Yerevan

Viaggio tra antichi monasteri rupestri e chiese cristiane; laghi maestosi e una capitale viva con una vibrante energia

Ditemi che cosa vi viene in mente se dico Armenia? Solo chiese ortodosse su di un cucuzzolo e paesaggi di colline e montagnole?

Beh è quello che avevo in mente anch’io prima di andarci.

E  a quanto alle Chiesette ortodosse le ho visto davvero nel tragitto tra la Georgia e l’Armenia e pensavo che il landscape continuasse così anche nella capitale. Invece, appena arrivati a Yerevan siamo rimasti stupiti: una città viva, piena di locali dove bere qualcosa la sera, ristorantini alla moda, taverne tradizionali, lounge bar dove sorseggiare tè e fumare il narghilè in totale relax.

Questo viaggio in Caucaso mi ha lasciato molto spesso senza parole. E’ proprio vero che finchè non lo vivi tu un posto non puoi capirlo fino in fondo.

Quale migliore scusa se non quella di trasformare queste esperienze in ricordi indelebili con un album fotografico personalizzato? 

Ma torniamo a noi.

Scegliamo di stare in uno degli hotel più cool della zona; ci troviamo a 200 metri da Piazza della Repubblica, centralissimo e super consigliato. Lo staff giovane e disponibile renderà il soggiorno praticamente perfetto. Poi un punto veramente a favore è la colazione, ricca, varia e abbondante proprio come piace a noi. Quando poi arrivi stanco da tutta la giornata a girare per la città ti puoi rilassare in piscina con un cocktail spettacolare, buonissimo e coloratissimo, la mia amica ed io ci siamo fiondate a goderci questo momento, mentre i nostri mariti si sono bevuti un bel bicchiere di vino nella sala dedicata al nettare degli Dei. Quando si viaggia, soprattutto quando hai dei bimbi, è fondamentale scegliere un posto confortevole, pulito e vicino alle attrazioni principali. Ecco , noi a Yerevan non abbiamo dubbi! Best Western Plus Congress Hotel è la scelta giusta.

Il primo giorno lo dedichiamo al Cafesjian Center for the Arts ideale per gli amanti dell’arte contemporanea. Vi troverete davanti un grande scalone.

Numerose sculture nel piazzale sottostante  (alcune di Botero) impreziosiscono i grandi giardini. Per chi non ama fare le scale o per chi non può, niente paura, all’interno, c’e’ una scala mobile (ad ogni piano belle sculture da vedere) che vi porta fino in cima senza fatica, dove avrete un bel panorama sulla citta’.

Yerevan è una città che si gira tranquillamente a piedi. Da lì, infatti, in una mezz’oretta siamo arrivati al mercato G.U.M. di frutta e verdura.

L’ingresso principale dà direttamente nell’ area dedicata ai prodotti tradizionali, dolciumi, frutta secca, estratti di melagrana. Tutto disposto con una perfezione incredibile. Nulla è lasciato al caso. Inutile dirvi che anche qui farete scorpacciate di ogni singolo prodotto, infatti faranno a gara per offrirvi le cose. E se di dolci ne avete abbastanza, proseguendo troverete le spezie e bancarelle di formaggi. Tra l’altro non potete non provare il civil o chechil, vi sembreranno spaghetti, ma si tratta di  formaggio a stringa in salamoia morbido e salato prodotto con latte vaccino scremato.
Essendo stati a fine primavera i banchi erano stracarichi di gustosissime fragole. Grandi sacchi di caffè, foglie di vite, uova fresche e verdura a non finire.

Passeggiare per la città è davvero super piacevole. Dopo il tramonto andate in Piazza della Repubblica,  chiamata in passato Piazza Lenin per la presenza di una sua statua enorme, rappresenta il cuore pulsante della città in cui sono riuniti prestigiosi edifici e in cui convergono le vie principali di Yerevan.

Sulla piazza si affaccia il noto State Historical Museum, le sedi delle più importanti banche straniere, l’ufficio postale e tanti negozi che colorano la piazza con le loro vetrine illuminate facendo di quest’ultima la principale zona dello shopping. Qui potrete godere dello spettacolo di luci e musica alla Fontana centrale. Forse uno degli spettacoli più belli di questo genere visti in giro per il mondo.

La sera sceglietevi un ristorantino tradizionale, noi siamo stati varie volte al Tun Lahmajo perchè ci è piaciuto tantissimo. Mangiate qualcosa di tipico come ad esempio il Lahmacun o lamajo, chiamata anche pizza armena: è uno spuntino di pane sottile con carne, di solito ovino o di bovino, verdure finemente tritate e spezie ed è offerto nelle varianti piccante e normale poi una spruzzata di limone è la morte sua! Il piatto tipico più diffuso della cucina armena è il khorovats: spiedini di agnello (o di altra carne) alla griglia.

L’ultimo giorno andiamo al museo del tappeto armeno (Megerian Carpets factory), un tour molto interessante organizzato da Starling Travel Club, in cui abbiamo apprezzato le storie raccontate su queste vere opere d’arte mentre ammiravamo le donne realizzare questi “quadri di lana”.
Per pranzo abbiamo avuto la fortuna di vedere un grande chef all’opera, Sedrak Mamulyan che ci ha preparato il piatto nazionale: il Ghapama, una zucca ripiena di riso, burro, noci, miele e albicocche.  

Sulla strada del ritorno andiamo al Monumento per il Genocidio Armeno. Con il termine genocidio armeno, talvolta olocausto degli armeni o massacro degli armeni, si indicano le deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1919, che causarono circa 1,5 milioni di morti.

Sotto la fiaccola che arde perpetua c’è il museo gratuito dove potrete leggere informazioni e vedere video su questo terribile massacro umano.

Tale genocidio viene commemorato dagli armeni il 24 aprile.

E oggi si riparte ma prima andiamo a fare un salto al mercato del Vernissage, dove vendono veramente di tutto. Difficile contrattare qui! Degli anziano giocano a dama, altri a backgammon. Una signora con un cesto di pane lo posa per terra per riposarsi. Un uomo versa del tè bollente nelle tazzine di ceramica blu sbeccate. Il bimbo di un ambulante ci offre una caramella…

Il ricordo di questi luoghi ci resterà per sempre nel cuore. Ma ciò che ci porteremo dietro sarà sicuramente quella sensazione di non sentirci stranieri, ma di essere accolti in ogni luogo visitato.
Gli abbracci ai bambini, gli sbuffetti sulle guance. Quegli sguardi complici parlando lingue diverse. Ma quanto è bello il mondo?

Valutate anche l’interessantissimo tragitto che abbiamo percorso da Tbilisi a Yerevan attraverso luoghi dal fascino antico oltre che di una bellezza mozzafiato e mi riferisco a: Haghpat (complesso di monasteri del X secolo ed è incluso nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO insieme al monastero di Sanahin); Diljian (una zona, circondata dalle foreste, e chiamata dagli armeni “Piccola Svizzera”), Lago Sevan (“lago nero”, è il più grande lago dell’Armenia ed uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo.)

2 Responses

    1. Yes, it’s been really interesting… a real surprise for us!
      We can’t wait to come back again

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