Capitale:
Noumea
Moneta:
Franco del Pacifico
Periodo migliore:
da maggio ad ottobre
In una parola:
Ti-Va-Ouere (Fratelli della Terra)
Vaccini:
Nessun vaccino
Esperienze da vivere:
Montare la tenda su una spiaggia dell’Isola dei Pini e trascorrervi qualche giorno; Brindare con kava comprata presso una nakamal (case private); Colazione presso il Marchè de Noumea come dei parigini di un’altra epoca!
La Nuova Caledonia è un territorio d’oltremare francese che si trova nell’Oceano Pacifico, un paio di ore di volo ad est dell’Australia e poco più a nord del Tropico del Capricorno.
Contesa fra Gran Bretagna e Francia durante la prima metà del XIX secolo, l’isola, nel 1853 divenne possedimento francese. A partire dal 1864, servì da colonia penale per quarant’anni. Della Nuova Caledonia fanno parte anche le Isole della Lealtà e l’Isola dei Pini.
La sua capitale è Noumea ed è costituita una grande isola principale chiamata Grande Terre, lunga circa 400 chilometri e larga mediamente una settantina, mentre poco più ad ovest trovano posto le Isole della Lealtà (Ouvea, Maré, Lifou e Tiga), un arcipelago di atolli piuttosto grandi, la maggior parte dei quali “rialzati” decine di metri rispetto alla superficie del mare. Più a sud si trova invece Ile Des Pins (Isola dei Pini), un’isola di roccia calcarea larga una ventina di chilometri. Attorno alle isole maggiori, nei bracci di mare che separano quest’ultime, trovano posto decine di piccoli atolli disabitati e barriere coralline appena affioranti dalla superficie del mare, che creano un ambiente ricco di vita con una grande biodiversità. Un viaggio in Nuova Caledonia è quindi particolarmente consigliato a chi ama il bel mare con ampie spiagge e lagune cristalline, a chi desidera ammirare paesaggi che vanno ben fuori dall’ordinario ed a chi è interessato ad osservare le specie endemiche che comprendono particolari uccelli, alberi, coralli e pesci.
Con un breve volo dalle Isole Vanuatu raggiungiamo questo ennesimo paradiso del Sud Pacifico!
Come cambia un luogo da un altro solo per la semplice dominazione di una o un’altra Nazione.
In particolare, qui, quest’aspetto è molto vivo visto il forte peso politico che la Francia detiene ancora.
Il tricolore francese sventola ovunque, accanto, più timida c’è la colorata bandiera della Nouvelle Calédonie, le targhe automobilistiche sono francesi (con la sigla NC finale), in giro incontri più bianchi che melanesiani e i prodotti dei supermercati sono tutti importati dall’Oltralpe!
Siamo a Noumea. La capitale amministrativa della Nuova Caledonia, è una tranquilla cittadina di centomila abitanti, con un bel litorale, un fantastico acquario ed alcuni interessanti musei. Una serie di piccole isole e barriere coralline da esplorare con maschera, pinne e boccaglio, sono raggiungibili dalla città in pochi minuti di barca.
Siamo ospiti di Mathieu, un couchsurfer ingegnere parigino che s’è trasferito qua due anni fa.
Presto ci porta sulla sommità di una delle colline della città ad ammirare il tramonto… che pace!
Pur non parlando una parola di francese, riusciamo subito a prendere un passaggio per l’ufficio dell’Air Caledonie, in centro. L’ufficio è stracolmo di gente, difatti i biglietti non si possono acquistare on line: che disorganizzazione, ma riusciamo a prenderne due e, con un paio di autostop, raggiungiamo l’aeroporto domestico di Magenta da dove decolleremo alla volta dell’Isola dei Pini!
Trenta minuti di volo, trascorsi appiccicati al finestrino ad ammirare il meraviglioso paesaggio dall’alto.
Una strana sensazione perché sebbene siano solo le 19.00: fuori è già notte fonda.
Persino il piccolo aeroporto è fiocamente illuminato.
Il tragitto dall’aeroporto alla nostra baia de Rouelaux dura circa 20 minuti e dal finestrino solo buio pesto oltre la sagoma dei famosi pini dell’isola.
Montiamo la nostra piccola tenda quasi sulla spiaggia, a pochi metri dalle onde dell’oceano Pacifico, siamo soli qua, lontani da tutto e da tutti…
Mangiamo qualcosina, abbiamo fatto una bella scorta di viveri a Noumea prima di partire.
Poco prima di rintanarci nella nostra tenda facciamo dieci passi verso il mare e rimaniamo letteralmente a bocca aperta!
Uno spettacolo simile raramente l’avevamo visto!
Uno spicchio di luna che si rispecchia nell’oceano immenso e maestoso…
La serata è senza nuvole, siamo su un’isola sperduta del Pacifico e senza luci… una delle poche volte che mi è battuto più forte il cuore dinanzi ad un paesaggio naturalistico.
Andiamo a dormire cullati e un po’ pure spaventati dal rumore delle onde!
L’Isola dei Pini è stata avvicinata per la prima volta da James Cook nel 1774, in occasione del suo secondo viaggio verso la Nuova Zelanda.
E’ così chiamata per i boschi di Araucaria columnaris (simili per portamento ai comuni pini) che ospitano alberi secolari alti oltre 40 metri. Il paesaggio diventa particolarmente inusuale per un ambiente tropicale, in quanto queste conifere arrivano fino alle spiagge ed alle lagune cristalline attorno l’isola, creando un’atmosfera surreale e primordiale che sembra un misto tra Alpi e tropici.
La giornata comincia presto su quest’isola… non vediamo l’ora di uscire dalla nostra tenda e girarci intorno.
Lo spettacolo che ammiriamo dalla nostra spiaggia ti toglie il respiro.
Siamo al centro di una piccola baia, alla nostra destra un lembo di spiaggia bianca incorniciata da mille pini verdissimi, alla sinistra una grande roccia che ci separa dalla Baia di Kuto.
L’immagine classica delle spiagge sperdute del Pacifico si materializza dinanzi ai nostri occhi incantati!
Sabbia bianchissima, acqua trasparente che ti fa fare snorkeling anche senza maschera, cielo limpidissimo, nessun rumore se non quello delle piccole onde che si infrangono sui coralli ed il canto di qualche uccellino felice. Siamo gli unici su tutta la baia.
Bastano poche ore per trasformarci in due naufraghi!
Eccoci: scottati dal sole, poche razioni di cibo, una bottiglia d’acqua, “impanati” dalla sabbia e con tutti i nostri averi che penzolano su dei rami di un albero ad asciugare.
Ci godiamo questa giornata nel modo più spartano, selvaggio e semplice possibile…
La nostra giornata? Al mattino ci si sveglia quando dentro la tenda comincia a far troppo caldo.
Mi alzo io per prima, tiro su la cerniera della tenda e resto cinque minuti a guardare fuori senza dire nulla; le palme verdi, i pini dritti che puntano verso il cielo, il sole che fa brillare l’acqua cristallina… pace.
In tutta la baia di Rouelaux ci siamo solo noi e la nostra piccola tenda verde.
Preparo la colazione a base di biscotti al burro e sale e, da quando abbiamo recuperato un bollitore, abbiamo pure caffè e thè caldo.
Un minuto dopo siamo in acqua… in quella che sembra un’enorme piscina naturale… stiamo a mollo ore… dopo una rilassante lettura, si passeggia sulla battigia…
Nel pomeriggio, dopo una camminata di circa 20 minuti su strada sterrata, arriviamo all’unico negozietto della zona a mangiare un bel gelato al cocco…
Si aspetta il tramonto tra un bagno e le nostre annotazioni sul diario di viaggio e quando il sole ci saluta: prepariamo la “cena” (ossia scatolette di tonno o noodles portati da Noumea).
Tempo di andare a dormire, ma solo dopo un bel the in riva al mare… illuminati solo dalla luna e dalle stelle…
Il cielo notturno è a dir poco impressionante… mai viste così tante stelle tutte assieme…
La notte fa freschetto ma avvolti nel nostro sacco a pelo stiamo benissimo!
Con un volo all’alba rieccoci nella capitale: Noumea.
Decidiamo di dedicare l’intera giornata a scoprirla!
Cominciamo con una colazione al “Marchè de Noumea”: il mercato cittadino che, oltre a frutta, verdura e souvenirs, vende pure fragranti croissants, pan de chocolate e ciambelle di banane fritte!
Come due parigini, seduti ad un tavolino dell’unico bistrò, ci gustiamo una ricca colazione e ammiriamo la vita quotidiana locale scorrerci davanti…
Non lontano c’è il “Mwa Ta”, un grande totem, alto 12 metri che decanta l’identità “kanak”, la nativa melanesiana, quasi a ricordare a tutti dove ci troviamo veramente!
Seguiamo l’itinerario suggerito dalla Lonely Planet e percorriamo i vari viali dai nomi di grandi soldati e generali francesi o di battaglie del passato giungendo alla chiesa di Saint Joseph dove il prete sta impartendo la benedizione finale.
Mi ha colpito molto vedere che al termine della messa, il parroco, all’uscita della cattedrale, ha stretto la mano ad ogni singolo fedele che lasciava la casa del Signore.
“Place de Cocotiet”, il parco cittadino che sorge proprio nel centro della città.
Ci rilassiamo gustandoci una grande baguette con prosciutto crudo francese…
Oggi è festa e tutti i musei sono chiusi….
Accantonata la cultura decidiamo di dirigerci alla Baia de Citrones a bere qualcosa dinanzi ai tanti kite surfers ed ai locali che si crogiolano al sole…
Ma la giornata è ancora lunga!
Mathieu invita una sua amica messicana e uno indonesiano a cena; Stefy, ormai “cuoca vagabonda”, (può vantarsi di aver cucinato in tutto il mondo!), ci delizia con delle abbondanti omelette al formaggio e prosciutto …
Couchsurfing è anche questo e noi consigliamo a tutti di vivere esperienze simili perchè solo quando si è con i locali si può dire di aver dvavero vissuto un luogo!
"Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare"
Tiziano Terzani
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)
14 Responses
Un sogno. L’isola dei Pini deve essere da togliere il fiato
Lo è, soprattutto se la vivi come abbiamo cercato di fare noi in modo spartano e non da turisti vacanzieri 5 stelle! 🙂
Anch’io ci sono stata… Bellissima e fuori dal mondo. Avete fatto bene a portarvi cibo e a dormire in tenda perché qui tutto è carissimo e poi l’esperienza della notte in spiaggia sotto un tetto di stelle deve essere stata stupenda e unica!!!
Sì, l’esperienza della notte in tenda sulla spiaggia è stata di sicuro una di quelle cose che mai piu’ dimenticheremo…. anche se la notte, con il frastuono delle onde, abbiamo faticato ad addormentarci serenamente…. la mattina, al risveglio… oh my god! uno degli spettacoli piu’ belli del mondo
Fantastici!!! Sai che in due settimane ,nn ho mai pensato di andarci…mi potresti mettere qui sotto link per leggere la vostra esperienza? Grazie
Quale link?
Avevo brividi leggendoti. E imaginavo tramonti,mare cristallino. Poi che la Stefy e brava cuoca…lo so…e vedo che pure Nora segue i stessi passi . Esperienza da pelle d’oca. Magnifico ❤️
Sei sempre un tesoro cara Veselina!
Fantastico! Grazie per la ispirazione! E da tanto che vogliamo andare a visitare la New Caledonia. Ho avuto fortuna , per lavoro, di conoscere un ragazzo che a vissuto la , adesso vive in Francia e prende appunti da te e da lui. Prossimo anno e nel mio check list ! Grazie !
Ottimo… perseguire tutte le mete di ogni bucket list è la cosa più motivante che ci possa essere!!!
Ciao! Ma nella baia de Rouelaux come avete fatto, eravate in un campeggio? Ci sono un po’ poche info
Abbiamo soggiornato in un campeggio abbandonato, nel senso che non c’era praticamente nulla e nessuno… diciamo che ci siamo accampati e basta. Se non ci sono tante info è perchè non possiamo darne visto che non ci siamo appoggiati a nulla e nessuno
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