Capitale:
Guatemala City
Moneta:
Quetzal guatemalteco
Periodo migliore:
Tutto l’anno
In una parola:
Basta que basta (è abbastanza)
Vaccini:
Nessuno
Esperienze da vivere:
Girovagare senza meta tra le pittoresche e colorate viuzze della vecchia capitale Antigua respirando l’aria del periodo coloniale; Partecipare ad una celebrazione religiosa nella maestosa cattedrale di Chichicastenango prima di tuffarsi nel suo movimentato mercato cittadino; Visitare, in barca, tutti i paesini sulle sponde del meraviglioso Lago de Atitlan.
In questa meravigliosa avventura ci siamo concentrati su alcuni Stati dell’America Centrale; lentamente, on the road, utilizzando, centinaia di coloratissimi bus e van locali, abbiamo percorso tutta la lunga lingua di terra che collega le due Americhe.
Siamo partiti dal Guatemala dopo esserci innamorati della sua antica cultura maya, i suoi abiti così tradizionali, i suoi mercati e la sua gente così religiosa, abbiamo attraversato il piccolo El Salvador in autostop fermandoci nelle cittadine più suggestive; abbiamo poi proseguito verso sud attraverso il famigerato Honduras con i suoi siti Maya e le sue isole tropicali; ci siamo innamorati del Nicaragua con le sue città coloniali, i suoi vulcani, la sua gente della “revolucion” fino a giungere alla modernissima Costa Rica, con le sue spiagge, i suoi parchi nazionali e la sua natura lussureggiante! Abbiamo saltato solo Belize e Panama, avendoli vistati in viaggi precedenti!
Qui la parte dedicata al Guatemala!
Il nostro itinerario suggerito (8 giorni) | |
tre giorni: | Guatemala City, Antigua |
due giorni: | Chichicastenango (mercato) |
due giorni: | Panajachel (tour dei villaggi dell’Atitlan) |
1 giorno: | transfer per Guatemala City e volo per molte destinazioni del continente americano o ingresso in El Salvador |
Atterriamo nella capitale: Guatemala City dopo molte ore di volo. Molti scorci ci ricordano un pò la cittadina filippina di Cebu. La gentilissima Claudia, un nostro contatto di couchsurfing, ci accompagna in auto ad Antigua e, lungo il tragitto, noto una piccola famiglia che, seduta in cerchio, prega in un parco; donne dagli abiti coloratissimi mi sorridono; bimbe dagli occhi grandi color pece giocano nascondendosi sotto le vesti delle mamme. Che sensazione di pace!
Purtroppo arrivati ad Antigua scopriamo che i signori dell’ “Hotel Dionisio” non hanno mantenuto la nostra prenotazione e ci ritroviamo il primo gennaio sera, dopo 14 ore di volo senza un albergo!
Gli imprevisti ci piacciono! Dopo 2 ore di ricerca, stanchi morti, troviamo un alberghetto molto spartano e poco dopo subito in giro con Claudia tra mercatini di artigianato, stradine coloniali e aria natalizia!
Antigua… con i suoi vicoletti coloniali di acciottolato e con le mura color pastello… Questa città alle pendici di ben tre vulcani (Agua, Fuego e Acatenango) è stata capitale del Guatemala fino al 1773 anno in cui fu rasa al suolo da un terremoto devastante.
Chichi, come la chiamano i locali, ci ha proprio rapiti!
I suoi colori, i suoi rumori, la sua gente, la sua storia, l’aria magica che si respira mentre sei seduto sui gradini di St. Thomas ed osservi i “quiche” recitare dei rituali religiosi facendo bruciare della resina di coppale o mentre passeggi tra le tombe colorate del “Cemeterio General”.
Le donne dagli abiti multicolori e dai lunghi capelli corvini affollano le stradine vendendo di tutto e noi ci incantiamo ad ammirare la quotidianità che ci scorre dinanzi agli occhi come un appassionante documentario.
“Pana”, così com’è chiamata dai locali, è una tranquilla cittadina sulle sponde del lago di Atitlàn, oggi partiamo proprio alla scoperta dei suoi “puebli”.
San Juan la Laguna.
Piccolo paesino di artigiane tessili; gironzoliamo senza meta intrufolandoci nel suo intimo rimanendo incantati dalla pace che ovunque si respira.
Dopo venti minuti di navigazione siamo a San Pedro la Laguna.
Una lunga ma piacevole salita ci conduce nel centro del piccolo pueblo. Mercatini di frutta e verdura colorata, bancarelle di abiti usati vendono a nostalgici hippies.
Santiago de Atitlàn. All’interno della cattedrale una trentina di donne in ginocchio dinanzi l’altare recitano il rosario tra preghiere e canti suggestivi.
Seguendo la Lonely Planet partiamo alla ricerca di “Maximòn”, un pupazzo, frutto di vecchie credenze Maya, molto venerato qui. Ottima scusa per intrufolarci nei vicoli più segreti di questa piccola cittadina.
È già ora di andare. Dopo una colazione luculliana a base di pancake preparata dalla dolce Sandra, nostra amica di couchsurfing, partiamo alla volta della famigerata Guatemala City, da lì sarà tutt’un’avventura fino ad Ahuachapan.
Per una lunga serie di combinazioni ci ritroviamo a bordo di un vecchio taxi con Ricoberto e la moglie Liliana che per 100 dollari, (mai pagato così tanto!) ci conducono, tra mille peripezie fino al confine con l’El Salvador. Da lì ci inventeremo qualcosa!
I 120 km che separano la pericolosa capitale guatemalteca dalla frontiera di Villa Nueva sono parecchio tempestosi… Prima ci fermiamo incolonnati perché stanno rifacendo il manto stradale e qui, quando succede, l’ANAS locale risolve il disservizio semplicemente chiudendo per due ore entrambi i sensi di marcia! Caldo soffocante e preoccupazioni varie visto che alle 17.00 la frontiera chiude e da lì in poi è tutta un’incognita!
Finalmente ripartiamo ma poco dopo sentiamo un fischio provenire da fuori… Ricoberto rallenta, poi le quattro frecce… è come temiamo… abbiamo forato… Scendiamo subito (fortunatamente aveva una ruota di scorta… mai vista una ruota così liscia…) e ci mettiamo all’opera anche perché insieme a noi si ferma pure un pick up con tre uomini poco rassicuranti che ci osservano a mò di squali… Liliana trema già di paura… e meno male che vive nella zona più pericolosa di Guatemala City.
Ecco in lontananza la frontiera. I due ci lasciano perché non possono proseguire oltre e, tra tante raccomandazioni, li salutiamo mentre veniamo assaliti da mille rigattieri, taxisti e farabutti vari.
Ma un angelo custode viene in nostro aiuto: Daniel, un missionario spagnolo che vive in Centroamerica da 15 anni e che ci aiuta a raggiungere la nostra meta finale in El Salvador. Siamo esausti!
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