavolo vengono deposte delle foglie di banano che fungono da piatto e, riempiti, da una squadra di camerieri, ciascuno con una zuppiera diversa, delle tante pietanze indiane speziate!
Molto stancante, aria condizionata polare e musica altissima ma un’esperienza molto interessante tutto sommato! Auguri ragazzi!
Oggi voliamo a Calcutta: tra le città dell’India più caotiche, piene di bellezze ma anche di povertà e miseria.
“E’ il più importante centro economico dell’India soprattutto per le sue industrie e multinazionali e si presenta come una realtà molto sfaccettata.
La città presenta sia strade piene di mendicanti che bellissimi palazzi dall’architettura vittoriana, testimonianza di un passato coloniale che qui sembra più presente che altrove.
La parte più turistica è sicuramente quella legata al nome di Chowringhee. Questa zona ospita il museo nazionale dell’India, la celebre Suddler street per via dei suoi prestigiosi alberghi e l’imperdibile Park street, rinomata per ristoranti e night club.
Dal punto di vista storico, grande prestigio viene dato alla Cattedrale anglicana di San Paolo e al Victoria Memorial, un complesso monumentale dedicato alla Regina Vittoria e spettacolare per le tonnellate di marmo bianco.
Tra i luoghi simbolo della città si possono citare il Kalighat Home for the dyiing, celebre per essere l’ospizio per i lebbrosi e moribondi fondato da Madre Teresa di Calcutta nel 1952 e ancora in vita anche dopo la morte della sua promotrice, e il Burrubazar, il grande mercato dove si può trovare di tutto, con il vicino Mercato dei fiori”.
In questa India molto spesso mi è capitato di sentirmi inferiore e la maggior parte delle volte ho pensato che fosse il mio un paese del terzo mondo e non il loro. Quanta stupidità c’è nella nostra vita, questi due mesi mi hanno insegnato tanto e a farlo son state tutte le persone che ho incontrato, una ad una, vecchi, bambini, poveri, benestanti, nonne, autisti, avvocati, domestiche, venditori ambulanti…
Se riesci a viverla veramente: l’India ti può cambiare.
Proprio l’altro ieri abbiamo guardato il film: “la città della gioia” ed oggi, ritrovarsi per le sue strade, con la sua gente, vedere gli “uomini cavallo” con il campanellino in mano trasportare, per qualche rupia, sul loro rickshaw un turista o un connazionale con la sola forza delle gambe…beh, non può che toccarmi il cuore. Anche se oggi mi è stato davvero smosso quando siamo entrati a visitare la missione di Madre Teresa.
La tomba era in una stanzetta di marmo bianco, qualche fiore arancione componeva la frase: “solo con gli occhi puri puoi vedere Dio”.
Non so cosa mi sia successo, ma quando sono entrata lì dentro ho sentito un calore tutto intorno, come se mi stessero abbracciando e mi è scappato da piangere come una bambina.
A volte accadono delle cose che non ti riesci a spiegare.
Abbiamo incontrato una suora davvero gentile e dolce, abbiamo chiacchierato con lei per un bel po’ e ci ha raccontato tanti aneddoti della vita della santa… lei che ha avuto la fortuna di viverla di persona.
"Le parole gentili sono brevi e facili da dire, ma la loro eco è eterna."
- Madre Teresa di Calcutta -
Oggi lasceremo l’India.
Dentro di me un senso di malinconia mi ha preso lo stomaco. Non credevo che una nazione potesse rubarti il cuore. È difficile da spiegare, penso solo che bisogna viverla davvero per capirla fino in fondo.
Abbiamo imparato tanto, ci hanno insegnato a guardare con occhi più puri, senza pregiudizi.
L’India è un immenso Continente vero e proprio che richiede tantissimo tempo per essere esplorato. Ogni suo stato è un viaggio a sè stante, ognuno di essi racchiude un patrimonio di inestimabile valore in termine di tradizioni, arte e cultura e noi cercheremo di tornarci più volte per poterla scoprire e amare come merita! Buon viaggio!
"Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso."
- Madre Teresa di Calcutta -
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