Capitale:
Dakar
Moneta:
Franco CFA
Periodo migliore:
Il periodo più piacevole per un viaggio in Senegal è la stagione secca, ovvero da novembre a febbraio: le temperature sono miti, gli spostamenti sono più facili (soprattutto nelle zone remote) grazie alle scarse precipitazioni e ci sono meno zanzare in giro. Molti parchi chiudono durante la stagione delle piogge. Ottobre e novembre in genere sono mesi secchi e con meno turisti, ma il caldo può essere opprimente.
In una parola:
Nagadef (ciao)
Vaccini:
La malaria è presente in Senegal e pertanto è consigliata la profilassi antimalarica. Prendete tutte le precauzioni necessarie per evitare le punture di zanzare: servirà per prevenire anche la dengue e la chikungunya.
A tavola:
Squisito il pollo yassa (o la versione preparata con il manzo) che viene marinato in succo di limone e cipolle, cucinato alla griglia e servito con riso. Ottimo un altro piatto nazionale: la tiéboudienne, riso accompagnato da pesce e verdure. Il pesce alla griglia, soprattutto il thiouf, è una vera delizia. Prima di ordinare chiedete sempre se i piatti sono piccanti: il peperoncino è molto usato nella cucina senegalese.
Avvertenze:
– E’ sconsigliato viaggiare in alcune zone della Casamance e anche nelle regioni al confine con la Mauritania e con il Mali.
– Durante il Ramadan molti esercizi pubblici osservano un orario di apertura ridotto.
Esperienze da vivere:
Assistere alle aste dei pesci nel colorato mercato di Mbour; Girovagare in calesse per le caratteristiche viuzze di St Louis; Navigare sulle placide acque del fiume Casamance in piroga al confine con al Guinea Bissau
Adagiato tra le terre desertiche del nord e le lussureggianti foreste tropicali del sud, il Senegal vanta una straordinaria varietà di luoghi da visitare.
La sola Dakar racchiude in sé la peculiarità dell’intero Paese, questa città caotica, con le sue vie animate, i mercati vibranti e la vita notturna coinvolgente, vi trascinerà nel suo ritmo sfrenato da cui si può trovare ristoro solo nella quiete dell’Ile de Goree.
Questa volta abbiamo deciso di noleggiare un van con autista ed, insieme ad un gruppo di fedeli amici e compagni di altre avventure, siamo partiti alla scoperta di questa meravigliosa e rigogliosa Nazione passando attraverso il piccolo Gambia.
Sono stati giorni vissuti intensamente con gli occhi e cuore aperto cercando di respirare a pieni polmoni e soprattutto volto al “dare”. Ebbene sì, prima della partenza abbiamo raccolto tanto materiale di prima necessità e non solo (saponi, latte in polvere, pannolini, medicinali, detersivi vari, penne, quaderni, vestiti e giocattoli) che, nel corso del viaggio, abbiamo distribuito un po’ ovunque da villaggi di nomadi a capanne isolate, scuole fino all’orfanotrofio di Mbour!
Alla fine sarà stato un viaggio umanitario dove quotidianamente abbiamo cercato di dare il nostro contributo, sarà stata di sicuro una goccia nell’oceano, ma come diceva Madre Teresa di Calcutta, anche senza quella goccia l’oceano ne avrebbe sentita la mancanza!
Il nostro itinerario suggerito (21 giorni) | |
tre giorni: | Dakar, Saly, Ile Goree, Lac Rose |
tre giorni: | Kaolack, Ziguinchor |
tre giorni: | Ile d’Egueye, Ile de Carabane |
cinque giorni: | Cap Skirring, Touba |
una settimana: | St Louis, Lompoul (deserto), Mbour (mercato e orfanotrofio), Saly |
Cominciamo la nostra avventura da Saly, dove atterriamo alle 2 del mattino.
Saly è la regina dei villaggi costieri, un animato centro del turismo caratterizzato da decine di alberghi, spiagge e locali notturni.
E’ molto vicina alla capitale Dakar e, districandoci nel suo caos cittadino, raggiungiamo la moschea Masaliouk Dijan: le sue dimensioni sono davvero impressionanti, tutto in marmo di Carrara, file di colonne dorate illuminate da 2.000 luci di un maestoso lampadario; è ancora in fase di costruzione e di sviluppo anche se non è una tappa imperdibile!
Tuttavia è vicina al porto e da lì ci imbarchiamo per la famigerata isola di Goree! In 25 minuti di traghetto mettiamo piede su questa isola dal passato storico molto cruento, ora sembra avvolta in una calma quasi sovrannaturale, rotta solo dal rumore dei kessing-kessing, un piccolo strumento musicale creato da piccole zucchette, che scandiscono il ritmo di questa isola magica.
Sull’isola non ci sono né strade asfaltate e né auto ma solo viuzze strette e buganvillee rampicanti, costruzioni in mattoni in stile coloniale e balconi in ferro battuto.
Se da un lato è romantico gustarsi un piatto di gamberetti alla brace affacciati sul piccolo porticciolo, dall’altro la “Maison des esclaves” ci ricorda che, in passato, questo è stato uno dei luoghi di maggior sofferenza del genere umano. La “Porta del non ritorno” che si apre sull’oceano è diventata il monumento simbolo degli orrori della schiavitù.
Tra il 18° ed il 19° secolo, quest’isola è stata un vivace centro commerciale di schiavi verso le Americhe. Girando le buie segrete si riesce facilmente ad immaginare le sofferenze della prigionia, la vendita degli schiavi, il terrore della gente fino all’imbarco verso terre sconosciute per non far mai più ritorno alla terra natìa. La visita è molto toccante e ci fa venire in mente le altre prigioni conosciute in Ghana, ad esempio.
In serata ci dirigiamo verso il Lac Rose dove passeremo la notte ma solo dopo aver salutato il Monumento al Rinascimento Africano, una statua di bronzo di 49 metri, rivolta verso l’Oceano Atlantico, che rappresenta la rinascita di questa terra!
Il Lac Rose, noto anche con il nome di Lac Retba, è una laguna dall’acqua bassa circondata da dune. Le sue acque assumono una lieve e curiosa colorazione rosata dovuta all’alta concentrazione di Sali minerali, 10 volte superiore a quella dell’oceano.
Consigliamo di fare un bagno a mollo di queste acque che ti danno l’impressione di fluttuare come nel Mar Morto avvolti in un background molto caratteristico fatto di tante piccole montagnette di sale bianco che spiccano tra le barche colorate del lago!
Nel pomeriggio cominciamo la nostra traversata verso sud e con un lungo trasferimento sulle nuove e ben asfaltate strade del Senegal, ci conduce a Kaolack, tappa di avvicinamento verso il confine il piccolo Gambia.
Kaolack è una cittadina polverosa sul Delta del Saloum, ha un grande mercato locale dove, però, i turisti non sono molto desiderati, ma qui, più di ogni altro luogo, si ha un contatto vero con la popolazione locale, con la loro quotidianità con tutto ciò che di positivo e negativo può avere.
Purtroppo, essendo a ridosso del fiume, le zanzare la fanno da padrona e riusciamo a goderci giusto in tempo un romanticissimo tramonto prima di correre ai ripari protetti dalle zanzariere.
Addolcita dai venti del fiume Casamance e caratterizzata dalla straordinaria cultura dei diolà, questa regione, con la sua vegetazione tropicale, è senza dubbio la più affascinante ed intrigante del Senegal!
In passato, fino a non molto tempo fa, i ribelli separatisti hanno fatto balzare agli onori della cronaca quest’area con le loro azioni.
Ziguinchor, la sua capitale, con i viali ombreggiati dagli alberi e le sue eleganti case mantiene ancora il fascino coloniale dell’epoca!
L’etnia diolà della Casamance ha una lunga storia di resistenza agli invasori stranieri, il totale rifiuto della schiavitù o il non volere accettare il colonialismo francese fino alle continue guerre separatiste.
Alloggiamo presso l’hotel Kadiandoumagne, un delizioso hotel coloniale sul fiume Casamance.
Noleggiamo presto una piroga che ci fa scoprire questo meraviglioso habitat di tanti uccelli quali aironi, cicogne e pellicani!
Il navigare su quelle acque in silenzio, costeggiando mangrovie intricate ed incrociando, ogni tanto, qualche pescatore di gamberetti sulla propria barca è una sensazione indescrivibile. C’è chi ne approfitta per un tuffo rigenerante in queste acque!
Qui siamo al confine con la Guinea Bissau e la natura comincia a diventare sempre più fitta.
Il lungo percorso da Ziguinchor all’isola d’Egueye ci ha permesso di entrare ancora più a contatto con la natura lussureggiante di questa meravigliosa regione!
Prima di partire abbiamo fatto un bel carico al mercato di Ziguinchor: biscotti, lecca lecca, pezzi di sapone di marsiglia, quaderni…
Ci fermiamo presso il villaggio di Diokher a visitare la sequoia gigante, considerato un albero dai poteri magici e luogo di ritrovo per molti rituali.
Ne approfittiamo per trascorrere un po’ di tempo a giocare con i curiosi bambini del villaggio regalando loro tutto ciò che avevamo acquistato al mercato e ricevendo in cambio delle emozioni impagabili!
Poco oltre ci fermiamo presso un altro villaggio: Ndamalang, qui entriamo in punta di piedi nella loro quotidianità: le donne che puliscono i chicchi di riso o quelli degli arachidi, un uomo intaglia un ramo di albero incidendo disegni tipici, una ragazza ci mostra la sua capanna ad impluvium dove si raccoglie l’acqua piovana in una piccola pozza posta al centro della struttura; altre due donne battono il miglio mentre bimbi si rincorrono felici e spensierati…
In tarda mattinata arriviamo ad un piccolo molo e tra la terra fangosa ci imbarchiamo su una piroga per raggiungere la piccola e selvaggia isola di Egueye!
Che meraviglia: into the wild!
Alloggiamo in delle capanne molto spartane proprio a ridosso del fiume Casamance; assaggiamo le “ostriche delle mangrovie”, dei crostacei che crescono incastonati proprio tra le mangrovie e molto gustose!
Pranziamo con un ottimo barracuda e cerchiamo di goderci questa giornata nella natura nel migliore dei modi: chi sfidando le correnti fortissime del fiume tuffandosi nelle sue acque fredde, chi su un kajak e chi inoltrandosi nella jungla a piedi respirando la libertà!
Ritornati sulla terraferma, ci fermiamo presso la cittadina di Mlomp per l’udienza dal Re della regione!
Questa è una figura molto sentita nella zona perché svolge un ruolo importante all’interno della società. E’ colui che si dedica completamente alla salvaguardia della comunità ascoltando i problemi della gente che si reca in visita per parlare dei propri problemi personali e familiari o per diatribe di ogni genere, pagando con galline, vino di palma, olio ecc.
In tarda mattinata arriviamo al molo di Elinkine pronti ad imbarcarci per l’isola de Carabane e verso una nuova avventura!
Siamo sempre più vicini al confine con la Guinea Bissau infatti i controlli militari sono ovunque e quasi tutte le barche sventolano ia la bandiera senegalese che quella della piccola colonia portoghese confinante.
In 40 minuti di navigazione arriviamo alla nostra piccola isoletta. Questo è stato il primo avamposto commerciale francese nella regione (fine 1800) e, delle strutture costruite dai francesi, restano solo rovine, tuttavia si intravedono i ruderi di una scuola e di una chiesa in stile bretone.
Alloggiamo presso un vecchio hotel coloniale molto spartano ma, forse, interessante proprio per questo motivo. Io e Raffaele ci uniamo ad un gruppetto di ragazzini che pescano con una lenza dei grossi granchi poco prima di imbarcarci nuovamente alla volta dell’isola dei pescatori!
Qualche delfino segue la scia lasciata dalla nostra barca mentre ci avviciniamo all’isola.
E’ impressionante, uno spaccato della vita dei pescatori senegalesi che vivono in lamiere sporche tra le file di reti poste ad asciugare al sole mentre le donne salano i pesci gatti o le razze da inviare in tutta l’Africa Occidentale.
Una piccola struttura in lamiera con quattro persone che celebrano una messa cantata; maiali, capre e galline che razzolano sulla spiaggia mangiando ciò che trovano, soprattutto resti di pesci; avvoltoi appollaiati che attendono il proprio turno; militari del check point che giocano a calcio sulla battigia; pescatori cuciono una rete, altri dipingono la fiancata di una barca colorata; delle donne affumicano alcuni pesci: è il loro mondo e sembra un documentario per noi!
Uno dei cieli stellati più belli d’Africa, poco dopo, ci augura una dolce notte!
Ritornati sulla terraferma, proseguiamo il nostro cammino verso il sud del Senegal!
La vegetazione diventa sempre più verde e fitta!
Ogni tanto ci fermiamo in qualche villaggio ed ogni occasione è buona per lasciare qualcosa!
Nel villaggio di Diembering visitiamo il piccolo museo all’aperto creato per far conoscere la cultura diolà poco prima di arrivare a Cap Skirring, sull’oceano Atlantico, dove ci fermeremo un paio di giorni a riposare!
Assaggiamo il miglior thiebou-dieune del viaggio: delizioso piatto di riso cotto nella salsa di pomodoro e servito con pezzi di pesce fritto, spesso ripieno di prezzemolo e aglio, carote, cassava e altre verdure.
Le spiagge di Cap Skirring sono considerate tra le più belle di tutta l’Africa Occidentale. Pur essendo uno dei luoghi più turistici non abbiamo mai sentito la presenza opprimente del turismo di massa.
Shopping mattutino per qualche souvenir artigianale del Senegal, bagno tra le onde dell’oceano, partita di calcio sulla battigia tra i pezzi di conchiglie portati dal mare, serata con musica live africana in un bar del centro e veglia alle stelle sotto un cielo che sembra caderti addosso.
Oggi lasciamo la Casamance, attraversiamo il Gambia dell’entroterra e ci muoviamo verso il nord del Senegal! Questo lungo trasferimento ci mostra un Senegal diverso da quello a cui siamo stati abituati a vedere, quello dell’entroterra è molto povero e desertico.
Ci fermiamo nella città santa di Touba.
Questa è la città sacra della confraternita dei Mouride e si sviluppa attorno alla maestosa moschea, un edificio grandioso il cui minareto domina l’abitato, in continua espansione, racchiude un imponente biblioteca con tutte le opere di bamba, il capo spirituale.
Anche qui compriamo un po’ di generi di prima necessità: zucchero, sapone, farina, biscotti e ci fermiamo nel primo villaggio nomade fuori dalla città.
Una decina di capanne di legna e paglia dove vive una piccola comunità di nomadi peuhl; ci accolgono umilmente nel loro piccolo mondo e restiamo incantati dalle loro storie e dalla loro dignità.
Ci ritroviamo a pregare nella capanna del vecchio saggio capo villaggio e ci commuoviamo quando, con tutta la comunità attorno, ci ringrazia per i nostri doni e ci dedica una lunga benedizione che comincia così: “…il Senegal è grande ma voi avete scelto noi…”
St Louis è una specie di monumento alle ambizioni coloniali, il cui passato riemerge di continuo lungo le sue vie anguste proprio al confine con la Mauritania.
La città è suddivisa tra la penisola della Langue de Babarie, l’ile de N’dar e la terraferma, collegate con il pittoresco Pont Faidherbe; è una cittadina patrimonio dell’UNESCO ed alloggiamo in un resort proprio sull’oceano… peccato solo per la spiaggia completamente ricoperta di plastica…
Gli edifici storici della città testimoniano la follia dell’espansionismo europeo in Africa, la bellezza dell’architettura ottocentesca, la grande cultura frutto del difficile incontro tra civiltà diverse.
È molto caratteristico gironzolare per le sue stradine affollate in calesse, sembra fare un passo indietro nel tempo… in questo modo si ha l’opportunità di gustare la loro quotidianità da un punto di vista privilegiato.
Parc National des Oiseaux du Djoudj. Situata nel cuore del delta Walo del fiume Senegal, questa è considerata la terza riserva ornitologica al mondo ed è anch’essa patrimonio mondiale dell’UNESCO.
È interessante osservare gli uccelli migratori provenienti dall’Europa: la miriade di canali, ruscelli, laghetti…
Si visita in barca in un paio di ore, non dimenticate un buon tele-obiettivo e una forte crema protettiva, il sole picchia!
Anche se non si è appassionati di birdwatching o di ornitologia vi incanterete ad ammirare le vaste colonie di pellicani e fenicotteri o varani o facoceri in libertà. Noi, in particolare, siamo stati ancor più fortunati, perché l’abbiamo visitata nel periodo delle nascite dei piccoli pellicani…. Un’emozione da brivido!
In sole due ore di strada il paesaggio, come per magia, cambia di nuovo. Rieccoci a bordo in vecchio camion militare tra le dune di sabbia del deserto di Lompoul!
Trascorreremo la notte in un campement, in enormi tende del deserto secondo lo stile della Mauritania… Le tende sono issate su palafitte di legno, i letti protetti da ampie zanzariere e, addirittura, un bagno privato all’aperto per ogni tenda… un sogno… un mix tra Lawrence d’Arabia e la mia Africa!
Tra passeggiate scalzi tra le dune in sola compagnia dei propri pensieri, giretto a dorso di un dromedario, cenetta tipica berbera, spettacolo di ballo e djembe e veglia alle stelle sotto un cielo che più bello non si può…. passiamo una delle giornate più emozionanti dell’intero viaggio!
Lungo il tragitto ci fermiamo nell’ennesima scuola… è sempre una festa ed un arricchimento interiore! Ti rendi conto di quanto poco ci voglia a rendere felici i bambini!
Ma il paesaggio cambia di nuovo e qualche ora più tardi siamo in riva all’oceano a Mbour, uno dei centri ittici più importanti del Paese.
Il mercato è direttamente sulla spiaggia tra file di piroghe colorate molto caratteristiche. Ammirare questo spettacolo è mozzafiato… migliaia di persone indaffarate a contrattare, vendere, acquistare, trasportare, pulire, impacchettare, cucinare ogni tipo di pesce…. persino grosse razze e squali martello!
Mi ha colpito molto l’asta che avveniva tra le barche a pochi metri dalla battigia e le signore sulla spiaggia… tra urla e offerte si concludeva l’affare e, forzuti facchini, immersi con l’acqua fino alla gola, con bacinelle colme di pesce appena pescato sul capo, trasportavano la merce appena acquistata alle signore dagli abiti colorati da rivendere nel mercato stesso.
Oggi visitiamo l’orfanotrofio di Mbour: “Vivre esemble – La Pouponnière de Mbour”.
Mentre una parte del gruppo riordinava gli zaini ed i vari borsoni recuperando tutto il materiale portato dall’Italia (giocattoli, vestitini, scarpe, palloni da calcio, medicinali ecc.), gli altri, in un grande supermarket di Saly, con i soldi donati dagli amici italiani, acquistava latte in polvere, saponi, candeggina, quaderni, dentifrici, pannolini ecc.
Questo è uno degli orfanotrofi più grande del Senegal, ospita 157 bambini dai 0 ai 17 anni ed è il luogo dove Stefy, 10 anni fa, fece volontariato!
Inutile dire che la mattinata trascorsa in questa meravigliosa struttura, in compagnia di nostra figlia Nora (di 3 anni) è stata molto toccante e, per privacy e rispetto, abbiamo lasciato tutto il nostro equipaggiamento fotografico chiuso negli zaini… meno male che esistono realtà del genere nel mondo! Grazie a tutti i volontari per il loro lavoro solo così possono donare una speranza a chi è stato più sfortunato! Grazie
Con gli occhi ancora luccicanti dalla commozione, con l’immagine di quegli occhioni neri che ti cercavano con passione ripartiamo per Joal-Fadiout.
Un lungo ponte di legno porta a Fadiout, villaggio di pescatori che sorge sull’isola dell’estuario di fronte a Joal.
La case fatte di conchiglie frantumate, le capanne usate come granai che sorgono su palafitte come funghi ed un cimitero dei pescatori (sia cristiani che musulmani) su un’isola vicina collegata con un altro ponte in legno.
Fadiout è un luogo molto affascinante, costruito interamente con i resti di secoli di consumo di molluschi; tutto è fatto con le conchiglie, dalle case alle strade (dove non circolano le auto) fino al cimitero.
Joal e Fadiout sono spesso citate come esempio di tolleranza religiosa testimoniata dal fatto che l’imponente chiesa ed i santuari cristiani sorgono accanto alla grande moschea.
Anche questa avventura volge al termine, un ringraziamento particolare va al caro Cheikh, di Cicotour per il grande supporto fornito e ai mitici amici che hanno condiviso con noi quest’ennesima esperienza di vita in giro per il mondo! Alla prossima!
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)
14 Responses
Bel gruppo grazie a tutti per questo bel viaggio un ringraziamento speciale a Raffo che mi ha seguito nella mia pazzia serale. Un grazie anche a mandibola e a tutti voi.
grazie a te caro Ago… è il quarto viaggio che viviamo insieme in Africa ed è sempre stupendo condividere esperienze simili con chi si stima così tanto… che sia il quarto di una lunga serie!!!! Grazie per la pazienza con Nora!
Decisamente un altro bel viaggio in ottima compagnia. Ottima l’organizzazione, come sempre del resto, posti meravigliosi…
Non vedo l’ora di riempire nuovamente lo zaino!
Grazie a Mark, Stefy, Radio Elisa, Cinzia, Francesca, Agostino, Raffo e alla piccola Nora.
Grazie a te caro amico mio…. dopo Peru, Bolivia, India, Zimbabwe, Botswana, Namibia e Sud Africa ci voleva un’altra avventura insieme… e come dico sempre, spero sia l’ennesima di una lunga serie! E’ stato un viaggio meraviglioso con gente meravigliosa in un luogo meraviglioso…. non avevo dubbi! Un abbraccio fraterno e speriamo che questo periodaccio passi presto e che ritorniamo a viaggiare tutti insieme once again
Pazzesco il vostro viaggio! Io ho amato perdutamente il Senegal nonostante fossi appena ragazzina. Spero di poterci tornare presto. Anche i miei genitori mi hanno permesso di viaggiare fin da piccolissima e li ringrazierò per tutta la vita. Mi emoziona vedere il regalo che voi state facendo a vostra figlia. Siete immensi e vi stimo tantissimo 🙂
Grazie mille, sei dolcissima e le tue parole ci riempiono di orgoglio e ci danno una forte carica!
SEi stata in Senegal da “appena ragazzina”? Che intendi? Quanti anni avevi?
Avevo 15 anni !!! Ma l’Africa in generale ho iniziato a girarla insieme a mamma e papà all’età di 5!!! ♥️
Che meraviglia!!!!!! Allora se sei cresciuta cosi’ vuol dire che stiamo facendo bene con la nostra piccola Nora! Qual’e’ stato il tuo primo Paese in Africa?
Kenya♥️ Dove sono tornata più volte ed ho fatto anche una missione umanitaria appena finito il liceo
Che meraviglia…. allora sei la prova che stiamo percorrendo “la strada giusta”… questa frase ce la siamo fatta tatuare in India in hindi!
Anche Stefy ha fatto volontariato in Kenya.
Che bei ricordi quella zona! Ci siamo stati non molto tempo fa.
Nora la prima volta in Africa: 2 anni in Tanzania!
Nora parte super avvantaggiata grazie al regalo incredibile che le state facendo. Vi ringrazierà per tutta la vita. E’ il migliore investimento sul futuro che un genitore possa fare. Se oggi sono quella che sono è grazie agli insegnamenti che ho avuto in giro per il mondo. Vi ringrazio io per lei oggi, perché regalate al mondo intero una persona destinata ad essere speciale!
Cara Ilaria, questo è uno dei messaggi più profondi mai ricevuto…. ci hai fatto quasi commuovere! Grazie! Se viaggiare da piccolissima in luoghi ancora “veri” vuol dire diventare una bella anima come te allora stiamo facendo bene! Grazie di cuore!
In Italia dove sei?
CCICOTOUR SENEGAL
É stato un gran piacere accompagnare il vostro come guida locale, abbiamo passato dei momenti di gioia e piacere, per me siete i nostri ambasciatori in italia per spingere questa bella destinazione
Grazie caro Cico, non vediamo l’ora di vivere altre esperienze come questa. Appena il covid ce lo permetterà ci rivedrai subito!