Capitale:
Nicosia
Moneta:
Euro
Periodo migliore:
Il periodo migliore per visitare Cipro va da Pasqua a metà giugno e da fine agosto a metà ottobre, quando il clima è mite. In luglio ed agosto bisogna fare i conti con spiagge gremite e siti archeologici affollati.
In una parola:
Merhaba (ciao)
Vaccini:
Nessuno
A tavola:
Meze è il nome che i ciprioti danno a dei piccoli antipasti a base di verdure, carne o pesce. “Fare meze” significa sedersi ai tavoli di un ristorante e cenare con una serie di quindici, venti antipasti a base di verdure, formaggi, carne o pesce a scelta. È un modo molto conviviale di vivere il pasto, poiché gli antipasti vengono di volta in volta serviti al centro della tavola e ognuno dei commensali prende ciò che preferisce.
La cucina cipriota presenta analogie sia con la cucina greca sia con quella turca, con piatti a base di carne come l’“ofto kleftiko”, cosce di agnello cotte a fuoco lento in un forno di argilla, o la “moussaka”, sfornato a base di carne e melanzane. Se andate in un ristorante cipriota non dimenticate di ordinare l’haloumi, un formaggio ricavato da latte di capra e pecora aromatizzato con foglie di menta. È ottimo, specialmente se servito alla griglia.
Avvertenze:
– Evitate le camminate troppo lunghe: il sole è forte e molti sentieri sono ripidi e sassosi.
– Proteggete i bambini dal sole con indumenti adeguati e badando che siano sempre ben idratati.
– Non superare il confine al di fuori degli attraversamenti ufficiali
Esperienze da vivere:
Già l’attraversamento della Green Line che separa la parte greca della capitale Nicosia da quella turca è una vera e propria esperienza da vivere; Godersi una baklava al tramonto in un cafè di Kyrenia; ascoltare le tristi storie della città fantasma di Varosia, subito dopo il confine, quando nel 1974 gli ortodossi scapparono in fretta e in furia.
Cipro del Nord è semplicemente la parte turca dell’isola, quella meno visitata.
Nel 1974 i turchi hanno invaso questa piccola isola del Mediterraneo.
I ciprioti del Nord sono stati espropriati delle loro case e proprietà e costretti ad emigrare nell’altra parte dell’isola, contemporaneamente 250 mila turchi si sono riversati in questi territori per ripopolarla e provenendo direttamente dalla Turchia, ma questa è un’altra storia!
Per chi vuole visitare quest’area, non è consigliabile atterrare nell’aeroporto di Cipro Nord, altrimenti, se noleggiate un’auto, non potrete recarvi a Cipro Sud con lo stesso mezzo. La cosa migliore è visitare Cipro Nord partendo dalla Repubblica di Cipro, come abbiamo fatto noi, con un comodo ed economico volo per Larnaca, ad esempio.
Il nostro itinerario suggerito (9 giorni) | |
due giorni: | Nicosia (visita Buyuk Han, Moschea di Selimye, Quartiere Samabahce e Bedesten) |
quattro giorni: | Attraversamento della Green Line, relax a Kyrenia |
due giorni: | visita alla città fantasma di Varosia, Famagosta |
un giorno: | rientro a Nicosia e continuo nella parte greca dell’isola di Cipro |
Giungiamo nella capitale cipriota dopo un piacevole viaggio nella parte greca dell’isola.
Varrebbe la pena vedere Nicosia anche solo per la storia che questa città racconta. Nicosia è l’unica capitale divisa in due. La “linea verde” separa infatti la parte meridionale, capitale della Repubblica di Cipro, e quella settentrionale, capitale dell’autoproclamata (dal 1974) Repubblica turca di Cipro, frutto dell’invasione turca e non riconosciuta dalla comunità internazionale.
Nicosia è una città viva, in cui la notte i giovani (soprattutto studenti) si riuniscono per bere una birra all’aperto nelle strade del centro.
Superato il check point turco cambia tutto il background, qui ti rendi conto di quanto un orientamento politico-religioso possa influire così profondamente su un luogo.
Mi ha colpito molto vedere gente cipriota-greca fare la fila per mostrare il documento d’identità alle autorità turche solo per recarsi nell’altro lato della stessa città.
Magari è solo una coincidenza ma entrati nella nord di Cipro tutto il verde della parte greca sparisce per far spazio ad un paesaggio più aspro.
Le bandiere cipriote sono solo un lontano ricordo, così come la lingua, le scritte greche e l’euro non è così diffuso come la lira turca.
Al posto dei monasteri ortodossi ci sono moschee islamiche, bandiere turche affiancate a quella bianca della non riconosciuta Repubblica Turca di Cipro del Nord.
Nicosia Nord (Lefkoşa). E’ da qui che inevitabilmente parte l’esplorazione della Repubblica Turca di Cipro. Sappiate che nel 1963, dopo che violenti attacchi da parte dei nazionalisti greci avevano costretto i residenti turchi a ritirarsi in una porzione ben delimitata di territorio, sopraggiunse la decisione di formalizzare la frattura con la creazione di una Green Line disegnata dall’esercito inglese ufficialmente per favorire il cessate il fuoco (dal 1925 al 1960, infatti, Cipro fu colonia dell’Impero Britannico). La Linea Verde che taglia in due la città è rimasta identica anche dopo l’invasione turca del 1974 trasformandosi, col suggello delle Nazioni Unite, nel confine tra le due repubbliche cipriote. I checkpoint lungo la Green Line sono diversi, anche se i più frequentati sono senza dubbio i due pedonali di Ledra St. e Ledra Palace Hotel. È qui che giornalmente transitano turisti e residenti che si muovono da nord a sud e viceversa.
Badate bene però: non passate da una parte all’altra fuori dai checkpoint ufficiali. Tra l’altro la libertà di movimento è molto maggiore rispetto al passato e, di conseguenza, anche i controlli burocratici sono diventati molto più snelli. Per cui sarebbe davvero un’imprudenza provare a fare i furbi. Un’imprudenza che, per di più, potrebbe costare molto cara, fino al fermo.
All’interno del Girne Gate, sede dell’ufficio informazioni turistiche turche, abbiamo la fortuna di incontrare una vera guida turistica che, molto appassionatamente, ci dà preziose informazioni sulla visita della città, peccato solo che si limiti ad esaltare le bellezze della parte turca scoraggiandoci quasi a visitare quella greca.
Comincia il nostro tour a piedi con il “Quartiere Samanbahçe”, primo quartiere di case sociali ramificato attorno alla piazzetta principale e che custodiva l’unico pozzo per l’acqua dell’agglomerato.
Poco più avanti, una maestosa colonna dell’epoca veneziana svetta nella piazzetta di Ataturk.
Una volta, sulla sua sommità, vi era posta una statua del leone di S.Marco, sostituita col tempo, dagli Ottomani, da un occhio di bronzo.
Breve sosta all’Hammam Buyuk, non molto interessante in quanto ormai inglobato in un hotel e non conserva più nulla del suo passato splendore…
Ci spostiamo al Buyuk Khan, “caravanserraglio”, realizzato dagli Ottomani nel 1572, serviva per il ristoro dei mercanti.
I viandanti al loro arrivo trovavano tutto il necessario per rimettersi in forma: una locanda in cui mangiare; la fontana dove praticare abluzioni; una moschea in cui pregare e le camere per il riposo notturno riscaldate dal camino. L’antica locanda occupa ancora oggi il piano terra dell’edificio ed ospita il Sedirhan Restaurant & Cafe, dove potrete assaggiare piatti tipici locali.
Il Buyuk Han durante i giorni della colonizzazione anglosassone fu utilizzato anche come prigione. In effetti esternamente sembra quasi una fortezza e le piccole finestre, costruite per tutelare i mercanti dai ladri, si rivelarono poi perfette anche per evitare le evasioni. L’accesso al caravanserraglio è possibile da due entrate: dalla porta principale ad est, su Piazza Asmaalti, o dal secondo ingresso ad ovest.
Al centro della piazza c’è la particolare fontana, su cui poggia una moschea. Al piano terra del Buyuk Han ci sono negozi, bar e ristoranti. Salendo da una delle due scale simmetriche in pietra si arriva a quelle che un tempo erano le 68 camere dormitorio oggi occupate da gallerie di artigiani e negozi che realizzano lavori fatti a mano, dipinti e ceramiche.
Il Buyuk Han è molto suggestivo anche di notte, con la giusta illuminazione e la musica dal vivo: può capitare anche di assistere ad una rappresentazione di danza folkloristica.
Finalmente giungiamo al cospetto della “Moschea Selimiye”. Ex chiesa gotica intitolata a Santa Sofia (Agia Sofia) riadattata in moschea dopo la conquista ottomana del 1571. Da allora è rimasta questa la sua destinazione d’uso ed è visitabile al di fuori degli orari riservati alle cinque preghiere giornaliere dell’Islam.
Il Bedesten, infine, è un’antica chiesa bizantina del XIII secolo che dopo un lunghissimo declino (durante l’occupazione ottomana del XVI secolo veniva utilizzata come granaio e mercato) è stata ristrutturata e trasformata in centro culturale.
Kyrenia, o come la chiamano i turchi: Girne, è un vero e proprio gioiellino che quasi stona dopo tutto l’aspro paesaggio che ha fatto da contorno al nostro trasferimento fin qui…
Per molto tempo, questa città è stata prospera grazie al suo attivo commercio con la Turchia, utilizzando i caicchi per il trasporto di merci.
La sua posizione affascina ogni viaggiatore che vi si reca, grazie alle sue splendide vedute tra il Mar Mediterraneo e le Montagne delle Cinque Dita.
Ha una baia che farebbe innamorare ogni poeta, fotografo, pittore o scrittore.
Ci siamo immersi subito nei romantici e pittoreschi vicoletti della cittadina…
Abbiamo pranzato in uno dei ristoranti più carini mai visti, s’affacciava proprio sulla piccola baia… tutto a base di pesce…
Oggi la risorsa principale è il turismo!
La città, e soprattutto i dintorni, offrono ancora molto da vedere. A cominciare dal porto vecchio dove attraccano pescherecci, imbarcazioni private e yachts e nei cui magazzini, un tempo, venivano commercializzate le carrube, frutti dalle molteplici proprietà nutrizionali e di largo uso in cucina. Al posto dei magazzini di carrube oggi ci sono ristoranti, bar e negozi.
Il porto vecchio, da cui partono diverse imbarcazioni specializzate nel giro turistico della baia, è cinto da un castello di origine romana che, tuttavia, nel corso dei secoli, ha subito diverse modifiche per mano bizantina, inglese e soprattutto veneziana. Il Castello di Kyrenia, costruito in posizione strategica a dominare il porto cittadino, dà l’opportunità di godere di meravigliose vedute sul mare. Questa fortezza fu costruita inizialmente nel periodo bizantino, ma ciò che possiamo ammirare oggi risale al periodo di dominazione veneziana.
Non è l’unica fortezza della zona. Ce ne sono altre tre e meriterebbero tutte una visita. Stiamo parlando del Castello di Sant’Ilarione e delle antiche fortificazioni di Buffavento e Kantara. Il trekking è il modo migliore per approcciare questi luoghi, tappe del Kyrenia Mountain Trail, splendido tracciato escursionistico di oltre 150 chilometri.
Inoltre non perdetevi l’Abbazia di Bellapais, fondata nel 1200 da monaci agostiniani in fuga da Gerusalemme.
Lunga passeggiata in relax sul lungomare gustando una deliziosa baklava appena preparata mentre il sole tramonta su questa romantica cittadina mediterranea!
Non lontano da Kyrenia, in van, raggiungiamo Famagosta, senza dubbio una delle città più belle di Cipro (a circa un’ora di macchina da Nicosia e dall’aeroporto internazionale di Larnaca).
Il centro storico di Famagosta è di epoca medievale, tutto circondato da mura pittoresche; dopo aver attraversato le porte della città vecchia, ti sentirai proiettato indietro nel tempo, nel passato glorioso della città. Era qui infatti che avveniva l’incoronazione dei sovrani di Cipro e di Gerusalemme.
Passeggiata lungo le stradine fino alla piazza principale della città dove c’è l’ex cattedrale di San Nicola a cui si affianca il minareto.
La visita di Famagosta si conclude con una sosta presso la pasticceria Patek, caffè storico dove sorseggiare un buon caffè turco, sul terrazzo al primo piano, per avere una vista straordinaria della città.
La riviera di Famagosta fino agli anni ’60 del Novecento era un’area turistica affacciata su alcune delle più incantevoli spiagge dell’isola. Nel quartiere di Varosha, a sud del centro storico, abitato soprattutto da greco-ciprioti a differenza del resto della città a maggioranza turco-cipriota, si affacciavano moderni alberghi gestiti e pronti ad accogliere turisti.
Nell’agosto del 1974 di fronte all’avanzata dell’esercito turco dal nord dell’isola, gli abitanti di Varosha fuggirono e l’esercito turco prese possesso della città.
Varosha, oggi, è deserta ed è la parte più triste e inquietante della città, un ricordo ancora vivo dei giorni bui del 1974. A 40 anni da allora, condomini, negozi e case sono rimasti immutati da allora. Lungo la spiaggia si trovano ben 33 alberghi. Sono tutti disabitati, fantasmi di un tempo in cui gli abitanti hanno abbandonato in fretta e furia la zona, nella speranza di avere la possibilità di tornare a prendere le proprie cose o magari di abitare nuovamente nelle loro case. Così non è stato.
Ancora oggi Varosha e il resto della zona morta sono circondati da recinzioni di filo spinato e fusti di latta che bloccano il passaggio e impediscono a chiunque di entrare.
E’ giunta l’ora di lasciare la parte turca e superato il check point si rientra in “Grecia”!
Da Nicosia, in bus, si raggiunge facilmente la città di Larnaca, sede dell’aeroporto internazionale e tappa finale di questo nostro entusiasmante viaggio nell’isola di Cipro!
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)