Capitale:
Tehran
Moneta:
Rial
Periodo migliore:
da Marzo a Novembre
Vaccini:
Consigliata antitifica
In una parola:
Masha’allah (così vuole Dio)
Esperienze da vivere:
Sorseggiare un the al tramonto nella piazza Enam Khomeini di Isfahan; Perdersi nei vicoli labirintici di Yazd; Vivere in una casa tradizionale di Kashan
Nonostante mille timori sul partire per questa terra lontana e considerata ancora “pericolosa” con una bambina di un anno al seguito, decidiamo di farci forza e di partire per questa avventura. Scopriremo presto che tutti i pregiudizi sono infondati incontrando uno dei popoli più generoso ed ospitale del mondo. Partiamo da Yazd, nel sud dell’Iran, risalendo, lentamente, via terra, verso la capitale attraverso alcune delle città più storiche e tradizionali della vecchia Persia.
Il nostro itinerario suggerito (14 giorni) | |
due giorni: | Tehran |
due giorni: | Yazd |
un giorno: | Toudeshk |
cinque giorni: | Isfahan |
quattro giorni: | Abyaneh, Kashan, Tehran |
L’Iran ti intimorisce… lo sguardo duro di Khomeini nei manifesti sparsi per la città sembra ammonirti e ricordarti di “comportarti bene” in questa nazione che ci ospiterà.
“Comportarsi bene” è relativo in un Paese dove i militari controllano il velo delle donne, dove i fidanzatini non possono passeggiare mano nella mano ma dove è considerato sensuale rifarsi il naso o le labbra
Ci colpisce la cortesia gratuita degli iraniani, il loro farsi in quattro per cercare di darti una mano quando ti vedono in difficoltà con una mappa tra le mani per strada, il loro voler “attaccar bottone” con lo straniero per ascoltare storie di un altro mondo, un mondo lontano e spesso quasi proibito dalla burocrazia ma soprattutto per raccontare… spiegare la propria storia per abbattere antichi pregiudizi che tuttora “frenano” il turismo occidentale. La loro spontanea socievolezza e cortesia è disarmante.
Si vede che le ragazze sono stanche di questo velo, lo si vede da come lo indossano lasciando scoperto quasi tutto il capo… c’è aria di cambiamento, di modernizzazione!
Tehran è immensa! Conta una dozzina di milioni di abitanti che contribuiscono attivamente a rendere il traffico cittadino infernale! È veramente allucinante, senza regole, tutte queste vecchie auto scassate che circolano, ti sfiorano, ti soffocano con i loro gas velenosi.
Ci ospita una famiglia di couchsufers: Meysam, la moglie Tina e la figlia Parmisa; ci accolgono con una cenetta tipica iraniana, seduti a terra, su vari tappeti persiani, tra specialità locali trascorriamo una bella serata in amicizia.
Ci immergiamo nei vicoli tentacolari del Grand Bazar, il mercato più grande della Nazione; è come una città nella città, comprende 10 kmq di negozi coperti, è la Wall Street della città, il luogo dove vengono fissati i prezzi dei beni di prima necessità, comprende varie moschee, pensioni e persino una chiesa.
Golestan Palace. Patrimonio dell’Umanità, questo monumento alle glorie della dinastia qajar si trova in quello che un tempo era il cuore di Tehran. Il Palazzo è impreziosito da sofisticate decorazioni, dipinti, specchi in stile europeo che testimoniano l’ossessione dei regnanti dell’epoca per l’Europa e la Francia.
L’Iran è sorprendente, quando passi per strada tutti ti sorridono, ti salutano, molti si fermano a giocare con Nora, le danno caramelle, pane e carezze, sussurrando: “welcome to Iran”.
E pensare che a casa tutti ci dicevano “state attenti, non date confidenza”…
Qui è praticamente impossibile non darla, al Parco E-Shahr, alcune ragazze ci invitano al loro pic-nic offrendoci the e frutta. La loro gentilezza ti lascia senza parole.
Museo dei tappeti persiani. Non avevo mai considerato l’immenso lavoro che c’è nella creazione di queste opere d’arte. È incredibile la difficoltà dei particolari, il grande numero di nodi di tessuto per cm o millimetro. Ho visto alcuni tappeti che contavano 70-80 nodi in 7 cm e parliamo di tappeti di anche 5 metri.
Alcuni tappeti sono davvero eleganti e solo ora capisco il motivo del loro valore!
Con un taxi preso grazie a “Snapp”, raggiungiamo il Tajirish Bazaar.
“Snapp” è un’app estremamente utile in Iran, richiedi un passaggio da un punto all’altro della metropoli, quando accettato, ti appaiono i dati del driver ed il prezzo, molto economico… lo useremo praticamente tutti i giorni nelle città più grandi e non hai nemmeno bisogno di acquistare una SIM locale perché basta chiedere per strada e tutti saranno pronti ad aiutarti chiamandolo per te.
Tajirish Bazaar, è un mercato molto colorato dove si vende di tutto. I suoi vicoletti strettissimi brulicano di gente, gli odori di coriandolo appena macinato si mescolano a quelli dei vari incensi. È entusiasmante passeggiare senza meta perdendosi senza troppi pensieri.
Oggi voliamo verso il sud dell’Iran, nell’area desertica, speriamo solo non faccia troppo caldo.
Con i suoi vicoli tortuosi, stretti, veri e propri labirinti di fango e paglia, le torri del vento e le case basse della città vecchia, Yazd ci accoglie in un caldo pomeriggio di settembre!
Gli alti bagdir (torri del vento) costruiti per raccogliere ogni più piccolo movimento d’aria calda che, passando attraverso una vasca di acqua fredda, la rinfresca e la diffonde dando un leggero refrigerio!
Incastonata tra il deserto settentrionale di Dasht-e Kavir e quello meridionale di Dasht-e Lut, Yazd è un piccolo gioiellino nel sud.
Alloggiamo presso il Silk Road Hotel, un’antica casa tradizionale, dinanzi alla Jameh Mosque. Un luogo magico e pittoresco. Il cortile interno è molto curato, elegante nel suo folklore, c’è una piccola vasca d’acqua al centro e tanti divani tutto intorno. Ottimo anche il ristorantino interno che ti dà l’opportunità di assaggiare tante specialità del posto, imperdibile la carne di cammello! Grazie Alì per la calorosa accoglienza.
Se esci nel primo pomeriggio a Yazd non trovi nessuno in giro, tutti i negozi chiusi… la sera, invece, non hai neppure lo spazio per muoverti!
Jameh Mosque domina la città vecchia, di notte poi, diventa incantevole. Il suo portale è tutto piastrellato ed i colori blu turchesi, al tramonto, sono davvero da brividi. I suoi minareti sembrano che facciano da guardiani a questa città color biscotto.
Complesso Amir Chakhmaq. Uno degli edifici più riconoscibili di tutto l’Iran, ampie e profonde nicchie tutte in fila che si affacciano su una bella piazza, ti fanno sognare e immaginare come poteva essere l’antica Persia.
Di fronte c’è il bazar dell’oro. Mi si avvicinano curiosamente un gruppetto di ragazzine, mi guardano sorridendo e mi fanno capire che non parlano inglese… un mercante mi dice che quelle donne non parlano neppure il farsi: sono afghane!
Finiamo a pranzare da Malek-o-Tojiar, un delizioso ristorantino all’interno di una splendida casa tradizionale.
Dall’alto della terrazza di un albergo, in uno degli innumerevoli vicoletti, godiamo di un tramonto da favola… le cupole, i minareti, i bagdir, tutto era al posto giusto sotto una luce calda, dorata, perfetta!
Quando un imprevisto ti porta a vivere un’esperienza straordinaria.
Questa mattina dovevamo andare a prendere il bus per Abarkooh, nel tragitto in taxi dall’albergo al bus terminal, veniamo a conoscenza della difficoltà di poter raggiungere Isfahan da Abarkooh, nostra tappa successiva… in pochi minuti cambiamo tutti i programmi, riusciamo a: cambiare il biglietto del bus, prenotare un nuovo hotel, disdire il precedente, imparare che in Iran esiste un villaggio chiamato Toudeshk e partire!”
Non dimenticherò mai la faccia e l’espressione del baffuto autista del nostro bus da Yazd a Toudeshk… dove? Neppure la Lonely Planet menziona questo piccolo villaggio di fango tra Nain ed Isfahan… ma non avevamo alternative!
Dopo tre ore di viaggio lungo un paesaggio desertico molto arido dove molto raramente appariva un piccolo paesino attorno ad una moschea… improvvisamente il bus si ferma… guardiamo fuori dal finestrino… il nulla… 35° gradi… tutti i passeggeri si guardano interrogandosi se fosse successo qualcosa… il driver si avvicina urlandoci: Toudeshk!
Scendiamo… il driver poggia i nostri zaini sul terreno polveroso e, preoccupato, ci guarda con un’espressione molto eloquente: “Ed ora che fate qua?”
Noi la prendiamo con filosofia, fingendo che sappiamo ciò che stiamo facendo, gli sorridiamo augurandogli buon viaggio! Il bus riparte… la scena è comica… persino Nora ci guarda perplessa!
Scoppiamo a ridere e ci avviamo verso l’unica baracca… spunta un uomo grassoccio, ci guarda e dice: “Mohammad Jalali” (il nome del proprietario della Guesthouse prenotata dal bus terminal)… quasi fosse una parola in codice, annuisco e due secondi dopo ci ritroviamo ammassati a bordo di un pick up con i nostri zaini e passeggino nella parte posteriore tra sacchi di cemento e calce!
Varcato l’uscio del Tak Taku Guesthouse… un’oasi del deserto… pace, tranquillità… Mohammad ci accoglie assonnato.
Ci racconta la sua storia: quando era bambino vedeva gruppi di ciclisti e motociclisti europei che, percorrendo la via della seta, si recavano in India o Cina… Molti si fermavano a Toudeshk dove, allora, non esistevano alloggi… tutto comincia per gioco, senza conoscere l’inglese, inizia ad “ospitare” questi uomini che provenivano da così lontano… li aiuta a piantare le tende nel cortile della vecchia casa dei suoi genitori, offre loro acqua calda per la doccia e piano piano matura l’idea di costruire qualcosa… con enormi sacrifici nasce la sua amata guesthouse.
Facciamo due passi per il piccolo villaggio di fango… incontriamo donne che si avvicinano per salutarci e darci il benvenuto… Giungiamo alla magnifica moschea dove Mark si ritrova a giocare a ping pong con dei ragazzi del luogo mentre Nora corre e scherza con delle bambine.
Nora, dolce amore. La vedo felice, la vedo interagire con bambini così lontani geograficamente e culturalmente da lei e, al tempo stesso, vedo che non importa la lingua, le tue radici: i bimbi sono bimbi, giocano e si divertono, si sorridono e si accarezzano. Amo il mondo e amo mia figlia nel mondo che ogni giorno ci regala momenti unici ed irripetibili.
In serata mangiamo a terra tutti assieme, parliamo, ridiamo e ammiriamo questo magico luogo che, di notte, illuminato, diventa ancora più incantevole.
In taxi arriviamo, facilmente, ad Isfahan!
Isfahan è strepitosa. È definita: il capolavoro dell’Iran, il gioiello dell’antica Persia, una delle città più belle del mondo islamico. I raffinati mosaici delle piastrelle azzurre degli edifici, il suo vasto bazar ed i suoi romantici ponti ti conquisteranno subito.
È una città che si visita a piedi perdendosi nel suo bellissimo bazar, oziando nei suoi stupendi giardini sorseggiando un tè e scambiando due chiacchiere con i curiosi e socievoli abitanti.
Isfahan è soprattutto il luogo in cui assaporare le raffinatezze della cultura persiana, evidenti in Imam Square, nel Palazzo di Ali Qapu, Imam Mosque e nelle zone circostanti.
Il Ponte Khajoo illuminato al tramonto, un piatto di pollo o halil (passato di melanzane, formaggio e curcuma) accompagnato da un gustoso humus, una passeggiata lungo Khajoo Avenue mentre la frenetica vita cittadina ci passa davanti agli occhi sono solo alcune delle cose che abbiamo apprezzato finora.
Alloggiamo presso il Khajoo Hotel, un bellissimo hotel 4 stelle aperto da pochi mesi, sicuramente la miglior scelta per chi visita questa pittoresca città, ospiti del grande Meysam.
Jolfa. Quartiere armeno di Isfahan. Risale ai tempi dello Scià Abbas I che trasferì, in massa, questa grande colonia cristiana dalla città di Jolfa, nord Iran, ad Isfahan.
I cristiani armeni erano molto ricercati per la loro bravura come mercanti o artisti, basta guardare le pareti interne della cattedrale di Vank per comprendere la loro abilità ed arte.
Nella Moschea di Jameh incontriamo Alì, un giovane imam, è seduto dietro un tavolino con un cartello “free talk about islam”. È sempre molto interessante confrontarsi con persone così diverse da noi e ne approfittiamo per scambiare due chiacchiere con lui.
Alì è uno studente del Corano, indossa una tunica marrone ed un turbante nero (indica che è un lontano discendente di Maometto).
È un religioso e, in quanto tale, punto di riferimento per la gente che può consultarlo per qualunque problema morale…
Bazar di Bozorg. Mi colpiscono gli abiti da donna colorati, corti, brillantinosi, l’intimo sgargiante, scarpe con tacchi vertiginosi… poi ti guardi intorno e vedi tutte le donne coperte di nero…
Ti chiedi come possa essere la loro vita a casa, con i propri familiari, durante le loro feste… sono donne così belle e, sotto quei veli, nascondono davvero un mondo. Attentissime al trucco, alla nail art, alla cura del corpo
Abyaneh, piccolo villaggio pittoresco e patrimonio mondiale dell’UNESCO. I suoi vicoli ripidi e tortuosi, fatti di fango e pietre, si snodano tra le case color ocra con le grate alle finestre e piccoli e fragili balconi in legno.
Adagiata ai piedi del monte Karkas, Abyaneh è rivolta ad est per ricevere il massimo di ore di sole; d’inverno deve fare molto freddo qui… le case furono costruite l’una accanto all’altra per difendersi dalle frequenti incursioni dei predoni…
È una città di 2500 anni con pochissimi abitanti a circa 2000 metri d’altitudine. Le donne indossano chador fiorati e gli uomini lunghi pantaloni neri molto larghi, addirittura hanno mantenuto il proprio dialetto arcaico.
Entrare in questo piccolo villaggio è stato come fare un passo indietro nel tempo.
E’ difficile descrivere la bellezza delle antiche case tradizionali iraniane.
Visitiamo Khan-e-Abbasin. Un complesso di sei edifici su diversi livelli, gli stucchi sulle pareti sono eccezionali, le vetrate, gli specchi: luce per gli occhi…
Khan-e-Tabatabei. Costruita nel 1834 da un facoltoso mercante di tappeti, è caratterizzata da intricati rilievi scolpiti nella pietra, le vetrate istoriate, gli stucchi e la sala degli specchi faranno impazzire ogni macchina fotografica!
Godiamo di una bellissima vista sulla città dal tetto dell’hammam del sultano Mir Ahmed. L’interno è tutto piastrellato delle tonalità del giallo e del blu… chissà come doveva essere ai tempi del sultano! Davvero un posto da mille e una notte!
Kashan è la città più ricca dell’Iran in termini di architettura, ovunque ti giri ci sono caravanserragli con soffitti mozzafiato, ricche case tradizionali finemente decorate e molto eleganti.
Si dice che i Re Magi siano partiti proprio da Kashan per andare ad onorare la nascita di Gesù a Betlemme. Il fatto potrebbe essere vero visto che i Magi erano sacerdoti zoroastriani.
Kashan è la città più ricca dell’Iran in termini di architettura, ovunque ti giri ci sono caravanserragli con soffitti mozzafiato, ricche case tradizionali finemente decorate e molto eleganti.
Lasciamo Kashan per rientrare nella capitale, il luogo più strategico per iniziare e finire un viaggio del genere.
Il viaggio in VIP bus di tre ore trascorre abbastanza velocemente, un po’ meno l’ora di taxi nella congestionata, trafficata ed inquinata Tehran.
Ecco, forse questa è l’unica cosa che non mi piace dell’Iran: il suo traffico incontrollato, senza regole e l’asfissiante smog!
Quanto ci hanno colpiti questi splendidi iraniani. In ogni luogo abbiamo incontrato persone speciali che, con gratuita generosità, hanno cercato di accoglierci nel migliore dei modi. Sono belli, sono puri!
Vedi papà affettuosissimi con i figli e con le proprie mogli, dolci nei modi. Molti ci hanno confidato che non vorrebbero che le mogli indossassero il velo ma lo Stato lo impone; vorrebbero vederle libere, libere di esprimere se stesse! Quanti pregiudizi che il mondo ha nei confronti di tutto ciò che è collegato all’islam.
Quante volte mi son sentito dire, parlando dei tanti falsi pregiudizi: “Noi iraniani siamo come voi Occidentali”… Non è vero cari amici… voi siete migliori di noi!
Trascorriamo queste ultime ore nell’immenso parco di Sa’d Abad dove visitiamo il Palazzo Bianco, residenza estiva dello Scià e rimaniamo incantati da un tappeto di 140 mq con 150 nodi per pollice. Impressionante!
Tempo di impacchettare tutto… anche questa esperienza volge al trmine. grazie Iran per tutto ciò che ci hai insegnato!
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58 Responses
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That’s the experience of all foreigners who visit Iran. ❤️❤️❤️❤️
hi but you didn’t visit north of Iran
like Rasht, Bandar e anzali , masooleh, subatan Talesh, Lahijan…
https://www.tripadvisor.com/Attractions-g3532582-Activities-Gilan_Province.html
best regards
Thank you so much
Bello , come avete prenotato dall’ Italia? Il visto si può fare in aeroporto! Da quel che ho capito non avete utilizzato guide private ! Volevo andare alla fine di luglio ed agosto.Giuseppe
Ciao Giuseppe, il visto lo devi ottenere prima di partire o tramite ambasciata o tramite agenzia e se ti serve posso consigliartene una davvero efficiente di milano. Tutte le prenotazioni fatte o sul posto o tramite google prima di partire e tutto in autonomia senza guide
Leggermente caldo in quel periodo 😉 Io vorrei andarci nel periodo del nostro Natale/Capodanno.
Dipende dalle aree che visiterai ma cmq nel sud, se vai nel periodo di dicembre, starai benissimo!
A wonderful job, so interesting and emotional, thanks a lot, kind regards and love to you and your lovely family specially for that sweetheart beautiful Nora, God bless.
Thank you so much dear Shadi… we have lived a wonderful adventure in your interesting country
Very interesting.
Looking forward to visit Iran soon.
Since I am a drone owner, I was wondering if it came to your attention what are the laws regarding drones. I would bet that they are strictly forbiden, but since you were “on the field”, what is your feedback?
Thanks!!
Well, actually i havent seen anyone using them and i wouldnt wonder if in important and tourisit cities it might be forbidden, but iran is so huge and there are so many desertic places where you can try that without problems… i m sorry if i cant be helpful
L’Iran è un paese che non immagineresti mai, visti i racconti che ne fanno i media da noi.
È un Paese talmente accogliente, disponibile che certe volte ti imbarazza.
La gente è gentile e disponibile, ci è accaduto di perderci e non ci siamo mai sentiti in pericolo, la gente, con i loro sorrisi hanno fatto a gara per esserci utili.
È un popolo colto, almeno nelle grandi città e con un grande orgoglio per il proprio passato di grande civiltà.
La gente ha voglia di comunicare, di ascoltare ma anche di trasmettere il loro pensiero e la grande voglia di apertura al mondo.
Ci sono andata con mille pregiudizi e ne sono uscita con una idea totalmente diversa.
Ovviamente non parlo del regime teocratico, spione ed ottuso che governa questo grande Paese dalla grande storia.
Mi sono soffermata solo su un aspetto, ma L’Iran è anche uno splendido Paese dove l’arte e la cultura si respirano in ogni granello di sabbia.
E’ un Paese che deve essere vissuto per capirlo a fondo… Non vediamo l’ora di ritornarci!
Un’esperienza bellissima, un racconto che regala tanto, mi è piaciuto leggere ogni cosa ma la tappa che mi ha entusiasmato di più è stata Toudeshk, lo definirei un imprevisto fortunato .
Sì, quella di Toudeshk è stata una vera avventura! ahahah
Credo che dovrò visitare presto questo paese che ha entusiasmato così tanta gente. Grazie per questo resoconto così preciso e puntuale. ❤️
Fai bene cara Debora, è un Pease molto interessante abitato da persone UNICHE
Hi, I have a few criticism regarding your post about Iran. First, the front cover picture you have chosen could have been a more happier and vibrant image. We have many women/girls in Iran wearing chador – the long black-navy blue covering similar to the covering of Virgin Mary in the pictures – who are happy, smiley and content. So presenting a women in chador who looks a little grumpy adds to all the common prejudices. Second, you said, “girls are tired of this veil”, well this is also not true and very much one-sided as how westerners like to picture the women in Iran and their relationship with the veil (hijab) and modesty. If you want to be fair and just, then you have to talk to a good number of people with different backgrounds and beliefs and then make a *general* statement. Of course there are always a number of people who believe in the veil/modesty and a number who don’t. Based on the rules of the country right now, in public places, people should have a certain amount of covering for their head and body, that does not require a very tight/strict covering, so people who are not believers of complete hijab (complete such as the pictures of Virgin Mary or the nuns) will partially cover themselves, part of their hair can show up, etc. This does not conclude to the fact that they are tired of the veil, it simply means that they don’t believe or they don’t like to cover in the full modest way. Finally, to conclude my words, equivalenting *Modernization” with removing the head covering or the body clothing modesty is very naïve. A country would not become “Modern” when the women in that country are uncovered. You can be a women who is modestly covered and still be modern, open-minded, active, professional, educated, athletic, leader and so on …. In the end what matters is righteousness ….
Dear Mahsa, first of all I really thank you for your awesome comment ‘cos I love the confront with other people. I apologize if something might be misunderstood and of course my whole photo reportage is based only on my personal and subjective experience in your stunning Country.
When I talk about “modernization” I dont necessarily mean to uncover your head but just to BE FREE to behave as you prefer… of course always respecting your religion and your believes… and this ‘cos Stefy has been forced to wear the veil wherever (not only in mosques I mean) and all the times… I dont think I’ have prejudice otherwise I would have never brought my 1 year old baby with us there and I still consider Iran as the most welcoming and hospitable place in the world… Really sorry if we havent manage to spread this message! Mark
Dear Mark,
I would like to thank you for your response and your understanding. I am glad that you had a good time in Iran and I hope that you gain wisdom the more you adventure around the world. I applaud your decision to travel to Iran despite the many false negative news that the western media tries to propagate and hopefully people like you can spread the beauties they see in my country.
I have to kindly disagree with your sentence that “One should BE FREE to behave as he/she prefers”, if one was free to behave as they wanted, the world would have been a mess, a very chaotic situation. If by that sentence you meant free to wear *whatever* they wanted, instead of “behaving however” they wanted, I still disagree. We have to understand the roots of the laws in a society, so why do we have laws? because we need them to regulate the rights and needs of the people in that society. In many countries there are certain dress codes with respect to the cultures, norms and beliefs of that country. Some countries only have attire laws that prohibit nudity; some others forbid “indecent exposure” that would be decided by the judge in each case, and many other different dress code laws that are present for each society or occupation.
In Islam, the way you present yourself in public has an effect on others, so it’s not solely your own business but rather public rights should also be observed. This would also include orderly conduct of behavior, and acts such as public lewdness is forbidden. Of course, holding hands and kissing cheeks of your spouse or loved ones are okay. The discussion about the rights of people with respect to each other regarding their clothing and behavior is long and maybe here is not an appropriate place for that, but in short, it is clear that the way a human dresses/behaves in public affects the mental well-being of both the females, males, children and families and therefore, there should be laws that maintains the rights of all.
To conclude, Iranian law requires that all women wear hijab upon reaching puberty, but it doesn’t specify the form. Due to all the rumors spread throughout the media Iranian dress code has become one of the travelers’ main concerns. However; the Islamic rules about clothing are not as strict as they may initially seem. Against the common belief women in Iran appreciate colorful clothes and have a great sense of fashion, choosing stylish clothes while following the dress code. The rules about what you wear are just for outside the houses and for private indoor places there are no rules. The dress code in Iran is more casual than people might expect, it is even more relaxed for tourists, so I think having a decent and modest clothing while visiting the country is not hard and shows respect to the laws and cultural/religious norms of the people.
I am glad that we had this discussion and I am always open for further talk.
God bless you and your family,
Mahsa
Dear Masha, thanks again for your very interesting spikes of thoughts. With “everyone should be free to behave as they prefer” of course I meant in respect of the social manners, of the general respect and so on… I guess that wearing a veil, if you don’t feel it, ‘cos many teenagers don’t like that, it’s the way i have felt and understood while i was in iran and when i talked to them…it doesn’t mean a threat against the society or against the religion… as you can see in a photo of my reportage, i’m very open to every types of society and religion,in fact in a photo i’m discussing about it with an imam during a “free talk about islam” (which i found very interesting… my question is: why can’t they be respectuf even without veil?
Dear Mark,
Thank you for your response. I am glad that you had a good time in Iran and I hope that you gain wisdom the more you adventure around the world. I applaud your decision to travel to Iran despite the many false negative news that the western media tries to propagate and hopefully people like you can spread the beauties they see in my country.
I have to kindly disagree with your sentence that “One should BE FREE to behave as he/she prefers”, if one was free to behave as they wanted, the world would have been a mess, a very chaotic situation. If by that sentence you meant free to wear *whatever* they wanted, instead of “behaving however” they wanted, I still disagree. We have to understand the roots of the laws in a society, so why do we have laws? because we need them to regulate the rights and needs of the people in that society. In many countries there are certain dress codes with respect to the cultures, norms and beliefs of that country. Some countries only have attire laws that prohibit nudity; some others forbid “indecent exposure” that would be decided by the judge in each case, and many other different dress code laws that are present for each society or occupation.
In Islam, the way you present yourself in public has an effect on others, so it’s not solely your own business but rather public rights should also be observed. This would also include orderly conduct of behavior, and acts such as public lewdness is forbidden. Of course, holding hands and kissing cheeks of your spouse or loved ones are okay. The discussion about the rights of people with respect to each other regarding to clothing and behavior is long and maybe here is not an appropriate place for that, but in short, it is clear that the way a human dresses/behaves in public affects the mental well-being of both the females, males, children and families and therefore, there should be laws that maintains the rights of all.
To conclude, Iranian law requires that all women wear hijab upon reaching puberty, but it doesn’t specify the form. Due to all the rumors spread throughout the media Iranian dress code has become one of the travelers’ main concerns. However; the Islamic rules about clothing are not as strict as they may initially seem. Against the common belief women in Iran appreciate colorful clothes and have a great sense of fashion, choosing stylish clothes while following the dress code. The rules about what you wear are just for outside the houses and for private indoor places there are no rules.
The dress code in Iran is more casual than people might expect, it is even more relaxed for tourists, so I think having a decent and modest clothing while visiting the country is not hard and shows respect to the laws and cultural/religious norms of the people.
I am glad that we had this discussion and I am always open for further talk.
God bless you and your family,
Mahsa
Thank you very much for your interesting response
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