Capitale:
Lima
Moneta:
Nuevo Sol
Periodo migliore:
Il Perù è un Paese che si può visitare in qualunque periodo dell’anno: il clima cambia molto a seconda della regione. Da dicembre a marzo piove spesso in montagna mentre fa caldo lungo la costa. Tranne che per il nord, la costa scompare da maggio a metà settembre nascosta dalla garùa (nebbia costiera).
In una parola:
La noche es larga (la notte è lunga)
Vaccini:
La malaria è diffusa soprattutto in Amazzonia. Nel Paese è anche presente la dengue. Prendete tutte le precauzioni necessarie per proteggere la pelle dalle punture di zanzara.
Avvertenze:
– Gran parte del territorio peruviano si trova ad un’altitudine elevata (Machu Picchu 2500 mt, Lago Titicaca 3820 m, Cuzco 3320 mt). Considerate il pericolo di soroche.
A tavola:
La patata è originaria del Perù perciò non stupisce di trovarla in ogni pietanza e in ogni forma. Per uno spuntino veloce evitate i chioschi di strada e puntate invece verso una polleria (rosticceria che serve polli allo spiedo) o una panetteria per una empanadas (fagottini ripieni di carne o formaggio). Se ci tenete ad assaggiare il ceviche (pesce e frutti di mare marinati crudi, il piatto nazionale), fatelo in un buon ristorante. Tra i dolci segnaliamo l’ottimo suspiro limeno, una sorta di budino al caramello guarnito con meringa.
Esperienze da vivere:
Sorvolare con un aeroplano le linee di Nazca; Vivere con una vecchia tribù nel lago Titicaca; Fare sand surf nel deserto di Huacachina; Conquistare il magico Machu Picchu
Si parte dalla capitale: Lima in van. Primo assaggio di Sud America andina mentre si va verso sud. In queste tre settimane vivremo alcune delle esperienze più variegate di sempre; ci troveremo a sfrecciare su delle tavole da surf da alte dune desertiche, a volare con un piccolo aereo alla scoperta di misteriose linee visibili solo dall’alto, navigheremo tra le onde del Pacifico verso le Piccole Galapagos o tra quelle del famoso lago Titicaca per conoscere antiche tribù e la loro vita fino alle magiche rovine di una delle meraviglie del mondo moderno: il Machu Picchu.
Il nostro itinerario suggerito (18 giorni) | |
tre giorni: | Lima, Islas Ballestas, Paracas, Huacachina (dune buggy), Nazca (volo sulle linee di Nazca) |
tre giorni: | Arequipa, Chivay, Riserva del Colca |
quattro giorni: | Puno, Isla Amantani, Isla Taquile, Sillustani |
cinque giorni: | Cuzco, Aguas Caliente, Ollataytambo, Macchu Picchu |
tre giorni: | Pisac, Cuzco |
Di buon mattino cominciamo la nostra visita di Lima; tante chiese coloniali dal fascino antico, il Complesso della Chiesa di San Francisco, risalente al XVI secolo e contenente una serie di catacombe molto sinistre.
Ci troviamo giusto in tempo per assistere al cambio della guardia presidenziale in Plaza de Armas. Anch’essa conserva un sapore di un passato ormai lontano!
Prima di proseguire il nostro viaggio verso Paracas, ci fermiamo nel quartiere Miraflores per una passeggiatina in relax in uno dei luoghi più trendy della capitale!
Ci imbarchiamo alle 08.00 da Paracas alla scoperta delle isole Ballestas, considerate le piccole Galapagos, situate al largo della città di Pisco.
Non mi aspettavo uno spettacolo così sorprendente! Colonie di leoni marini ed otarie riposano pigramente su piccole spiagge di ghiaia senza età o su rocce preistoriche zeppe di alghe e di guano.
Stormi maestosi di cormorani volano in ogni direzione…
Il cielo è di un blu accecante, le rare nuvole bianche contribuiscono a rendere ancora più pittoresche le nostre foto…
…i versi degli animali, i loro odori ci rapiscono e ci fanno immaginare i primi esploratori che su vecchi velieri, spinti dalla voglia di scoperta, salpavano da lontani porti verso luoghi sconosciuti!
Rientriamo all’embarcadero di Paracas mentre un gruppo di delfini ci saluta poco lontano dalla nostra barca…
Un’ora più tardi sfrecciamo sulle dune buggy nell’afoso deserto di Huacachina…
I piloti di questi fuoristrada sono davvero fuori di testa! Ti facevano salire su enormi dune di sabbia e quando credevi di aver raggiunto il massimo delle emozioni: ecco che cominciava la discesa, tra le grida dei miei compagni di viaggio ed i colpi alla schiena di rinculo!
Riusciamo a fare anche sand surf su grandi dune! Esperienza divertentissima!
Ma le forti esperienze non sono ancora terminate per oggi! Lo stravolgimento di stomaco è solo cominciato! Dopo le onde del mare e le dune del deserto ci aspetta l’immensità del cielo!
Tre ore di tragitto lungo un paesaggio lunare disturbato solo dalla lingua grigia di asfalto della Panamericana, ci porta alle porte di Nazca.
Poco dopo, a bordo di un Cessna 102, lasciamo la pista 25 verso la prima di una decina di figure dal fascino misterioso.
Ecco la balena, l’albero, l’astronauta, il colibrì… Incredibile cosa si celi dietro queste linee dall’età indefinita! Si dice che gli Inca avessero grandi conoscenze scientifiche… queste linee restano, al momento, uno dei mille misteri del mondo!
Il volo è abbastanza impegnativo e mette a dura prova, nuovamente, il nostro stomaco!
Ma è ora di rilassarci un pochino e, passeggiando lungo il viale principale di questo piccolo paesino, ci confondiamo tra la sua gente respirando un’atmosfera molto serena! Che giornata, ragazzi!
Ci aspettano dieci ore di viaggio oggi, che ben presto si trasformeranno in dodici per i vari imprevisti di percorso: prima un convoglio di otto tir che procede come trasporto eccezionale…. poi i minatori che escono dalle varie miniere di rame di cui è tanto ricca la zona…
Percorrendo i 572 km che separano Nazca da Arequipa lungo la Panamericana, mi hanno colpito molto le centinaia di croci ai bordi della strada…
E’ un tragitto molto impegnativo e pericoloso, privo di protezioni e guard rails, senza illuminazione, attraverso colline rocciose e con tanti tornanti stretti e discontinui…
Quante anime ha rubato questa celebre strada…
In venti minuti a piedi raggiungiamo il Mirador de Hyanahuara.
Da qui si gode di una sublime vista del vulcano “El Misti”, alto 5822 metri, simile al Monte Fuji, è davvero impressionante, domina l’intera scena e ti mette timore!
Monastero de Santa Catalina. Un’enorme monastero delle suore domenicane, molto antico ed ancora in funzione. Sono suore di clausura ma che, per far fronte ai grossi costi di manutenzione del monastero, hanno deciso di aprire un’area al pubblico!
La nostra guida ci racconta numerosi aneddoti e storie del passato rendendo la visita molto appassionante; a quel tempo, le secondogenite femmine delle famiglie nobili venivano inviate in questi luoghi di clausura accompagnate da una serva e da una ricca dote; avere una figlia in convento era un simbolo di grande vanto per la famiglia.
Museo Andino. Viene raccontata la storia degli antichi Inca e delle loro tradizioni attraverso il ritrovamento di diversi corpi di bambini/e donati agli dei.
La più famosa, anche perché meglio conservata, è Juanita, una bambina che nel 1450 circa fu sacrificata ed il cui corpo ritrovato nel 1995 da un’equipe di studiosi statunitensi.
Non lontano c’è il Mercado de San Camilo: si vende di tutto, persino enormi sacchi di foglie di coca! L’area dedicata alla frutta è un’esplosione di colori, impressionante quella della carne!
Continuiamo a girovagare tra l’Iglesia de la Compañia, la Plaza de Armas e la Cattedrale per tutto il giorno ma è ora di rientrare, domani ci attende una sveglia alle 03.30!
Partiamo all’alba diretti a Chivay!
Verso le cinque comincia ad albeggiare proprio mentre attraversiamo il Passo Patapampa (4910 metri). Lungo la strada incontriamo numerosi alpaca dal sorriso dolcissimo e dal pelo così morbido che sembrava cotone.
In mattinata entriamo nella Riserva del Colca dopo varie peripezie con il nostro bus che in più di un’occasione è rimasto bloccato sul difficile sterrato della Riserva.
Facciamo un trekking di circa 40 minuti durante il quale ammiriamo paesaggi stupendi. Tanti miradores dove lo sguardo si tuffa nei vari canyon e precipizi…
Arrivati alla Cruz del Condor comincia l’attesa! Il sole è fortissimo, fa molto caldo e dopo due ore non riusciamo a vederne neppure uno, d’altronde la natura è così, è imprevedibile e non si può comandare.
Ripartiamo e dopo un paio di ore raggiungiamo la nostra meta: Chivay!
Lasciamo gli zaini in albergo e ci rechiamo direttamente alle terme; fuori c’è un po’ di vento, l’aria è fresca ma una volta messo il costume ci tuffiamo in quelle acque sulfuree!
Oggi ripassiamo per il Passo Patapampa, una volta in cima ci fermiamo per qualche foto.
Ogni piccolo movimento deve essere fatto con calma, anche un piccolo sforzo può farti girare la testa e battere forte il cuore, ricordiamo che siamo 100 metri più alti del Monte Bianco!
I paesaggi che vediamo sono stupendi e noi incantati ad ammirarli!
Nel primo pomeriggio giungiamo nella festosa e colorata Puno.
Qui il carnevale è molto sentito; davanti alla Cattedrale sono sedute donnone con grosse gonne e bombetta sul capo, osservano la piazza antistante e poco dopo capiamo il perché… da lontano arriva una banda musicale e una sfilata di coppie in costumi locali ballando molto animatamente.
Percorriamo calle Lima, la via principale, tra ragazzi in maschera e guerre di schiuma da barba per raggiungere il mercato centrale e fare un po’ di provviste da regalare alle famiglie che ci ospiteranno nei prossimi giorni nelle isolette del Lago Titicaca.
Ci imbarchiamo su di un battello peruviano sul meraviglioso lago Titicaca.
E’ immenso e maestoso e spesso ti dà l’impressione di navigare su un mare azzurro, qui l’inquinamento quasi non esiste.
Ci fermiamo prima all’isola Uros. E’ un insieme di isolette galleggianti create artificialmente; il capo villaggio ci illustra come vengono realizzate, come si svolge la vita e la manutenzione di cui necessitano.
Ripartiamo e solo dopo tre ore arriviamo ad Amantanì, l’isola maggiore, quella in cui passeremo questa notte! Al molo ci vengono incontro i rappresentanti della comunità Colquecachi: Irma e Silvestre ci ospiteranno e ci danno, ben presto, il benvenuto con un ottimo pranzetto a base di zuppa di verdure locali, un piatto di formaggio fritto e riso ed un mate di una spezia non ben identificata.
Presto raggiungiamo la sommità del Pachamama per godere di un meraviglioso tramonto sul lago Titicaca e sulle isole circostanti.
La sera è stato un momento molto bello ed intimo; Cinzia ed io abbiamo aiutato Irma a sbucciare le fave e a preparare la nostra cena…
Ci ringrazia facendoci indossare degli abiti tradizionali: prima una gonna, poi un’altra, poi stringe tutto con una cintura strettissima, poi ci dà una camicia bianca con disegni colorati sul colletto e per completare l’opera: un lungo scialle nero!
Gli uomini: un semplice poncho! Ci riuniamo nella piazzetta del villaggio per ballare e divertirci tutti insieme in grande armonia… ma non troppo, in fondo siamo sempre a 4000 metri di altezza!
La sveglia suona molto presto nella placida isola di Amantanì. I raggi di un sole caldo filtrano attraverso l’esile finestra che dà sulla stradina per Pachamama.
Abbiamo patito il freddo stanotte anche perché qui non esistono i riscaldamenti e né gli infissi…
Mi affaccio dalla finestrella, ogni tanto passa qualche signora, sono basse, grassocce e vestite nei colorati abiti locali; molte indossano un lungo velo nero. La città più vicina è Puno, a tre ore di navigazione sul Titicaca, molti non hanno mai lasciato quest’isola!
Tanti ci domandano da dove provenissimo ed io controbattevo chiedendo loro se sapessero dove fosse l’Italia. Nessuno la conosceva!
Alla fine ci imbarchiamo e dopo una mezz’oretta di navigazione sulle acque agitate del lago approdiamo alla piccola isola di Taquile.
C’è un sentierino che sale su e ti porta fino alla suggestiva piazza principale, sembra un piccolo Tibet lacustre! Pur essendo così vicina alla grande isola di Amantanì, la comunità locale ha tradizioni e costumi totalmente diversi!
In base al colore del cappello degli uomini capisci se sono sposati o meno; stesso discorso per le donne: se cercate moglie, puntate su quelle con i pon pon lungo le grandi gonne: sono libere!
La giornata è ancora lunga, ci dirigiamo a Sillustani. Sito archeologico Inca che conserva numerose tombe di quest’antica e misteriosa civiltà.
Le tombe sono in pietra, maestose e provviste di una piccola porticina poiché, secondo le credenze locali: con il sorgere del sole l’anima rinasceva!
Ne approfittiamo per goderci questa cittadina senza il casino carnevalesco dei giorni precedenti!
La Cattedrale è maestosa e sembra vigilare severamente sulla Plaza de Armas.
Puno by night sembra un grande presepe, mille piccole casette senza intonaco, abbarbicate su varie colline e fiocamente illuminate.
Un buon piatto di alpaca arrostito e due salti al “Positive bar” per concludere questa ennesima giornata di viaggio!
Il paesaggio che ci scorre davanti agli occhi, sulla strada verso Cuzco, è imponente!
Siamo a 4300 metri sul livello del mare.
Una mucca bruca annoiata in un piccolo cimitero, una vecchia donna con la bombetta e uno scialle multicolore ritorna a casa caricando sulle spalle tutti i panni appena lavati nel ruscello; i muri in tufo delle scarne case invitano a votare “Victor” come “Alcalde” nelle imminenti elezioni politiche; una mandria di lama gusta l’erba fresca ancora bagnata dall’acquazzone della notte appena passata; branchi di cani randagi gironzolano sbruffonamente…
Il Rio Urubamba, marrone ed impetuoso, ci scorta lungo il cammino; monti maestosi di 6000 metri ci lasciano lambire le proprie falde; il paesaggio muta di nuovo, le nuvole si diradano, filtra qualche timido raggio di sole, persino il fiume sembra essersi un po’ calmato… ora invitano a votare: “Cornejo”!
Pukara, un pueblo molto delizioso con una piazzetta antica dinanzi alla semplice ed austera cattedrale.
A quasi 4.400 metri sul livello del mare, ci fermiamo alla “Raya”, un mirador naturale da cui si ha una vista mozzafiato su questo paesaggio andino.
Una bambina in abiti tradizionali ci si avvicina portando a spasso il suo lama.
Andhahuaylillas ci sorprende con la sua chiesa barocca definita la Cappella Sistina Peruviana.
È affascinante l’idea che in un villaggio sperduto del Perù abbiano costruito una chiesa così ricca di meravigliosi affreschi!
Huaro è un chiaro esempio di sincretismo religioso, un incontro di religione cattolica e credenze pagane popolari.
Finalmente arriviamo a Cuzco!
Chincero. I lavori degli archeologi stanno riportando alla luce le rovine di un maestoso palazzo Inca.
Moray. Strane terrazze circolari, molto suggestive… il mistero si infittisce!
Le saline di Maras mi lasciano senza parole!
È arduo percorrere il tragitto che ci condurrà alle “salineras”. Il nostro bus spesso sfiora il bordo del burrone… brivido… dall’alto lo spettacolo è stupefacente, una sorta di Fez peruviana in cui, al posto delle concerie di pelli, ci sono pozze multicolori di sale!
Alle 16.00 siamo già ad Ollantaytambo da dove partiamo, a bordo del treno della “Perù Rail”, alla volta delle pendici del Machu Picchu. Siamo molto emozionati e già dai nostri finestrini ammiriamo un paesaggio che incute timore… il Rio Urubamba scorre con violenza accanto ai binari. Le rapide sono minacciose e “sorvegliate” da questi maestosi monti!
La vegetazione è così fitta ed impenetrabile che quasi non distingui il terreno. Un pizzico di Amazzonia ci ricorda in che parte del mondo ci troviamo! Il nostro trenino blu continua il suo cammino ed ogni curva è una nuova scoperta per i nostri occhi incantati.
Chissà cos’è stato questo luogo ai tempi degli Inca…
Sono le 04.00 del mattino. Fuori è ancora buio. Fa freschetto, c’è tanta nebbia e non si vede nulla! Noi siamo speranzosi e affidiamo le nostre preghiere al Dio Inca.
In bus raggiungiamo l’ingresso al sito di Machu Picchu e ci arrampichiamo fino ad un mirador mentre continua a piovere…
Improvvisamente comincia a sbucare un timido sole che ci accompagnerà per tutta la giornata!
Non ci pare vero di essere qui e di avere davanti agli occhi questa bellezza vista solo nei documentari e cartoline.
La nostra guida ci parla della “Casa del Guardiano”, vediamo le antiche abitazioni, gli altari sacri…
Il nostro sguardo è rivolto alla cima del Machu Picchu… cominciamo la scalata… molto più faticosa del previsto… infiniti gradoni di pietra, irregolari e di dimensioni diverse… i miei polmoni chiedevano pietà… le gambe pure… sembravano non finire mai! Più si saliva e più gli scorci diventavano suggestivi! Ultimo sforzo, ultimo respiro ed eccoci in cima ad ammirare una delle meraviglie del mondo moderno! La soddisfazione che hai quando riesci a conquistare la cima è impagabile!
Ci godiamo il nostro traguardo… ma non per molto! Siamo fradici e tira un forte vento… comincia la discesa! Le gambe tremano dalla tensione continua; andiamo giù senza fermarci, ognuno con il proprio respiro, ognuno con le immagini differenti nel cuore e negli occhi.
Non finisce qui! Decidiamo di seguire il sentiero fino all’ “Inca Bridge”… non molto esaltante dopo il trekking appena vissuto e alla fine crolliamo su un prato per recuperare le ultime forze in vista dell’ultima camminata fino al villaggio di Aguas Caliente!
Ripercorriamo il tragitto a ritroso di due giorni fa a bordo dello stesso trenino…
Ripensiamo ancora a ciò che abbiamo appena vissuto e poco dopo ci rilassiamo un po’ nella plaza centrale del piccolo paesino andino di Ollataytambo… la loro vita quotidiana ci passa dinanzi agli occhi…
Tre bambini ci si avvicinano e ci chiedono se vogliamo ascoltare una canzoncina quechua, in cambio di una propina… piccole donne dalle gonne imponenti, calze in alpaca fino al ginocchio e lunghe trecce nere collegate l’una all’altra dietro la schiena trasportano grossi carichi sulle spalle…
Si recano la piccolo “Mercado Municipal”, forse provengono dai villaggi circostanti per vendere, per pochi soles, qualche ortaggio o frutta… le seguiamo, ci immergiamo per un attimo nel loro mondo.
Nel pomeriggio visitiamo Pisac… è incredibile come questa antica civiltà costruisse opere così imponenti in luoghi così impervi. Ci arrampichiamo e ci lasciamo conquistare da quest’ennesimo luogo misterioso…
Oggi visitiamo l’antica cittadina di Cuzco ammirando le sue bellezze: la Cattedrale, il “Monasterio de Santa Catalina”, il Convento de Santo Domingo, il “Qorikancha” ma, forse, son stanco di musei e chiese… voglio godermi la città diversamente…
Ci rechiamo nel quartiere di San Blas, poco alle spalle della Cattedrale; vicoletti di acciottolato molto stretti, muri bianchi candidi e porte e finestre blu cobalto.
Tanti scorci caratteristici che ci fanno apprezzare ancora di più questa antica cittadina.
Ci inoltriamo tra i vicoletti del “Mercado San Pedro”, ci perdiamo tra i colori accesi delle loro stoffe, inebriati dai profumi delle mille spezie ma arriva il momento di chiudere gli zaini e, districandoci nel caotico traffico di un sabato pomeriggio di mercato, in taxi, in venti minuti raggiungiamo l’aeroporto… ci attendono due voli per raggiungere Quito!
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)
4 Responses
Come sempre mi fatte sognare. Voi il modo di viaggiare lo avete nel sangue. Nn c’è nulla da fare. Esperienza che rimangono a vita. Bravi! Bravi!
Cara Vessy, i tuoi commenti, come al solito, ci inorgogliscono… aspetta di leggere la seconda parte del viaggio, quella relativa alla Bolivia allora… è stata ancora più entusiasmante!!!!
Hola! Soy Rocio del Perù…
que maravilla volver a vivir la emociòn de mi hermoso y maravilloso Perù…
Muchas gracias!!!
Muchissimas gracias a ti… we have loved Peru so much and we cant wait to go back there again soon!