Voliamo su Casablanca con un volo low cost, fortunatamente, questa Nazione del Maghreb è ben collegata con tutta l’Europa con numerosi voli a basso prezzo.
Cambiamo in aeroporto gli euro in dinari e compriamo una sim per il cellulare (consigliatissima), ci dirigiamo alla stazione dei bus e con l’equivalente di 4 euro arriviamo in centro città.
Da lì un taxista ci porterà al nostro riad (prenotato on line da casa).
Passeggiamo per le viuzze del bazar della Medina e dopo esserci recate alla stazione dei bus per comprare il biglietto per Meknes (comprare il biglietto per la tappa successiva è una cosa che consiglio di fare subito ogni volta che si arriva in una nuova città), ci godiamo un’ottima cena in un ristorantino locale con tavolini all’aperto (zuppa marocchina con pane caldo al formaggio: al prezzo di 1 euro).
La piazza era piena di uomini che bevevano il te, nessuno ci ha dato fastidio, qualcuno ha tentato di venderci dell’erba locale, ma per il resto tutti molto gentili… ed è solo l’inizio.
L’ indomani è dedicato alla visita della Moschea di Hassan II, può contenere più di 25000 fedeli e, grazie ad Hamad, la guida che parla un ottimo italiano, la esploriamo in lungo e in largo.
Alle 13 partiamo per Meknes con la compagnia di bus CTM (compagnia più usata in questo viaggio, sicura e sempre in orario) e al nostro arrivo alle 17 facciamo subito la conoscenza di Aziz, un ragazzo sveglio che ci porterà in giro per il resto della giornata con una mancia di 10 euro…
Vediamo diverse zone, prodotti di artigianato e anche tessile, Noemi comprerà un tappeto arancione che alla vista sembrava meraviglioso, una volta a casa un po’ meno…
Il giorno dopo, prima di un pomeriggio benessere, abbiamo cercato di spedire il tappeto… ma non ci siamo riuscite, un pò per la posta che non rassicurava e un pò perché si doveva pagare una sovrattassa di 50 euro.
Risultato? D’ora in poi avremo un nuovo compagno di viaggio di 15 kg!
Verso le 17 partenza per Fez, arrivo alle 18 e dopo la solita contrattazione con il taxi arriviamo nel centro della città.
La ricerca di un posto per dormire questa volta non è stata così facile… abbiamo conosciuto delle persone che ci hanno portate da altre persone per finire nella casa di un terzo… insomma diciamo che assomigliava un pò alla casa degli orrori… ma la notte è passata abbastanza serena!
La sera, dopo aver mangiato un cous cous non ben digerito, ci immergiamo nella vita locale e trascorriamo la serata nella piazza principale ad ascoltare musica berbera suonata da vari artisti… poche donne in giro ma non ci sono stati problemi.
Dopo aver trascorso un nottata assurda su di un tavolo travestito da materasso e senza cuscino, durante la colazione, in un bar locale, facciamo la conoscenza di Rachid, un ragazzo di 22 anni che ci accompagnerà per tutta la giornata e ci porterà in tutti gli angoli dei Fez.
Nelle concerie, nei mercati, nelle stalle, madrasse, il tutto concluso con la vestizione con abiti locali e ovviamente un bel whisky berbero (thè alla menta… ne avremmo bevuto 1 litro al giorno a testa!).
La sera partiamo con il bus notturno verso Merzouga… a parte la sosta in un localino piccolo e sporco e con bagni veramente maleodoranti è andato tutto bene. Sempre uniche donne… sempre tutto benissimo!
Alle 6 del mattino arriviamo a Rissani e ad attenderci c’è Ibrahim, un contatto che avevo preso dall’Italia e che si rivelerà semplicemente perfetto! In questo villaggetto ci sono 200 abitanti, 3 bar, un meccanico, un forno (utilizzato a turno dalle famiglie) e un parrucchiere.
Alle 17 partiamo a dorso dei dromedari. Siamo noi tre, Ibrahim e Barah, il cuoco.
Dopo circa mezz’ora arriviamo nel deserto ma proseguiamo ancora per due ore prima di accamparci. La notte scende ad una velocità incredibile… intanto aiutiamo Barah a tagliare le verdure e la carne e, dopo una cena a lume di candela e una bella chiacchierata, ci guardiamo attorno e rimaniamo estasiate. I nostri dromedari che si ciondolavano a qualche metro da noi, il suono del vento leggero, la luce di una candela che illuminava tutto attorno.
Dovevamo dormire sotto le tende ma il richiamo del cielo è stato troppo forte, decidiamo di trascorrere la notte nel sacco a pelo sotto un manto di stelle degno della migliore poesia. Ci sono certi momenti nella vita che ti porterai per sempre nel cuore, questo, per me, è uno di quelli.
Verso le 5 ci svegliamo (sommerse dalla sabbia) per ammirare l’alba dalle dune… e, dopo aver visto il sole sorgere, ritiriamo tutto e poco dopo, sul nostro dromedario, ritorniamo al riad.
Nel pomeriggio siamo andati con un 4×4 a visitare delle famiglie berbere nomadi, un’esperienza molto toccante e così lontana dalla nostra quotidianità.
Concordiamo con un’autista che l’indomani ci porterà fino a Ourzazate e da lì dovremo trovare un passaggio… vedremo!
Trascorriamo il pomeriggio in piscina e la serata tra djambè e bonghi e tantissima allegria… ovviamente con varie tazze di tè berbero! (sempre noi tre uniche donne)!
Bene, oggi non sappiamo davvero cosa potrà accadere… ci troviamo, come da accordi, con l’autista che ci porterà a Ouarzazate e, con varie tappe di straordinaria bellezza come le gole Todra e la valle delle Rose.
Arrivate a Merzouga troviamo un taxi collettivo e iniziamo questa avventura in compagnia di Aziz, l’autista, Hamad, l’ispettore scolastico e Mohamed, un altro passeggero. Dopo un silenzio iniziale di 20 minuti è bastata una battuta per far esplodere l’amicizia.
L’arrivo a Marrakech è stato a dir poco devastante… ricordiamoci che eravamo sempre in compagnia del tappeto di 15 kg che in Piazza Jamaa el Fna passava di mano in mano, e tra una folla che rubava il respiro e tre accompagnatori raccattati per strada, non so come, arriviamo al riad.
Passiamo la serata in un ristorantino dove ci gustiamo un “piattone” di riso per poi rilassarci sul tetto del nostro riad a mangiare una bella fetta d’anguria, mentre il cielo sembra avvolgerci come un lenzuolo leggero.
A Marrakech è molto probabile imbattersi in ragazzini che ti vogliono accompagnare a tutti i costi da qualche parte per racimolare qualche dinaro, è bene essere chiari dall’inizio per evitare spiacevoli inconvenienti.
Ci infiliamo in un’erboristeria dove oltre a comprare saponi e spezie ci beviamo un bel tè berbero… mai lasciar passare un giorno senza tè in Marocco!
I must di questa meravigliosa città sono sicuramente: fare colazione con un bel succo d’arancia nei tanti baracchini di Piazza Jamaa el Fna, un cous cous nei ristorantini nascosti del suq, contrattare, contrattare e contrattare sempre… sennò non c’è gusto, bere qualcosa in uno dei bar affacciati sulla piazza mentre tramonta il sole e tutto si anima di una magia che solo qui potrete percepire.
Passiamo gli ultimi due giorni ad Agadir da dove partirà il nostro aereo… ci rilasseremo con massaggi, scrubs e piscina.
Questo viaggio è stato davvero intenso, ricco di emozioni e di avventura… grazie ragazze per aver condiviso questa esperienza!
Ah Marocco, non vedo l’ora di tornare da te!
Stefy
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)
4 Responses
Sono stata diverse volte in Marocco. L’ultima,due anni fa,con un’amica. È un paese meraviglioso,tutto da scoprire. Abbiamo sempre viaggiato per quanto possibile con i bus di linea o con i taxi collettivi senza aver avuto alcun tipo di problema,anzi,abbiamo sempre trovato persone gentili e disponibili,pronte ad aiutarci!
Grazie mille Ornella, speriamo che questo dannato covid ci restituisca la possibilità di vivere nuovamente le esperienze di cui parli.
Si,speriamo presto. Grazie
Speriamo