Capitale:
Port Vila
Moneta:
Vatu
Periodo migliore:
da Aprile a Ottobre
Vaccini:
Consigliata profilassi antimalarica
In una parola:
Tank yu tumas (mille grazie)
Esperienze da vivere:
Salire sulla sommità del cratere del vulcano Yasur; Assistere alle danze Kastom in uno dei tanti villaggi; brindare con un bicchiere di kava.
Un giorno, mentre guardavamo un documentario della BBC, su una tribù di un’isola sperduta delle Vanuatu, intitolato: “Gli indigeni siamo noi – Selvaggio a chi?“, restiamo così colpiti da quelle terre che lontane che decidiamo subito di andarle a scoprire con i nostri occhi!
E’ proprio vero, qui c’è una tribù che venera il Principe Filippo, consorte della regina Elisabetta II, poichè ritenuto il figlio bianco di uno spirito delle montagne di cui parlano le loro antiche leggende!
Tre ore di volo dalle isole Fiji… sorvoliamo un mare di nuvole di panna montata… solo poco prima ci eravamo incantati ad ammirare le meravigliose Mamanuca e Yasawa Islands delle Fiji dall’alto a bordo del nostro ATR42 della Fiji Airways…
Il pilota annuncia che comincia la discesa, ci allacciamo le cintura e guardiamo fuori… ancora nuvole che piano piano cominciano a diradarsi come una leggera nebbiolina…
Le verdeggianti isolette delle Vanuatu sotto di noi… La vegetazione è fittissima!
Sentiero di discesa… welcome to Port Vila!
Un gruppetto musicale ci dà il benvenuto con delle ukulele, piccole chitarre fijiane e canzoni allegre!
Fuori dall’aeroporto contrattiamo con un van locale e ci tuffiamo subito nel traffico disordinato della capitale!
La gente è gioviale e molti ci salutano sorridendo!
Sakaria, il nostro autista, ci racconta un po’ della storia della sua isola, mentre ci accompagna alla nostra Guesthouse! Zaini a terra, siamo alle Vanuatu!
Non lontano dalla capitale Port Vila, si può rimanere ammaliati dalla bellezza di Iririki Island, una piccola isoletta raggiungibile in pochi minuti di barca per concedersi una giornata di riposo e relax.
Qui mettiamo piede nell’ennesimo paradiso tropicale!
Ancora una volta mi sembra di vivere in un libro di avventure!
Trascorriamo l’intera giornata rilassandoci un pò al sole spensierati, poi circumnavigando l’isoletta con un kayak e, per finire, ammirando il fondale facendo snorkeling fino al tramonto quando la baia di Port Vila: una striscia verde tra due masse blu: il cielo azzurro ed il mare cobalto si colora di giallo ed arancione, segno che un altro giorno è passato!
In 40 minuti di volo atterriamo nella piccola terra vista in quel famoso documentario!
L’Isola di Tanna è selvaggia, misteriosa, ci piace sin da subito con le sue strade non asfaltate ed i nativi che ci guardano incuriositi, spesso con il machete tra le mani immersi nelle sterpaglie o con la legna sulle spalle, donne con grosse foglie di banano sbucano dal bush si fermano per salutare questi due bianchi che appaiono improvvisamente
Alloggiamo all’Alofa Beach Resort, o meglio, due bungalow sulla spiaggia dinanzi all’Oceano Pacifico. Il rumore delle onde che s’infrangono sugli scogli ci farà da soundtrack tutte le notti, spesso intimorendoci pure…
Lizzie, la fortissima tuttofare del nostro lodge, ci fa subito notare con orgoglio che qui hanno addirittura la corrente 24 ore al giorno e sette giorni su sette…. ma solo nei due piccoli bungalows!
Il tetto è formato da foglie di palma intrecciate e ci dà la buona notte aggiungendo che i ragni, anche se grandi, non sono velenosi…
Con un fuoristrada ci immergiamo alla scoperta dell’entroterra. Ci fermiamo a Yakel dove si può ammirare ancora la vita del villaggio svolgersi immutata da secoli.
Ci viene incontro uno dei ragazzi della tribù, uno dei rari che parla inglese, è completamente nudo se non per un piccolo “astuccio penico” detto “namba” che gli penzola tra le gambe.
Ci conduce all’interno del suo piccolo villaggio, tra la sua gente, tra le capanne, tra i bambini nudi, tra le ragazze in gonnellina o i vecchi seduti attorno al baniano a bere kava..
Loro rifiutano il progresso e sono fortemente legati e radicati alle loro origini e continuano a vivere come i propri antenati.
Assistiamo alla danza Kastom e siamo letteralmente rapiti dai loro canti, dalle loro movenze… donne, uomini, bambini ed anziani ballano in cerchio sollevando nuvole di polvere che rendono ancora più magica questa cerimonia…
Poco lontano incontriamo il capo villaggio di una tribù che vive sulle montagne, abbiamo molte domande, si chiama Yapa Nikiauris ed è uno dei cinque fortunati che, nel 2007, ha avuto la fortuna di essere invitato, da una troupe televisiva britannica, in Inghilterra per conoscere il proprio Dio: il Principe Filippo! Proprio uno dei protagonisti di quel famoso documentario. Ce l’abbiamo fatta!
Facciamo una lunga chiacchierata, grazie all’aiuto di un interprete, e ci emozioniamo tante volte. Le sue risposte hanno rafforzato la mia consapevolezza di quanto siamo lontani…
Dice di avere una cinquantina di anni anche se non lo sa di preciso (ne dimostra molti di più, chissà quanti ne ha davvero!), è andato dall’altra parte del Globo per fare solo una domanda al proprio Dio, il principe Filippo infatti è di Tanna!
Siamo un po’ sorpresi da questa rivelazione! Il traduttore mi spiega che, in realtà, è solo una loro credenza in quanto il marito della Regina Elisabetta II non è mai stato qui! Decenni prima aveva visitato Port Vila ma mai Tanna.
Continua dicendo che non gli è piaciuto ciò che ha visto lì. E’ inconcepibile che noi lavoriamo per mangiare, qui è la Natura che ti nutre…
Ospiti presso alcune famiglie inglesi, hanno seguito per alcune settimane la loro vita accompagnandoli in ogni attività, persino alla toelettatura dei propri animali domestici.
Lo stesso giorno videro inorriditi dei senzatetto soffrire per strada… conclude dicendo, ancora rattristito, che noi amiamo gli animali che dovrebbero vivere felici all’aria aperta e lasciamo, poi, morire per strada i nostri fratelli.
“Gli animali devono stare per strada e quegli uomini, che sono nostri “fratelli” devono essere aiutati!”
Yapa Nikiauris
Nel pomeriggio, ci dirigiamo alla volta del vulcano Yasur. La strada è davvero dissestata, piena di grosse buche e fango e nonostante il fuoristrada, percorriamo i 25 km che ci separano dalle pendici del vulcano fumante in quasi due ore… Eccoci al suo cospetto! Sotto i nostri piedi una distesa infinita di cenere nera, sembra un paesaggio lunare. Il Vulcano Yasur è attivo perennemente, erutta ogni 15 minuti circa…
Tira un forte vento, fa freddo ed il fumo prodotto dal vulcano avvolge tutto. Quando si sale e ci si avvicina al cratere si sentono sibili e boati davvero impressionanti.
Arrivati in cima guardiamo dentro, ed ecco che dopo l’ennesimo potente boato schizzano verso il cielo lapilli incandescenti che contrastano con il bianco vapore. Un’emozione unica!
Sotto i piedi senti che la terra è viva e respira, parla dall’interno, un cuore di lava illumina la sera…
Pietre di fuoco si scagliano con violenza contro le pareti, una forza che solo la Natura può avere. Il rumore delle eruzioni è fortissimo e continuo. È una sensazione unica al mondo!
Raggiungiamo il villaggio di Leitouapam per vedere il baniano più grande del mondo.
È gigantesco e continua a crescere indisturbato… copre un’area di 200 metri ed è alto più di 80 metri con rami che raggiungono anche i 100 metri!
È difficile stabilire l’età di questo maestoso albero ma una storia popolare racconta che sarebbe stato qui già all’arrivo del mitico Capitano Cook nel 1774.
Questo è un luogo magico dove il mistero del tempo è stato catturato nel mondo reale.
Avete mai sentito parlare del Nekowiar? E’ una cerimonia che avviene ogni tre anni.
Lunghi preparativi, uomini e donne usano polveri mescolate ad olio di cocco per dipingersi il volto di rosso scuro con strisce gialle e nere.
Circa 200 persone sono coinvolte in questa danza che dura tre giorni interi fino a quando vengono offerti maiali, semi di kava, gonnellini e laplap (piatto nazionale di Vanuatu). I maiali vengono uccisi a colpi di machete e comincia un grande banchetto.
Esploriamo il vicino mercato che si tiene una volta alla settimana e riunisce tutti gli abitanti dell’isola. I colori spaziano dal verde intenso della verdura, all’arancio dei manghi, al rosso vivo delle papaie fino al giallo acceso delle banane… in un angolino c’è una signora che vende una specie di corda marrone arrotolata stretta su se stessa, un missionario canadese che passa da quelle parti ci spiega che è tabacco! Che meraviglia è il mondo!
Ad Isangel, visitiamo una piccola comunità proveniente dall’Isola di Futuna, ci danno il benvenuto simulando un assalto con lance e grossi bastoni, sbucando improvvisamente dal bush.
Ci mostrano come si svolge la loro vita nel villaggio, come avviene la pesca, la sistemazione delle capanne; ci spiegano che, in passato, quando moriva il capo villaggio, venivano seppellite accanto a lui tutte le sue mogli…
Dopo una ricca colazione con tutti i nostri nuovi amici di Tanna, a piedi, lungo la spiaggia corallina, ci muoviamo fino al villaggio “Lowanatom” abitato dall’omonima tribù.
Ci danno il benvenuto porgendoci una ghirlanda di foglie e fiori intrecciati prima di cominciare le danze ed intonare i loro antichi canti.
Indossano vestiti coloratissimi ed hanno le facce dipinte da colori accesissimi… gli stessi che lasciano sulle nostre guance quando ci salutano!
Questa danza è molto suggestiva soprattutto quando cominciano a battere le mani all’unisono su delle sacche di corda intrecciata che fa da bassi alle loro antiche litanie.
Su un vecchio camioncino, scortati da Lava, raggiungiamo il villaggio di Iuianak e la tribù Lavinu. Siamo nel cuore della jungla. Gli uomini cominciano a battere forte i piedi sul terreno, la polvere si alza, le donne, dal seno scoperto e gonnellini gialli, iniziano a saltellare intonando i canti della propria tribù. Girano in circolo, l’atmosfera è molto forte e noi siamo rapiti da quei riti ancestrali!
E’ già ora di ritornare a Port Vila…
Il tempo vola proprio quando lo vivi intensamente ma, nessuna paura, il viaggio continua e stavolta, dalla capitale delle Vanuatu proseguiremo verso la Nuova Caledonia!
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)
36 Responses
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Mi sembra un sogno irraggiungibile…ma forse solo perché non mi sono permessa a sognare più in grande. Voi,ragazzi,mi fatte vedere che il mondo non è impossibile e vorrei ripetere ogni vostro passo. Grandiosi voi ❤️
Grazie di cuore, i tuoi commenti e le tue opnioni sono sempre di grande incoraggiamento
Grazie ragazzi ci fate vivere sempre delle sensazioni spettacolari, le vostre avventure diventano le nostre questo perché mettete il cuore in ogni cosa che fate, il mondo scoperto con voi è meraviglioso ❤ un abbraccio grande
Grazie cara Valeria, le tue parole ci inorgogliscono. Per noi viaggiare è vivere e quando riusciamo a trasmettere un pò delle emozioni vissute in viaggio allora vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro. Ma voi, da poco di rientro dall’Africa, sapete a cosa mi riferisco!!! Thanks
Come hai organizzato il viaggio? So che a volte é persino proibito avere contatti con popolazioni che non conoscono il mondo la fuori…
Volo su Port Vila… qualche giorno dopo volo interno per Tanna e poi tutto all’avventura senza organizzazione… forse proprio per questo motivo è stato tutto fantastico perche’ nulla era pre-organizzato!
Deve essere uno spettacolo 🙂
Ti confermo 🙂
Bello vi seguiro sicuramente. Viaggiate per lavoro o per piacere? Con che frequenza viaggiate? Vorrei tanto farlo con mia figlia e mio marito ma non ho capito come viaggiare più spesso considerando le limitazioni lavorative e di budget
Viaggiamo per vivere… E’ solo una passione, non un lavoro… per fortuna o per sfortuna!
Fra l’altro proprio Tanna, avemmo la fortuna di essere invitati da un villaggio locale locato a circa un’ora di barca come “test di prova” di accoglienza al turista, pure gratis… Accolti al suono delle conchiglie e mentre andavamo via lanciavano fiori dalla scogliera, Annina continua a piangere. Quel giorno pianse davvero.
Queste sono esperienza indimenticabili davvero!
Bellissimo. È turistico? Spero di no così che si preservi questa meraviglia vera
Direi di no, almeno in 10 giorni non abbiamo incontrato neppure un turista o un occidentale! Speriamo davvero si preservi cosi’
Tu immagina di pernottare in una casetta su un enorme albero, davanti ad un vulcano perennemente in eruzione, camminare un ora e mezza nella giungla per arrivare in un posto chiamato yacht club sulla costa, seguire fra le rocce la costa per un altro km, passare il resto della giornata con la maschera e boccaglio in un dedalo di canyon sottomarini pieni di qualsiasi cosa la natura possa creare. Persone incontrate, una.
Che meraiglia!!!!!!!!!
bellissime foto …… ma in quel contesto come avete fatto per farvi accettare nella loro comunita’ ????? Avrei dato l’anima per vivere le vostre stesse emozioni.I miei piu’ grandi complimenti .
Semplicemente mostrando il massimo rispetto e umiltà
Ci sono stata anch’io nel 2010, una delle tappe del nostro viaggio di nozze itinerante. Noi avevamo incontrato turisti australiani, attratti – un po’ come noi – proprio da quello che è famoso per essere uno dei vulcani più accessibili al mondo. Tanna merita davvero!
Che spettacolo e complimenti per la scelta di un viaggio di nozze cosi’ originale!
Quanta vita e quante emozioni….. non mi sembra vero esistano posti così e che voi ci siate andati…. Formidabili
Ce ne sono cara Angioletta!
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