The Gambia

Capitale:
Banjul

Moneta:
Dalasi

Periodo migliore:
tutto l’anno

In una parola:
I be naading (ciao)

Vaccini:
Consigliati Antitifica, Profilassi Antimalarica e per l’Epatite A. In ogni caso informarsi presso l’ufficio di igiene provinciale o il proprio medico

Esperienze da vivere:
Sorprendersi dall’eleganza coloniale e dalla quiete della capitale Banjul; Raggiungere la capitale, in traghetto, dal molo di Barra tra vecchi bus arrugginiti, enormi sacchi di ogni mercanzia e tutta l’umanità gambese; Accarezzare i coccodrilli sacri del Nilo presso il Kachikaly Crocodile Pool

Nella più piccola dell'Africa

IN VAN DALL'ESTREMO NORD DEL SENEGAL ALLA CASAMANCE PIÙ NASCOSTA, ATTRAVERSO IL PICCOLO GAMBIA, IN UNA TERRA DOVE OGNI GIORNO SARAI AVVOLTO DA UN BACKGROUND DIFFERENTE

Questa volta abbiamo deciso di noleggiare un van con autista ed, insieme ad un gruppo di fedeli amici e compagni di altre avventure, siamo partiti alla scoperta del meraviglioso Senegal passando attraverso il piccolo Gambia.
Sono stati giorni vissuti intensamente con gli occhi e cuore aperto cercando di respirare a pieni polmoni e soprattutto volto al “dare”. Ebbene sì, prima della partenza abbiamo raccolto tanto materiale di prima necessità e non solo (saponi, latte in polvere, pannolini, medicinali, detersivi vari, penne, quaderni, vestiti e giocattoli) che, nel corso del viaggio, abbiamo distribuito un po’ ovunque da villaggi di nomadi a capanne isolate, scuole fino all’orfanotrofio di Mbour!

Alla fine sarà stato un viaggio umanitario dove quotidianamente abbiamo cercato di dare il nostro contributo, sarà stata di sicuro una goccia nell’oceano, ma come diceva Madre Teresa di Calcutta, anche senza quella goccia l’oceano ne avrebbe sentita la mancanza! 

Il piccolo lembo di terra del Gambia è incuneato nel Senegal; è la Nazione più piccola d’Africa ed è un’ex colonia britannica, difatti si parla inglese oltre che wolof. Minuscoli villaggi di pescatori e riserve naturali sorgono a breve distanza dalle chiassose località turistiche dell’Atlantico.

Se la si osserva su una mappa geografica, sembra quasi una terra nata a protezione del suo fiume più grande: l’omonimo fiume Gambia. Lo scorta dalla sua nascita fino al suo delta sull’oceano!

Il nome ufficiale del Gambia comprende anche l’articolo “The” anche se viene omesso nell’uso quotidiano.

La frontiera tra Senegal e Gambia è come tutte le frontiere africane via terra: caos allo stato puro…
Gente che pascola con fogli e documenti tra le mani, cambiavalute non autorizzati, venditori di schede telefoniche, di bustine d’acqua, frutta o wafers…  Da qualche mese non c’è più bisogno di visto per gli europei ma, e mi duole dirlo, la polizia corrotta sguazza in questa nuova situazione burocratica e ti costringe a pagare tangenti ad ogni posto di controllo e ce ne sono parecchi lungo la strada…

Banjul (The Gambia)

Ore di attesa al porticciolo di Barra per imbarcarci sul traghetto e raggiungere l’altro lato del fiume Gambia e la capitale: Banjul.
Anche qui è un via vai incredibile dove ci passa dinanzi agli occhi tutta l’umanità locale… donnoni nere pece con abiti super colorati e con spesso un bimbetto legato alla schiena, ragazzini mezzi svestiti che ti si avvicinano come api al miele con la speranza di conquistare una penna, un quaderno o una caramella; sonnolenti pastori con qualche capretta o commercianti con un carretto trainato da uno stanco asinello.

La traversata del fiume Gambia è da documentario: un vecchio e arrugginito traghetto zeppo di ogni cosa: bus sgangherati colmi di gente, animali, attrezzi vari, ricambi di auto e pacchi su pacchi stipati in ogni spazio vuoto.

Finalmente approdiamo a Banjul!
Nonostante la sensazione di abbandono che aleggia nelle sue strade abbattute da venti carichi di sabbia, Banjul ha il suo fascino.

I suoi mercati pittoreschi ed il suo caotico porto simboleggiano al meglio la frenesia dell’Africa urbana.

Banjul venne fondata nel 1816 dal Capitano Alexander Grant su una piccola isola paludosa ritenuta adatta per controllare il fiume e far rispettare la legge sul commercio degli schiavi.

Questa città somiglia più ad un grande villaggio che  alla capitale di uno stato.

Accanto al porticciolo di Banjul sorge l’Albert Market: luogo di frenetici acquisti, scambi e contrattazioni e fulcro delle attività della città. Tessuti luccicanti, trecce finte, frutta fresca, pesce essiccato fino ad un interessante mercato dell’artigianato.

Nei dintorni ci rechiamo verso il Kachikaly Crocodile Pool. Situato nel centro del villaggio di Bakau, questo laghetto ospita oltre 80 coccodrilli del Nilo, alcuni dei quali possono essere addirittura accarezzati!

Per la gente del posto che viene qui a pregare, si tratta di un luogo sacro perché i coccodrilli simboleggiano il potere della fertilità.

All’ingresso dell’area c’è un piccolo sentiero escursionistico ed un museo etnografico che racconta un po’ la storia di questa piccola ex colonia britannica.

Ma cosa consigliate di mangiare di tipico? Assaggiate il domodah (spezzatino di arachidi con riso) o benechin (riso cotto in una densa salsa di pesce e verdure), magari accompagnato da una rinfrescante birra locale: JulBrew.

Curiosità: sapevate che la pista principale dell’Aeroporto Internazionale di Banjul è stata, in parte, costruita addirittura dalla NASA?

Ebbene sì, per avere una pista di appoggio in caso di emergenza per le navette spaziali!

In serata rientriamo nel nostro hotel per expat sull’oceano… e i battiti dei jambè ci augurano la buona notte!

Tempo di muoverci verso la Casamance senegalese!

6 Responses

  1. Un viaggio pieno di emozioni anche nel donare cose piccole ma x loro è tanto sicuramente non si può dimenticare …
    Fantastico un viaggio importante che vi lascia tanta voglia di ritornare…
    Complimenti….a tutti

    1. Grazie mille cara Angioletta, è stato un meraviglioso viaggio umanitario in cui abbiamo dato ma soprattutto ricevuto!

  2. You paint a good picture, an introduction to The Gambia, of your short visit, and your photos have a distinct authenticity my own seem to miss. Bravo!

  3. Disattiva per: inglese
    I’m not a Gambian. I’m a not-untypical 80yo British leisure visitor across 15 years recently and twice in the distant past and didn’t forget. About 37 trips – ridiculous! Why? Chemistry. Lovely people by nature, interesting culture, plus nice weather. And almost none of the really distressing poverty I know about elsewhere. Allah does provide. The internet, for contacting sponsors, is one example!

    Loved your account and as I said your selection of factual photos. My own tend to be posed. Thats what I meant.

    Enjoy your lives. I hope not ruined by Covid-19 although your travel plans will be. And we are all worrying about Gambia and similar when the virus almost inevitably sweeps through.

    Kind regards

    Stephen.

    1. Thanks, yes we are facing a very hard time lately but, fingers crossed, lets hope it will pass soon

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