Capitale:
Rabat
Moneta:
Dirham
Periodo migliore:
La primavera (da metà marzo a maggio) e l’autunno (da settembre a novembre) sono le stagioni migliori per un viaggio in Marocco. L’inverno è la dimostrazione del vecchio adagio “il Marocco è un Paese freddo con un sole caldo”: le temperature infatti sono miti durante il giorno, ma fredde di notte e addirittura gelide sui monti e nel deserto. Se partite in estate, limitatevi a visitare la costa e la regione dell’Alto Atlante, perchè nell’entroterra il caldo è soffocante.
In una parola:
Salamu’lekum (buongiorno)
Vaccini:
Al di fuori delle maggiori città le strutture sanitarie scarseggiano e sono male attrezzate.
A tavola:
Ottima la prima colazione a base di succhi di frutta, omelette, frittelle e paste dolci, di norma molto sostanziosa. Da provare i tagine (stufato), le pastilla (pasticcio di carne) e naturalmente il piatto nazionale: il couscous. Spuntini molto apprezzati sono gli spiedini alla griglia, kefta (polpette), pizze e brouat (involtini di pasta sfoglia). Come dessert, oltre ai classici kaab ed ghazal (“corna di gazzelle”, dolcetti di mandorle), in genere piacciono il couscous dolce e l’insalata di arance.
Avvertenze:
– Non bevete acqua di rubinetto. Il rischio di infezioni intestinali è alto, per cui fate attenzione all’igiene delle mani e del cibo.
– I tatuaggi con l’henné a volte contengono additivi che possono scatenare reazioni allergiche. Accettate solo quelli con il classico henné rosso, mai con il nero.
Esperienze da vivere: Contemplare i colori del souq di Marakech e tuffarsi nella meravigliosa Piazza Djemaa el-Fna; Passeggiare a dorso di un dromedario tra le dune del Sahara prima di addormentarsi in una tenda beduina nel deserto; Percorrere le intricate viuzze delle città imperiali di Fes e Meknes
A metà tra Europa e Africa, il Marocco è un paese che offre una grande varietà di paesaggi, cultura e luoghi meravigliosi da scoprire. Con un paesaggio incredibilmente vario, ce n’è per tutti i gusti: trekking sulle dune di sabbia del Sahara, escursioni per incontrare i popoli berberi del deserto, gite nelle montagne dell’Atlante, passeggiate nel cuore dei verdi palmeti… una cultura viva fatta di moschee, madrase e folklore locale. Ed ancora i profumi, i rumori e i colori dei mercati ed il prezioso artigianato locale.
Una visita non può mancare alle città più famose, come Marrakech, Fez, Casablanca e Tangeri, affascinanti città accomunate da un periodo glorioso che le ha rese uniche e ricche. Si ripercorrono le orme dei sultani nei palazzi e nei giardini riccamente decorati, si passeggia nelle strade delle Medine scoprendo scorci antichissimi.
Le grandi città marocchine sono un po’ caotiche ma ricche di cose da fare e da sperimentare. Infine, se volete rilassarvi un po’, basta dirigersi verso la costa atlantica e godere delle sue lunghe spiagge di sabbia finissima! Insomma, avrete solo l’imbarazzo della scelta.
Di seguito il racconto della nostra esperienza di viaggio.
Il nostro itinerario suggerito (12 giorni) | |
due giorni: | Casablanca, Rabat |
tre giorni: | Meknes, Fez |
tre giorni: | Rissani, Erg Chebbi, Gole di Dades |
quattro giorni: | Ouarzazate, Marrakech |
"Viaggiare ti allunga la vita, la riempie di volti e di paesaggi, di canti e di suoni e di orizzonti che ignoravi. Conosci dei vigliacchi che devono vivere da coraggiosi, e uomini coraggiosi costretti a vivere da vigliacchi. Le tue vecchie idee crollano e ne nascono di nuove. E viaggiare è ballare, come giustamente dicono i Chichewa, adattare il tuo passo a quello degli altri, girando nel vuoto seguendo suoni e ritmi che non conoscevi, sordo a tutto quanto non sia la melodia di una canzone fino ad allora sconosciuta."
- Javier Reverte - (Vagabondo in Africa)
Atterriamo a Casablanca, aeroporto principale del Paese, e che gestisce la maggior parte dei voli internazionali ma ripartiamo subito alla volta della capitale: Rabat.
L’assaggio di Rabat non mi è dispiaciuto, ci tenevo a visitare questa grande città del Maghreb spesso non valorizzata dai viaggiatori che si focalizzano piuttosto solo sulle città imperiali classiche. Rabat è il centro principale della cucina tradizionale e dell’architettura della nazione, un vero e proprio gioiello dove gli edifici coloniali, i viali adornati dalle palme e l’atmosfera cosmopolita rendono la città una meta imperdibile durante il vostro viaggio in Marocco.
Il palazzo reale, le guardie reali in alta uniforme, la moschea di Mohammed V, la Kasbah di Oudaias ma soprattutto la Medina con il suo souq caratterizzano la capitale del Marocco!
I souq hanno sempre un certo fascino… Migliaia di vicoletti labirintici animati da infinite persone che vendono, comprano, mercanteggiano, trattano… Tanti odori diversi, tanti colori che si alternano.
La Kasbah, antica fortificazione, mi ha colpito per i suoi colori bianco-azzurro, stile Santorini… Quei vicoletti stretti, i tanti scorci pittoreschi con ancora una volta il maestoso oceano che fa da cornice…
La visita di Meknes è molto interessante, resa tale anche dalle spiegazioni della nostra guida Bouchra.
La città di Meknes, composta dalla Medina, dalla Kasbah, da 25 moschee, da 10 bagni turchi e numerosi granai e palazzi, è stata la prima grande opera della dinastia alawita ed è oggi considerata una testimonianza esemplare delle città fortificate del Maghreb. Circondata da imponenti mura, lunghe 40 chilometri e con i bastioni che raggiungono i 15 metri d’altezza, intarsiate da 9 porte monumentali, al suo interno potrete passeggiare tra stupendi edifici in stile ispano-moresco risalenti al 1600.
Ci siamo persi nel suo intrigante souq fino a terminare la cena nel tradizionale Riad Bahia.
Cena tipica a base di antipastini con ceci, melanzane e peperoni, pollo cucinato con il tajine ecc.
Entrando a Fez (o Fes) vi sembrerà di aver fatto un tuffo nel passato e respirerete un’aria medievale: i vostri sensi si perderanno fra paesaggi meravigliosi, ricchi profumi e moltissimi colori.
Fez si divide in Città nuova o Fès el-Jedid, cioè la città imperiale costruita a partire dal 1200, dove si trovano la stazione, il Palazzo Reale e il quartiere ebraico, e la Città Vecchia, o Medina, chiamata Fès el-Bali, la più antica parte murata di Fes, un vero labirinto di stradine, oltre 9 mila, con mercati di ogni tipo, dai tappeti agli oggetti in ottone, della ceramica ai tessuti e alla pelle, e dove le merci vengono ancora trasportate a dorso d’asino. La Medina di Fez è disseminata di palazzi, medrese e moschee, meravigliosa la Moschea Karaouine, che i suoi artigiani hanno plasmato nel corso di mille anni.
La cosa che più mi ha sconvolto, soprattutto le mie narici, è stata la conceria.
Le Concerie di Fez, o Chouara, con il loro odore pungente, le enormi vasche di pietra piene di pigmento e le pelli stese ad asciugare una dietro l’altra, sono famose in tutto il mondo. Il quartiere delle concerie medievali di Fez è un luogo da non perdere se siete in visita nella più antica delle città imperiali del Marocco.
Qui sono utilizzati tutt’oggi gli stessi processi del XVI secolo, quando Fez si è imposta come leader nella loro produzione, per trattare le pelli di mucca, cammello, pecora e capra.
Le concerie sono accessibili ai turisti con una minima quota di ammissione ma potete ammirare lo straordinario spettacolo delle cisterne ad alveolo dai tetti a terrazzo dei numerosi negozi di pelletteria della Medina di Fez. I frenetici lavoratori, con le gambe nude colorate dai pigmenti multicolori, come il giallo curcuma, il blu indaco, il verde menta, puliscono le pelli, le ammorbidiscono, le colorano e infine le stendono ad asciugare.
Il momento migliore per visitare le Concerie è durante la mattina in quanto vi è più attività.
Interessante è la visita alla madrasa: la scuola coranica in cui i bambini studiano il libro sacro islamico per 30/40 anni.
Scuole finemente decorate e molto antiche!
Percorriamo un lungo tragitto per raggiungere Rissani con il suo mercato di spezie ma soprattutto di montoni ed asini.
In un largo spiazzo c’erano asini legati, alcuni con la sella, altri senza.
Mi hanno spiegato che quest’ultimi erano in vendita mentre i primi semplicemente parcheggiati; un vero e proprio parcheggio, al prezzo di 1 dirham al giorno, questo perchè l’asino, qui, è il mezzo di trasporto più usato.
Una distesa di dune che si estende a vista d’occhio, un orizzonte irraggiungibile e come unico suono la zampa di un cammello che affonda nella sabbia: Merzouga è il punto di partenza ideale per vivere il sogno del trekking nel deserto. Questa città a sud del Marocco, non lontana dal confine con l’Algeria, non ha monumenti o edifici storici di rilievo, ma è fondamentale perché da qui partono i tour a piedi, in cammello o in fuoristrada verso le grandi dune di Erg Chebbi.
Dopo aver indossato un turbante berbero raggiungiamo, a bordo di due jeep, il nostro uomo del deserto: Omar a Merzouga e dopo un romantico the nel deserto, in sella ai nostri fidati dromedari ci immergiamo nell’atmosfera sahariana al 100% per raggiungere il nostro erg.
Il silenzio del deserto rotto solo dal rumore sordo dei passi dei nostri dromedari è impagabile…
La traversata è abbastanza ardua, le nostre povere chiappe faticano non poco a reggere il ritmo dei nostri amici ruminanti…
Quasi due ore dopo conquistiamo le nostre anelate tende!
Godetevi una cena conviviale, tutti assieme riuniti sotto le stelle mangiando dallo stesso piatto, come facevano i beduini del deserto. Ascoltate le melodie a tratti ritmate a tratti struggenti della musica tradizionale, dopodiché abbandonatevi a un sonno ristoratore. Prima di addormentarvi ricordatevi di alzare lo sguardo al cielo e tenete pronti vari desideri da esaudire: non mancherete di vedere una – e probabilmente più – stelle cadenti.
Alle sei ci sveglia Salim: sta per sorgere il sole!
Ci ritroviamo presto sulla duna più alta per ammirare quest’ennesimo spettacolo della natura!
Giusto il tempo di un caldo the berbero che ripartiamo in sella ai nostri dromedari!
Il ritorno è anche più faticoso dell’andata. Le nostre natiche sono ancora un po’ provate!
Uno dei posti più spettacolari e scenografici del Marocco è la Valle del Dadès, un canyon non lontano dalle gole di Todra, a 110 chilometri da Ouarzazate, nel cuore della valle delle rose.
La Valle del Dades, o valle delle mille Kasbah, si è formata nel corso degli ultimi 600 milioni di anni attraverso le pareti delle montagne dell’Alto Atlante grazie al fiume Dades e, da centinaia di anni, è la strada principale tra il deserto e le antiche oasi commerciali del Tifilalt.
I suoi paesaggi lunari vengono squarciati da numerose oasi, palmeti e bellissime Kasbah offrendo al visitatore uno spettacolare contrasto tra le brune formazioni rocciose e i colori brillanti di mandorli, fichi, noci e betulle.
Le Kasbah disseminate in questa valle sono assolutamente da non perdere, bellissime quelle di Skoura, un’oasi meravigliosa con una stupenda vista sulla catena montuosa dell’Atlante, anche se la bellezza naturale della zona è il vero tesoro.
Ma la nostra destinazione odierna è ancora lontana.
In una parte remota del Marocco al confine con la catena montuosa del Jebel Sarhro, si trovano le Gole di Todra, uno dei canyon più spettacolari del mondo. Alte pareti di roccia rosa e grigia scavate dall’acqua vi si apriranno davanti agli occhi lasciandovi meravigliati dalla loro imponenza.
Dal nome che sembra uno scioglilingua non si direbbe mai che Ouazarzate sia una città così importante, invece ha sempre saputo sfruttare la sua posizione strategica tra Marrakech e il deserto per far fiorire attività e commerci ed è la più grande delle città nelle oasi pre-sahariane del Marocco.
Per secoli fu una stazione di posta per le carovane dirette a Timbuctu, negli anni Venti divenne un presidio del colonialismo francese e negli anni Cinquanta divenne il set cinematografico dove sono stati girati film ambientati in località esotiche, remote o non più esistenti come il Tibet, la Roma antica o la Somalia (da qui il soprannome di Ouallywood).
Qui ci perdiamo tra le scenografie dell’Atlas Studios.
Una sorta di Cinecittà marocchina, set di numerosi film internazionali, da: “Asterix e Obelix” a “Cleopatra”, da “Ben Hur” al “Gladiatore” ecc.
Finalmente arriviamo nella sfavillante Marrakech!
Perdersi nella medina di Marrakech (o Marrakesh) è una delle esperienze di viaggio che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita: a ogni angolo vi attende una nuova sorpresa, una nuova meraviglia.
Gli sfarzi dei sultani, il colore caldo della pietra, le intricate vie della medina, le tonalità accese dei tessuti in vendita al mercato, il muezzin che con il suo canto richiama i fedeli alla preghiera: sono queste le prime meraviglie che vi attendono a Marrakech.
La piazza Jemaa El Fna di sera è magnifica!
L’attrazione top di Marrakech è Jemaa el Fna, la piazza principale della città: pulsante di vita a tutte le ore, è animata da mercanti, musicisti, artisti di strada, giocolieri, incantatori di serpenti e turisti che accorrono a frotte. Vivace di giorno, suggestiva di notte. È il posto perfetto per assaggiare lo street food marocchino e per assistere a spettacoli all’aperto che vi catapulteranno in un Marocco d’altri tempi.
Cena a base di cous cous sulla terrazza assaporando gli ultimi frammenti del Marocco.
Con la nostra guida: Hamid, visitiamo alcuni dei monumenti più importanti della città.
Palazzo Bahia: un magnifico palazzo nella Medina che meriterebbe un nome che ne esalti con maggior enfasi la grandiosità. Per la sua costruzione il gran visir Si Moussa non badò a spese e impiegò i migliori artigiani del paese per ben 14 anni: il risultato è un sontuoso edificio con oltre 150 sale riccamente decorate. Potrete vederne solo alcune, ma saranno sufficienti a lasciarvi a bocca aperta per la meraviglia, ammaliati da soffitti intarsiati o affrescati, marmi bianchi di Carrara, mosaici gialli e blu, sete preziose, vetri colorati e altre ricchezze degne di un imperatore.
Tombe dei Saaditi: ancora opulenza e lusso: questa volta però si tratta di un complesso funerario. Le sfarzose Tombe dei Saaditi furono costruite per volontà del principe saadita Ahmed al-Mansour, vissuto a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento. Cadute nel dimenticatoio per secoli, furono riscoperte solo nel 1917: un tesoro ancora poco noto, a cui si accede tramite uno stretto passaggio dalla Moschea di Kasbah.
Moschea della Koutoubia: purtroppo anche la Moschea Koutobia, come quasi tutte le moschee in Marocco, non è visitabile dalle persone non musulmane. Sarebbe però un peccato lasciare Marrakech senza essersi preso il tempo di ammirare dall’esterno questa meraviglia architettonica. Le intricate ed elegantissime decorazioni del minareto, la torre costruita nel XI secolo ispirata alla Giralda di Siviglia: l’occhio si perderà sognante tra armoniosi elementi decorativi, chiavi di volta, merlature in pietra a vista.
Ma è ora di rituffarsi nelle vie labirintiche del souq!
Vagate solitari attraverso quelle strettissime vie in cui vendono di tutto… tappeti, tajine, borse, spezie, animali… Se sei a Marrakech, perditi nel suo souq… fatevi rapire dai suoi odori, lasciatevi incantare dai suoi colori e solo così potrete dire di aver vissuto un po’ di Marocco!
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