Capitale:
Ankara
Moneta:
Lira turca
Periodo migliore:
In primavera (aprile e maggio) e in autunno (settembre ed ottobre), il clima è ideale ad Istanbul e sulle coste dell’ Egeo e del Mediterraneo. Da metà maggio a tutto settembre si possono frequentare le spiagge. Tenete presente che in estate la parte orientale del Paese diventa una fornace.
In una parola:
Merhaba (ciao)
Vaccini:
L’assistenza sanitaria è variabile. Le cure migliori sono fornite dagli ospedali privati di Ankara e Istanbul, e sono costose. Al di fuori delle città principali, piccoli tagli ed escoriazioni vengono trattati in farmacia (saglik ocagi).
A tavola:
Le portate principali in genere prevedono la carne preparata in tanti modi diversi, spesso come kebab (alla griglia o allo spiedo) o kofte (polpette). La pide, versione locale della pizza, è buonissima e viene guarnita con formaggio, uova o carne macinata. I più golosi delizieranno il proprio palato con baklava, lokum (dolci tipici) e dondurma (gelato)
Avvertenze:
– E’ sconsigliabile viaggiare nelle aree al confine con la Siria e l’Iraq.
Esperienze da vivere:
Perdersi nei vicoli magici della vecchia Istanbul mentre il muezzin canta dal minareto; Librarsi in volo per ammirare dall’alto, in mongolfiera, lo splendore della Cappadocia; Rilassarsi a mollo delle vasche di acqua salata di Pamukkale
In questa grande avventura siamo atterrati in una delle città più entusiasmanti ed intriganti del mondo: Istanbul! La magia si respira nell’aria in ogni suo piccolo quartiere, nei suoi vicoletti sormontati da una moschea, lungo il mitico Bosforo! Con i mezzi locali l’attraversiamo in lungo ed in largo; ci inoltriamo nei sentierini fatati della Cappadocia a piedi; esploriamo, in scooter, i suoi villaggi più nascosti. Ci incantiamo in luoghi epici quali Efeso o Hierapolis; ci lasciamo cullare nelle pozze salate della candida Pamukkale fino a scoprire la dolcezza ottomana di Kusadasi, i bazar di Izmir con un finale col botto nell’Isola della Principessa (Buyukada!)
Il nostro itinerario suggerito (19 giorni) | |
tre giorni: | Istanbul |
quattro giorni: | Goreme (tour Cappadocia) |
due giorni: | Pamukkale, Hierapolis |
cinque giorni: | Kusadasi, Milli Park, Efeso, Izmir |
cinque giorni: | Istanbul, Buyukada |
Spostiamo l’orologio avanti di un’ora: siamo appena atterrati ad Istanbul!
Preleviamo le lire turche e prendiamo gli ultimi due posti sul bus Havatas, direzione: Taksim!
Non è la prima volta che visito questa meravigliosa città e la voglia di perderci subito tra le sue viuzze è tanta, per cui, lasciamo gli zaini nell’ostello e trascorriamo la serata in giro per Istiklal Caddesi gustando le prime delizie turche, prima un simit (tarallo morbido al sesamo), poi un grande kebab ed infine un gustoso baklava (dolce al miele e pistacchio).
Scoprire Istanbul è gironzolare per le sue stradine vere senza meta, cercare di entrare in contatto più profondamente possibile con la sua gente, bere un the’ alla mela tra i vecchietti che giocano a tavla e chiacchierare con gli studenti universitari della voglia di cambiare le cose.
Istanbul. Già il nome ti affascina… ti fa immaginare storie di pascià da 1000 e una notte, avventure di sultani orientali o guerrieri ottomani…
5 nomi di città dal fascino magico per noi?
1. Timbuktu
2. Istanbul
3. Bombay
4. Bali
5. Baghdad
Quali sono le vostre?
Trascorriamo l’intera giornata nell’area di Galata, cerchiamo di viverla a modo nostro: chiudiamo la Lonely Planet, archiviamo la mappa e ci lasciamo guidare dal flow…
Ci fermiamo in botteghe dell’antiquariato o in vecchi negozi di filatelia, beviamo succhi d’arancia appena spremuti o ci incantiamo ad ascoltare la storia dei dervisci… dalla cima della Torre di Galata, ammiriamo la frenetica vita di questa meravigliosa città dell’antica Anatolia. Barconi solcano le acque del Bosforo, venditori di pesce urlano, “taksi” strombazzano per farsi largo…
I turchi sono un popolo eccezionale; ti sorprende quando, seduti nella sala d’attesa della stazione degli autobus, un altro viaggiatore, senza chiederti nulla ti porta due the’ caldi, senza chiederti nulla, quasi come se fosse un sacrilegio per lui berlo da solo.
Dopo undici ore di autobus, in cui mi è sembrato di vagare sempre all’interno di Istanbul, arriviamo a Nevsehir: siamo nella magica regione della Cappadocia.
I suoi pinnacoli di un’altra era sono irti come gli aculei di un immenso porcospino…
Siamo stanchi ma la voglia di immergerci e perderci nel suo interno è troppa…
A piedi raggiungiamo il museo a cielo aperto di Goreme, patrimonio mondiale dell’UNESCO e ammirando gli affreschi ritrovati all’interno delle caverne, rovinati da vandali musulmani, penso che l’UNESCO avrebbe dovuto “proteggerli” un pochino prima…
Mentre gironzoliamo incantati tra quelle meraviglie create da Madre Natura, ci sentiamo piccoli al cospetto di quei maestosi e severi giganti…
La giornata è lunga e ancora piena di sorprese….
Decidiamo di seguire un sentiero di una decina di km che ci condurrà nei pressi della “Valle Rossa”, di quella “Rosa” e dei cosiddetti “Camini delle Fate”.
Mi son emozionato diverse volte quando, come due piccoli esploratori, ci siamo intrufolati in sentieri scoscesi, a volte polverosi, altri fangosi sormontati da quei maestosi funghi di pietra…
Dopo varie ore di cammino giungiamo nella periferia di Cavusin, un piccolo villaggio… si intravedono sparute casupole molto modeste; fiancheggiamo il cimitero dalle lapidi bianche proprio mentre il muezzim intona il suo canto dall’unico minareto del paesello…
Proseguiamo fino ai Kalelar (Camini delle Fate), queste artistiche creazioni della natura si formarono quando l’erosione spazzò via lo strato di lava che ricopriva il tufo lasciando dietro di sé pinnacoli isolati. Tutto sembra assumere forme magiche, tutto attorno a noi sembra incantato!
In serata, dopo un autostop, girovagando senza bussola per Goreme, finiamo a casa di una vecchia signora che ci mostra l’interno di una vera abitazione scavata nella roccia! Quanti begli incontri si fanno in giro per il mondo se si lascia aperta la porta del cuore!
In sella al nostro scooter… Prima tappa: Castello di Uchisar, situtato tra la “Valle delle Rose” e quella dei “Piccioni”. Imponente agglomerato di roccia vulcanica disseminato da rocce e finestrelle.
25 km oltre incontriamo Kaymakli.
Visitiamo la città sotterranea costituita da una serie di gallerie inabissate per otto piani; qui i cristiani fuggivano e si nascondevano quando, nel VI e VII secolo, gli eserciti persiani davano loro la caccia.
Il tempo vola e noi dobbiamo raggiungere Mustafapasa prima che faccia sera, attraversiamo numerosi paesini fermi nel tempo. È davvero bello assaporare un po’ di quella Cappadocia così lontana dal turismo.
A Mustafapasa veniamo accolti dalla sua graziosa piazzetta e ci concediamo un romantico the alla mela tra la sua gente. Ci fermiamo ad osservare la vita che scorre lenta, gruppetti di simpatici vecchietti seduti a chiacchierare nei bar della piazza, bimbi che si rincorrono, panettieri che sfornano ogni ben di Dio e noi ovviamente non ci tiriamo indietro al loro invito e mangiamo una deliziosa “pida” turca!
È ora di rientrare. Raggiungiamo Urgup, passiamo per le belle e raffinate vie della cittadina fino ad un meraviglioso view point.
Questa sera si parte alla volta di Pamukkale, viaggeremo tutta la notte.
Beviamo un te mentre i nostri occhi vengono appagati dal bel tramonto sui camini delle fate.
Dopo una giornata intera in giro in scooter e 12 ore di viaggio notturno insonne, invece di goderci questa deliziosa stanza dell’Hotel Ozturk e riposarci un pochino, partiamo prima ad esplorare le rovine dell’antica città di Hierapolis e poi le vasche termali di Pamukkale, a mezzogiorno e con un sole che spacca le pietre!
Hierapolis è incantevole, non tanto per ciò che presenta ora ma per ciò che è stata… le rovine testimoniano un antico splendore.
È l’esempio di una vecchia città greco-romana molto fiorente: ecco la strada principale tutta in ciottolato, i bagni termali, il teatro maestoso, la chiesa, la necropoli ecc.
Finalmente ecco dinanzi a noi le “bianche” vallate di Pamukkale con l’acqua a 36°… mai visto nulla di simile finora… che fantasia ha Madre Natura!
Qualche ora più tardi siamo spaparanzati su un grande tappeto persiano ad abbuffarci di gozleme, pida, doner e mille the alla mela….
Il viaggio verso la costa egea dura solo 4 ore ed è molto piacevole. Attraversiamo un altro bel pezzo di questa Turchia che giorno dopo giorno ci conquista sempre di più.
Il sole splende alto nel cielo limpido… corriamo verso il porto attraversando un intero quartiere di bancarelle per turisti…
Nel pomeriggio ci concediamo un paio di orette di relax nella piscina del nostro albergo prima di rituffarci nella movida di Kusadasi fino a tarda sera!
Stamattina a bordo di un dolmus (una sorta di collettivo turco), finiamo, per puro caso, al Milli Park, un parco nazionale a 25 Km da Kusadasi.
L’autista ci lascia all’ingresso… le spiagge distano diversi km l’una dall’altra…. Come si fa? Che ci vuole? Basta un autostop e con una coppia di 60enni raggiungiamo il punto più lontano del parco e la spiaggia più selvaggia al confine con una fitta boscaglia zeppa di cinghiali! Almeno riusciamo a goderci un pò di sano relax in un mare da cartolina!
L’avventura nella macchina del tempo ha inizio.
Ci troviamo improvvisamente proiettati, nell’epoca classica, nella grandiosa capitale di una regione romana. Appena varcata la Porta Magnesia ci si ritrova nelle Terme di Vario, l’Agorà superiore, il Tempio di Domiziano, il Teatro Grande (che poteva ospitare fino a 25.000 persone), il Ginnasio di Vedio fino ad arrivare alla via delle botteghe di incenso e di seta.
Costeggiamo i bagni termali, utilizzati come luogo di incontro e di scambio di opinioni.
Imponente la Biblioteca di Celso, la terza nel mondo dopo Alessandria e Pergamo, custodiva 12.000 rotoli di papiro.
Questa mattina, con tutta tranquillità, ci siamo svegliati senza dover far nulla.
Solo relax in una delle spiagge di Kusadasi.
Affittiamo un ombrellone in riva al mare e ci godiamo tutta la giornata mentre pianifichiamo la visita di Istanbul. Anche perché domattina lasciamo la costa e cominciamo il lento avvicinamento verso nord.
Izmir, Smirne per alcuni, ci accoglie con un cielo piuttosto plumbeo…
Noi non ci scoraggiamo e, lasciati gli zaini nell’ufficio del “Turgutreis”, a bordo del bus n°44 raggiungiamo il centro storico.
La Lonely Planet ci racconta che questa è un po’ diversa dalle altre città turche, è più liberale; si dice che, durante il Ramadan, quando Sua Altezza Istanbul ferma ogni attività per onorare il digiuno religioso, qui tutto continua senza problemi…
Scendiamo nella piazza centrale, un vecchio orologio mediorientale impreziosisce il centro, il resto è incorniciato da una minuscola ma deliziosa moschea e una serie di vecchi palazzi coloniali proprio dove comincia una grande via pedonale: è l’ingresso al tentacolare bazar! Siamo presto rapiti dai suoi colori, i suoi odori, la sua gente…
Girovaghiamo per raggiungere l’Agorà, il vecchio centro della città antica, che avrebbe fatto concorrenza ad Istanbul se non fosse stato per un dannato terremoto che ad inizio 900 l’ha rasa al suolo. La nostra meta è l’Agorà anche se, in realtà, vogliamo solo perderci tra le sue stradine e lasciarci ammaliare dal suo fascino.
Di questo meraviglioso pomeriggio insieme rimangono solo tanti frammenti di ricordo: eccoci ad assaggiare pezzettini di kokoreç (intestino di pecora alla brace); ecco Stefy chiacchierare con due vecchie matrone con il velo mentre intrecciano foglie di vite; eccoci a scherzare con una professoressa di lingue turca che si sforza a ricordare vocaboli della nostra lingua; eccoci bere un te con Taco, artista locale di narghilè e ad ascoltare le storie della sua vita; eccoci a bere un caffè turco troppo in fretta e disgustarci per non aver atteso che la polverina si depositasse sul fondo; eccoci a dare consigli ad una coppia di francesi da poco partiti per il giro del mondo via terra…
Finalmente Istanbul! Alloggiamo all’Orient Hostel, a due passi dalla Moschea Blu e Aya Sofia! Meraviglioso!
Nonostante la leggera pioggerellina decidiamo di raggiungere la Piccola Aya Sofia; ma è l’ora della preghiera ed è venerdì quindi non ci fanno entrare!
Allora ci spostiamo verso la Moschea Blu… ci togliamo le scarpe, mi copro il capo ed i miei occhi vengono riempiti di meraviglia. Mi sono persa ad ammirare i decori dei fiori blu sullo sfondo bianco, l’imponenza della cupola centrale, un vero capolavoro dell’architettura.
Giusto di fronte, quasi a rendere ancora più prezioso il luogo, si erge la dolce Aya Sofia. Una chiesa più antica addirittura della basilica di San Pietro a Roma. Quante ne deve aver viste e passate! Nasce come chiesa, viene trasformata in moschea e ora mostra le sue grazie come un grande museo!
Percorriamo il viale alberato e arriviamo all’entrata del Palazzo Topkapy. Ci affascinano i racconti sull’harem, le cene del sultano, le porcellane, la vita degli eunuchi a palazzo ecc…
All’interno del bazar egiziano (bazar delle spezie) ci perdiamo letteralmente tra i profumi di sapone alla frutta, gli incensi, le mille spezie colorate, gli irresistibili dolcetti. Gironzoliamo ovunque, ogni vicoletto è una sorpresa. Un pò di ciliegie, un po’ di caffè, qualche lampada colorata pronta per essere fotografata, profumo di sesamo tostato, nocciole fragranti, olii per il corpo.
Seduti sulla terrazza dell’ostello ammiriamo l’altra sponda del Bosforo. I minareti illuminati, i gabbiani che fanno da guardia al faro, il profumo di narghilè nell’aria, i lampioni che piano piano si accendono illuminando questa città magica dal sapore di pistacchio e cannella.
Dopo un’ora e trenta di navigazione sul Bosforo raggiungiamo Buyukada (anche detta Isola della Principessa). Bellissima. Una piccola isola in cui non ci sono auto ma solo bici e carretti trainati da cavalli!
Facciamo una specie di trekking per raggiungere la cima e la chiesetta di San Giorgio.
La vista a 360° ripaga della fatica della salita.
Il view point è magico, romantico e diventerà per noi indimenticabile.
Nel silenzio assoluto… un “sì”.
Comincia una nuova vita insieme.
Ultimo giorno ad Istanbul. Alle 11.00 cominciamo a camminare senza meta fino alla sera. Adoriamo perderci, senza prefissarci tappe, seguiamo l’istinto, le persone, i profumi.
Raggiungiamo il quartiere di Fethye con le sue moschee, i suoi mercati caratteristici, i negozi di vestiti da sposa chic, kebab, macellerie, panetterie. Ci sediamo in un parchetto accanto al grande acquedotto romano e leggiamo la storia di questo grande Paese.
Camminiamo fino al Porto Eminou dove mangiamo un panino con pesce alla brace e cipolle; ci divertiamo a scattare foto dal ponte Galata. Profumo di mare.
Ritorniamo al bazar delle spezie per poi perderci nelle viuzze più solitarie. Pannocchie arrostite, castagne grandissime, angurie profumate; compriamo tanto the alla mela e dolcetti.
Al tramonto, seduti dinanzi alla Moschea Blu. Ci guardiamo intorno, gente di tutto il mondo l’ammira.
Pensiamo a quanto bello sia il mondo e tutte le diversità che lo compongono.
Teşekkürler Türkiye
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2 Responses
Happy to see you guys had fun in my country, my brother .. You should visit again but this time you should visit east part of Turkey… Hug for Nora, Jago and your beautiful wife ❤️
Hi dear Bahar, of course we will, we cant wait to visit Kurdistan, maybe you could be our guide