Capitale:
Chandigarh
Moneta:
Rupia
Periodo migliore:
L’inverno (da novembre a febbraio) in genere è il periodo migliore per visitare l’India del nord, anche se a Delhi e nelle regioni più a nord la notte tende a far freddo. Da aprile a giugno il caldo è insopportabile sia nelle pianure settentrionali sia al centro del paese: conviene puntare verso la regione Himalayana. E’ consigliabile evitare le piogge monsoniche che iniziano a giugno e possono durare fino a settembre.
In una parola:
Namaste (mi inchino a te)
Vaccini:
Consigliati Antitifica, Profilassi Antimalarica (clorochino-resistente). In molte regioni, soprattutto negli stati nord-orientali, la malaria è presente tutto l’anno sotto i 2000 m.
Avvertenze:
– L’igiene lascia a desiderare e sono comuni le malattie causate dall’acqua o dal cibo.
– Evitate cubetti di ghiaccio e succhi di frutta allungati con acqua.
– Evitate frutta e verdura crude.
– Usate solo acqua in bottiglia.
– A volte le grandi città sono opprimenti: il traffico è intenso ed è pericoloso persino attraversare la strada.
– Occhio alle scimmie che possono rivelarsi aggressive, soprattutto a Varanasi.
A tavola:
La cucina indiana può essere super piccante! Mangerete volentieri riso, naan, paratha (pane tipo piadina), chapati e lassi (bevanda allo yogurt); i giovani palati apprezzeranno pakora (verdure passate in pastella e fritte), dosa (crepes salate) e idli (tortini di riso). Tra i dessert: kheer (budino di riso) e kulfi (gelato al latte)
Esperienze da vivere:
Trascorrere giornate nel Golden Temple tra i fedeli Sikh; Cucinare e lavare i piatti con i volontari Sikh all’interno del Gurdwara; Assistere al folkloristico cambio della guardia al confine tra India e Pakistan.
Nel Punjab si respira un’atmosfera totalmente diversa da quella del resto dell’India. Ci siamo completamente abbandonati all’esperienza di vivere per qualche giorno all’interno del Golden Temple; abbiamo meditato, abbiamo cucinato, lavato le gamelle, mangiato insieme a questi uomini dalla barba lunga e dal turbante colorato che, all’inizio potrebbero incutere un pò di timore ma che, poi scopri essere i più buoni del mondo.
Amritsar! Il Punjab con i suoi sikh!
Punjab, (cinque acque), dal nome dei cinque fiumi che l’attraversano e la rendono molto fertile.
Il Sikhismo mi ha sempre intrigato… questo movimento nacque nel XV secolo da Guru Nanak.
Credono nella famiglia e nel valore del lavoro e del merito. I Sikh si contraddistinguono per i cinque “kakkar” (emblemi):
Ammiriamo lo spettacolare Golden Temple, questo Gurdwara laminato di rame dorato che si erge splendente al centro del suo lago sacro come un lingotto d’oro ed attira milioni di pellegrini da tutto il mondo!
Amritsar sorge a meno di 30 km dal confine con il Pakistan: Wagah.
A bordo di uno shared taxi ci rechiamo proprio lì per assistere al pittoresco cambio della guardia e chiusura dei due confini.
Tutti i giorni, poco prima del tramonto, il corpo di guardia indiano e quello pakistano, si incontrano al confine per dare vita ad una teatrale cerimonia.
La chiusura del confine e l’ammaina bandiera sono un mix di sfoggio militare coloniale, orgoglio patriottico e comica marcia al passo dell’oca.
Da un lato c’è una immensa platea indiana urlante gioiosa e sventolante bandiere e striscioni hindu, applaudendo fragorosamente e ripetendo slogan come “Hindustan Zindabad” (lunga vita all’India)… dall’altro lato, invece, una platea più composta, donne con il velo e uomini in tunica chiara applaudono ma senza troppa foga…
I due corpi di guardia marciano slanciando le gambe così alte che sembra quasi di colpirsi in volto… marciano gli uni opposti agli altri e sembra quasi una gara a chi riesce a slanciare di più le gambe… il pubblico è in fermento, peggio di una finale di cricket, i militari impettiti ed orgogliosi… alla fine gli ufficiali di comando di entrambi i Paesi si stringono la mano, si scambiano il saluto militare mentre ammainano le bandiere… i due cancelli si richiudono… il confine è ora chiuso per la notte.
Torniamo ad Amritsar e ci fermiamo a cena presso il “Subash Juice Bar”, ospiti di un nostro contatto: Sameer.
Il nostro amico ci decanta tanto la cucina del Punjab e ci fa assaggiare numerose specialità dall’amritsari kulcha (un tipo di pane a base di farina maida) ai chana (ceci speziati), dal punjabi thali al paratha (un complicato pane a vari strati) fino ai gustosi desserts: matka kulfi faluda (gelato alle mandorle con noodles) ed un ottimo lassi.
Ci piace immergerci completamente nelle realtà di ogni luogo che visitiamo e viviamo… oggi l’abbiamo fatto al 100%
Dopo una breve visita al museo del Golden Temple, ci dirigiamo verso le cucine dove, in coda, ci danno un vassoio di ferro e delle posate… ci fanno accomodare in un grande stanzone dove centinaia di persone sedute consumano il proprio pasto…
Ci sediamo anche noi sulla striscia di yuta a terra e, con il nostro vassoio tra le mani, attendiamo i volontari che lo riempiono con un ottimo thali… siamo qui… tutti insieme… tutti uguali…
Alla base del sikhismo c’è la credenza nell’uguaglianza di tutti gli esseri tra cui il “langar”, dove persone di ogni genere, senza distinzione di casta o religione, siedono una accanto all’altra per consumare un pasto preparato da volontari nella cucina del Gurdwara (tempio sikh)…
Mangiamo tutto ed, una volta finito, posiamo i piatti sporchi in dei grandi cesti di acciaio… abbiamo letto che c’è l’opportunità di unirsi ai volontari per lavare i piatti e posate e non ci pensiamo due volte: Stefy ed Elisa si ritroviamo dietro a delle vasche con la spugnetta in mano a lavare centinaia e centinaia di piatti e posate in mezzo a decine di donne in colorati sarhi…
Dopo aver avuto le mani a mollo per un po’, saliamo al piano superiore dove uomini e donne stendevano i chapati su grossi assi di legno… ci sediamo e cominciamo a stendere un po’ di pasta anche noi, per poi farla cuocere sulle piastre a carbone accanto…
Altri tagliavano patate, sbucciavano aglio, tritavano zenzero… un susseguirsi di profumi e colori… in un altro reparto c’erano le cucine dove vari sikh giravano lunghi mestoli in immensi pentoloni fumanti… pensate che qui vengono preparati circa 70.000 pasti al giorno…
In serata riusciamo a mettere piede all’interno del maestoso Golden Temple… entriamo… gli occhi non sanno più dove guardare, è tutto d’oro, sembra di un altro mondo… a terra ci sono i sacerdoti sikh che cantano, altri suonano sitar o un pianoforte dorato, uno sventola una grossa palma, è tutto molto suggestivo e commovente, da pelle d’oca.
Oggi però lasciamo questa terra, diretti verso la capitale.
I viaggi in treno in India sono un’esperienza da provare…
Il viaggio diventa condivisione, convivialità… saliamo ad Amritsar sul solito vecchio treno notturno… stavolta saremo a bordo solo 10 ore… con noi c’è un folto gruppo di 60enni di ritorno dal Kashmir verso Bombay (arriveranno a destinazione tra due giorni)…
Ci offrono subito delle scodelle di dhaal con riso e chapati e tra selfie, canzoni in hindi e racconti trascorriamo delle piacevoli ore in allegra compagnia…
New Delhi ci accoglie con il suo caos più moderno, meno rickshaw ma infiniti tuk tuk… ma questa è già un’altra storia!
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