Capitale:
Kiev
Moneta:
Grivnia ucraina
Periodo migliore:
da aprile a settembre
In una parola:
Ura (cin cin)
Vaccini:
Nessuno
Esperienze da vivere:
Sognare, tra le viuzze di Odessa, gli antichi splendori e fasti della città; Penetrare nella tetra Chernobyl abbandonata in fretta e in furia dopo il tragico evento; Vivere la movimentata capitale Kiev ora che si sta aprendo all’Occidente
Liberata nel 1991 dall’autoritarismo russo, l’Ucraina, si è imbattuta negli ultimi anni in una veloce modernizzazione ed occidentalizzazione. Paese ricco di esempi di architettura e di arte gotica, bizantina e barocca offre al turista imponenti monumenti ricchi di storia.
Da quando non c’è più bisogno del visto per recarsi in questa nazione, per i cittadini europei, c’è stata una vera e propria corsa alla scoperta di una nazione che per tanto tempo è rimasta sotto l’ala protettrice della Madre Russia.
Atterriamo a Kiev, la capitale dell’Ucraina che è l’anima del paese e si è trasformata in uno dei luoghi più accoglienti e affascinanti d’Europa, soprattutto ora che è, burocraticamente, più facile visitarla. La crescita economica e la rivoluzione culturale hanno fatto sì che si sia affermata come capitale del lusso e della moda ed abbia sviluppato un fascino e un carattere unico.
Questo è in contrasto con la sua periferia che invece sembra un costola della vecchia USSR: tetra e ricca di obsoleti e grigi alveari dove chissà quanta gente trova rifugio.
Noi alloggiamo presso un bel appartamentino lungo Bessarabsky Street, il centro cittadino.
L’area è zeppa di bars, clubs, ristorantini e tutto è molto curato, vivace e vivo, completamente diverso dalla triste periferia!
I più golosi devono assaporare il cioccolato Roshen in vendita in tutti i migliori bar e negozi della città. Per chi invece è alla ricerca di uno shopping tradizionale e raffinato l’Andriyivsky Uzviz è uno dei luoghi più affascinanti e pittoreschi. Si tratta di un quartiere del centro che consente di passeggiare alla scoperta di antichi caffè, ristoranti tradizionali, gallerie d’arte e numerose botteghe di artigiani dove è possibile acquistare prodotti locali.
Lunga passeggiata lungo il viale Vulytsya Khreschchatyk, dal Bessarabsky Rynok, un mercato al coperto dove la variopinta esposizione di frutta, verdura, carne, fiori e caviale lo rendono una vera e propria opera d’arte e sembra quasi un peccato rovinarla acquistando la merce.
Questo viale è molto ricco ed elegante, pieno di palazzi nuovi ed aristocratici… proprio quella strada che, durante la seconda guerra mondiale, l’esercito sovietico minò trasformando tutti gli edifici in trappole esplosive per i soldati nazisti… alla fine furono quasi tutti rasi al suolo!
Raggiungiamo Maydan Nezalezhnosti, la piazza centrale, ricca di fontane e ritrovo più popolare della città…
È resa tristemente nota dalle sommosse del 2014 dove la guardammo per giorni, attraverso i TG di tutto il mondo, quando divenne l’epicentro della rivoluzione arancione.
Non lontano c’è la Cattedrale di S.Sofia, la più antica di Kiev, dagli interni un po’ tetri ma dagli affreschi meravigliosi e conservati molto bene nonostante siano stati realizzati nel 1017 per celebrare la vittoria del Principe Yaroslav contro la tribù dei Pecheng.
Il monastero di San Michele, dalla cupola dorata e molto pittoresca, è una tappa importante oltre ad essere il Santo patrono della città.
Molto interessante è anche il lungo sentiero di ciottolato incorniciato da bancarelle di souvenirs, di artigianato, di antiquariato o da quadri di indubbia bellezza oltre ai tanti bar molto originali e cool.
Turisti e pellegrini ortodossi accorrono in massa al Kyevo Pecherska Lavra, un meraviglioso complesso monastico, ora patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Ci arriviamo in metro, una delle classiche metropolitane sovietiche dove il gettone di plastica per l’ingresso costa 5 grynia (15 cent) e dove si viene condotti negli inferi della Terra da una velocissima scala mobile… sempre più giù, al punto che quasi ti si otturano le orecchie…
Pur essendo a solo una fermata dalla Piazza Centrale “Maydan Nezalezhnosti”, il background cambia completamente e quella vecchia metro sovietica, ora dipinta di azzurro e giallo (colori nazionali), quasi a darle un’identità più ucraina, sembra portarci indietro nel tempo!
I palazzi, all’uscita della fermata “Arsenalna” non sono più curati come quelli del centro, sono smorti, tetri, stanchi; ci sono anziani che vendono vecchi oggetti che sembrano essere stati trovati in una cantina e sono esposti su lenzuoli a terra insieme a medaglie, rubli, libri e francobolli… ci si arrangia come si può.
Il Kyevo Pecherska Lavra, fitto complesso di chiese dalle cupole dorate, è una gioia per gli occhi. “Lavra” è un monastero edificato ad altitudine elevata, “Pecherska” significa “delle grotte”; ebbene sì, i labirinti sotterranei custodiscono le spoglie mummificate dei monaci e sono ricche di fascino e mistero.
Nel pomeriggio raggiungiamo il museo di “Chernobyl”, rendere tutto l’orrore del più grande disastro nucleare della storia è un’impresa ardua, ma il piccolo museo, ricavato da una vecchia caserma dei vigili del fuoco, cerca di tradurre in realtà questo proposito.
L’esposizione delle foto e dei documenti di coloro che persero la vita nelle giornate successive all’esplosione del reattore n°4 della centrale di Chernobyl, avvenuta il 26 aprile 1986. È un santuario al loro eroismo.
Mi hanno colpito molto i filmati dell’epoca e una ricostruzione della nube tossica che, per dieci giorni ha gironzolato, terrorizzando, l’intera Europa.
Con un volo interno raggiungiamo la magnifica città di Odessa. Sembra uscita da uno di quei vecchi romanzi sovietici con i suoi palazzi color pastello e spesso finemente decorati e le sue strade di ciottolati che ti portano da un verde parco all’altro.
La sua famosa scalinata Potemkin scende fino al Mar Nero ed al più grande porto commerciale dell’Ucraina.
Trascorreremo ben 4 giorni qui in questo clima rilassante e vacanziero; ci sono numerosissimi ristorantini, bar, bistrò, locali di ogni genere che sembrano tutti usciti da una rivista di design! È spettacolare ammirare i dettagli di cui ciascuno di essi è impreziosito…
In queste giornate da “locali” ci godiamo la quotidianità ucraina senza orologio, senza programmi e senza stress.
Una lunga passeggiata ci conduce al Mercato “Privoz”, probabilmente il mercato contadino più grande del Paese. Un classico mercato di cineserie varie, abbigliamento di basso livello oltre che frutta secca uzbeka, verdura ecc. mi ha impressionato molto il settore dedicato ai pesci.. ne vendevano di tutti i tipi, alcuni mai visti…
“Da molto tempo non mi sentivo così a casa come quando, arrivato sulla collina, mi sono trovato ad Odessa per la prima volta”.
Mark Twain
Percorriamo tutta Vulytsya Derybasivska, la via commerciale più importante di Odessa, la strada pedonale piena di ristoranti, bar e locali fino al Teatro dell’Opera e del Balletto ed al Museo Archeologico.
Decidiamo di visitare proprio quest’ultimo. Quando si varca l’uscio, sembra di entrare in una vecchia soffitta polverosa russa… tutto sa di vecchio e di stantio, persino i suoi reperti archeologici sembrano quasi contemporanei al background!
Tutto sa di vecchio, dalle tante guardiane all’aria che vi si respira, fino al biglietto di ingresso (pagato 70 grynia ma con su stampato il prezzo di 20 kopeki russi… ricordo sovietico)!
Raggiungiamo la Cattedrale Predbrazhensky (Cattedrale della trasfigurazione), ricostruita di recente e più importante chiesa di Odessa finchè, negli anni ’30 Stalin non la fece distruggere. E’ molto moderna ed abbastanza spoglia se la si compara alla maggior parte delle chiese ucraine che ti lasciano a bocca aperta per le loro elaborate iconostasi scolpite, le pareti ricoperte di affreschi, le altissime cupole, l’atmosfera e profumo che si respira al loro interno.
“Odessa ha più colore, più fegato, più irriverenza di qualsiasi altra città sovietica”.
Maurice Friedberg
“Tutti gli abitanti di Odessa, dai gangster da quattro soldi alle ragazze flessuose, sono convinti di essere superiori per cultura e stile a chiunque altro, che sia a Mosca o a Londra, e figuriamoci a quei provinciali di Kiev… ed hanno assolutamente ragione”.
Simon Sebag-Montefiore
E’ ora di voltare pagina: noleggiamo una vecchia Skoda ad Odessa per raggiungere la capitale della Moldavia… ma prima… facciamo un salto nella Nazione che non c’è.
Domani si parte per la Transnistria. Che l’avventura abbia inizio.
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