La parte che ho sicuramente preferito di questo ultimo viaggio in Mozambico è stata la combo “spesa al mercato per una giornata di festa al villaggio”.
Andiamole a vedere per bene.
Il mercato di Vilankulo è molto caratteristico.
Incredibilmente ricco. Una prima parte di frutta e verdura, un’altra centrale del pesce fresco ed essiccato e sul lato sinistro abbigliamento usato e non ed oggettistica varia.
Le grandi bancarelle sono state create per lo più a terra.
Grandissimi quantitativi della stessa frutta.
Angoli verdi di avogado, gialli di arance; latte arrugginite di anacardi; piramidi di pomodori rossi e centinaia di ananas accatastate l’una accanto all’altra. Montagne di cocchi buonissimi. Qui imparerete a scegliere quello giusto con piccoli trucchetti
Sono presenti quasi tutte donne. Donne dagli occhi che parlavano.
L’impatto con un mercato di questa portata a volte può essere scioccante per chi non l’ha mai visto nè vissuto in precedenza.
Avendo girato moltissimi mercati africani questo per noi è stato molto tranquillo e vorrei azzardare anche abbastanza ordinato.
Chi lavora al mercato lo fa dopo essersi alzato prestissimo, aver accatastato tutta la frutta oppure essere andato a pescare di notte. Chi è seduto dall’altra parte spera di vedere gente a cui vendere il proprio prodotto per sfamare la propria famiglia e se stessi.
Questo per dirvi di avere molto rispetto quando si varca la porta di un mercato.
Cercate di tenere a bada le vostre macchinette fotografiche e se avete voglia di scattare una bella foto chiedete prima il permesso, sia che si tratti di persone che di oggetti.
Il rispetto quando si viaggia è la prima cosa.
Noi siamo abituati a chiacchierare e a fare subito amicizia quando entriamo in posti del genere e, anche qui, ci siamo divertiti a scherzare con le signore.
Una parola gentile, un sorriso sono sempre le armi giuste e forse le uniche da usare.
Molte persone che sono lì per vendere e guadagnare magari ci offrivano un loro frutto, noi lo mangiavamo ringraziando e poi gliene compravamo alcuni.
Ma perché si viene al mercato prima di andare al villaggio locale?
Perché è qui che si farà la spesa da portare al villaggio.
Si comprerà tutto l’occorrente riso, frutta, verdura, polli e tanto altro da condividere con tutte le persone del villaggio.
Il giorno dopo si vivrà un’esperienza molto intensa e particolare.
Sarete ospiti infatti di un intero villaggio.
Le donne arriveranno con fascine di legna sulla testa. Accenderanno il fuoco, monderanno le verdure, cuoceranno i fagioli, ammazzeranno i polli. Prepareranno il pranzo per tutti.
Sarà una giornata di festa.
Mi sono seduta accanto a loro a sbucciare le cipolle. Io non parlo portoghese, loro non parlano inglese. Ma la lingua in queste circostanze serve a poco. Con un sorriso e un gesto gentile si comunica tutto quello che si ha da dire. E poi le risate fanno da contorno a un luogo veramente speciale.
Queste donne meravigliose dai vestiti sgargianti mentre setacciavano i legumi e battevano la farina ridevano e chiacchieravano.
Molte portavano dietro la loro schiena i loro meravigliosi bambini avvolte nelle coloratissime capulane.
Ho chiesto di mettermi anche Jago in quella posizione. All’inizio non era stato messo nella posizione corretta e sembrava mi cadesse giù, poi stretta leggermente la capulana sotto il suo sedere me lo sentivo bello e comodo.
Mentre le donne continuavano a cucinare i bambini giocavano e si divertivano a ballare sulle note della musica che usciva dalle casse.
Arriviamo fino al pranzo in una situazione serena e gioiosa.
Mangiamo quello che abbiamo portato. Noi in un tavolo centrale e tutto il villaggio attorno. Un pranzo cucinato benissimo! Nora ha apprezzato tutto e ha fatto anche il bis.
È molto bella questa esperienza. Per chi non ha mai vissuto una realtà così, sono sicura che la porterà per sempre nel cuore.
Una volta che si ha riordinato tutto e lavato i pentoloni arriva il momento del ballo.
I ragazzini si esibiscono in balletti spettacolari. Sembrano un tutt’uno con la musica.
Sarei rimasta a guardarli per ore. Ma il sole tramonta in fretta da queste parti e alle 5 è già buio pesto.
Torniamo verso a casa pieni di sorrisi, ritornelli da canticchiare e il cuore pieno.
Vivere davvero un luogo è questo: condividerlo con la gente che lo abita, cercare di capirlo! Non si potrà mai da turisti, cercare di accoglierlo lo si può fare se si è viaggiatori senza barriere in testa.
Esperienze che ti riempiono sul serio queste.
Che ti restano proprio lì dove devono rimanere.
Stefy
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