Capitale:
Podgorica
Moneta:
Euro
Periodo migliore:
La primavera e l’autunno sono i periodi migliori per visitare il Montenegro, ma ogni stagione ha i suoi vantaggi. In inverno le abbondanti nevicate consentono di sciare nelle stazioni di montagna. In estate il caldo può essere soffocante, soprattutto nella capitale, ma, lungo la costa le alte temperature sono compensate dalle fresche brezze marine.
In una parola:
Hvala (grazie)
Vaccini:
Nessuno
Avvertenze:
– Evitate di andare in giro per la capitale in estate durante il giorno, il caldo può essere davvero soffocante.
– Il Paese è molto montagnoso: programmate gli spostamenti in base alla durata dei tragitti e non alle distanze.
A tavola:
Benchè l’influenza dei Balcani sia evidente quando ci si siede a tavola, la cucina montenegrina è anche ricca di sapori mediterranei. Nelle regioni costiere lasciatevi tentare dalla cucina di mare mentre nell’entroterra scoprite i latticini (yogurt e formaggi di mucca o pecora), ma anche salsicce, agnello alla griglia e spiedini. Tra i dolci spiccano il baklava e le frittelle farcite con ricchi ripieni.
Esperienze da vivere:
Visitare la capitale girovagando nel cuore della notte per via del caldo con tutti i negozi ed attività aperte; Riempirsi gli occhi di meraviglia a Sveti Stefan; Entrare in un borgo incantato a Kotor.
In questa avventura siamo partiti da Tirana, capitale dell’Albania, alla scoperta dei Paesi meno conosciuti dei Balcani: il neo-nato Kosovo ed il piccolo Montenegro.
E’ uno stato plurietnico, l’unico dell’ex Jugoslavia in cui serbi, croati, bosniaci, albanesi, rom ecc. abbiano trovato un modo di convivenza pacifico. Ovviamente non mancano incomprensioni, soprattutto in ambito religioso.
Una perla d’Europa a due passi dall’Italia. Spiagge spettacolari come quelle della Croazia, montagne maestose come in Svizzera, foreste verdi come in Germania e una clima dolce come quello della Grecia. Inoltre una deliziosa gastronomia influenzata da Italia e Turchia e una tradizione legata al mare che vi stupirà. Il Montenegro è una delle più piccole nazioni d’Europa, da esplorare in lungo e largo con un grande viaggio… a un piccolo prezzo; infatti è una meta low cost per una vacanza di cultura, natura e folklore: un meraviglioso spicchio di Mediterraneo baciato dal sole.
Il nostro itinerario suggerito (11 giorni) | |
due giorni: | Podgorica |
tre giorni: | Kotor |
quattro giorni: | Budva, Sveti Stefan |
1 giorno: | Ulcinj |
1 giorno: | transfer verso l’Albania o Podgorica e volo per numerose città europee |
Dopo un lungo e faticoso viaggio in bus lasciamo il Kosovo per entrare in Montenegro e raggiungere la sua capitale: Podgorica.
Podgorica si trova in una pianura fertilissima a nord del lago di Scutari ed è attraversata da ben sei fiumi: quattro a ridosso della città (Zeta, Sitnica, Mareza e Cijevna), e due che invece l’attraversano (Moraca e Ribnica). Proprio Ribnica rappresenta la linea di confine tra la parte vecchia e la parte nuova della città. Parte vecchia in cui è tuttora evidente l’influenza ottomana. Basta recarsi nel quartiere di Stara Varos per averne prova: la seicentesca torre dell’Orologio (Sahat Kula) è una testimonianza significativa della cultura turca, per non parlare del canto del muezzin che richiama cinque volte al giorno i fedeli musulmani in preghiera. La parte nuova della città somiglia invece sempre più a una moderna capitale europea. Parchi, giardini e un’estesa zona pedonale in cui non mancano ristoranti, locali e boutique (da vedere: Hercegovacka Street). Ovviamente, trattandosi della capitale, molta parte del centro cittadino è occupata dai palazzi del potere politico e burocratico, senza dimenticare i musei che raccontano la storia antica e quella più recente dell’ex Titograd. Già, perché per chi non lo sapesse, dal 1946 al 1992 Podgorica cambiò nome in omaggio del maresciallo Tito, protagonista prima della resistenza e poi della Repubblica Federale di Jugoslavia.
Ci ospita Marko, un couchsurfer del posto. Ceniamo in un ristorantino gestito dalla Chiesa Ortodossa, provo un piatto locale, una sorta di purè di patate con pezzi di formaggio (kacamak). Con Marko esploriamo tutta la notte, a piedi, questa afosa cittadina (calda perchè il calore che arriva dal lago Shkoder resta in questa fossa circondata a 360° dalle montagne). Giriamo di notte, anche se alle 23 ci sono ancora 33°…
Abbiamo attraversato numerosi parchi e ci ha colpito molto il vedere famiglie, bambini giocare spensieratamente anche a mezzanotte, qui non c’è criminalità!
Approdiamo alla stazione dei bus di Kotor (Cattaro per gli italiani) in un’afosa mattinata di agosto…
Lungo il piacevole tragitto in autobus, da Podgorica, attraversiamo tanti luoghi di villeggiatura locali e non, Budva, la Rimini montenegrina, ci ha subito colpiti per la sua vita frenetica ed il suo caos vacanziero…
Ci inerpichiamo lungo una stradina che costeggia maestose rocce, scendiamo da un lato, qualche curva ed eccoci tra le accoglienti braccia di questa deliziosa cittadina…
Alloggiamo da “Vicky”, una vecchia casa del 1500 incastonata nelle rocce senza età di Kotor ed improvvisamente ci sembra di stare sul set di “Mamma mia”!
Varcando il cancelletto in ferro battuto lungo il muretto grigio formato da grosse pietre, non mi sarei meravigliato se ci fosse venuto incontro Meryl Streep…
Invece c’è questa piccola donnina montenegrina, Vicky, che ci fa subito tenerezza e mostrandoci la nostra accogliente stanza ci dice che ha conosciuto Pertini e che rimpiange Tito… Questo rimpianto, abbiamo notato, è un pò comune a tanti… persino gli albanesi ce lo descrivevano come un grande uomo e, quando chiedevi come fosse riuscito a tenere unite una serie di aree geografiche così diverse tra loro per etnia, religione e politica, tutti fanno spallucce e rispondono che questo resta un mistero. Ciò che sappiamo è che alla sua morte l’impero yugoslavo s’è sfaldato irrimediabilmente dando vita alla guerra civile che tutti noi abbiamo avuto modo di conoscere… “Quando c’era Tito si viveva molto meglio”!
Dal 1420 al 1797 Kotor è stata sotto il dominio veneziano e questa dominazione ha lasciato molte tracce nell’architettura locale, nonché nel dialetto che appunto risulta essere un singolare mix tra veneto e slavo. Addirittura sembra che tra i veneziani sia ancora in uso un proverbio che, nel rimarcare l’esosità di una richiesta, sottolinea le ingenti risorse finanziarie a suo tempo destinate per la realizzazione delle mura difensive della città montenegrina: “Te me costi come i muri de Cattaro” e, in effetti, ancora oggi le mura cittadine rappresentano una delle maggiori attrazioni turistiche della località.
Varchiamo la “Porta del Mare” mettendo subito piede nella Piazza d’Armi, un enorme spiazzo tutto in basolato lucido…
All’interno mille vicoletti si diramano in tutte le direzioni, molto stretti e lunghi, ogni volta che ne percorri uno resti ammaliato dalle scoperte che fai: ecco una chiesetta cristiana, una ortodossa, una romantica piazzetta, uno scorcio pittoresco, una scalinata in pietra che ti conduce verso il castello sulla cima della montagna, una veduta della baia di Kotor…
Tramonta il sole e ne approfittiamo per percorrere il piccolo porticciolo che ospita yacht provenienti da tutto il mondo…
In breve tempo giungiamo a Sveti Stefan… un piccolo paradiso arroccato su una collinetta, famoso per la lingua di sabbia di ghiaie rossa che collega la terra ferma ad un’isoletta, ora trasformata in residence di lusso che ha ospitato, negli anni, celebrità internazionali come Sophia Loren, Orson Welles, Elisabeth Taylor (una notte può arrivare a costare fino a 3000 euro).
Arriviamo a destinazione: “Casa Milutin”, conosciamo questo omone serbo trapiantato in Germania ed è subito simpatia!
Ora di andare a fare un bagno rinfrescante, l’acqua è trasparente e pulita…
Lunghe spiagge, uliveti, case in pietra, viali alberati, borghi antichi ma anche moltissimi alberghi e seconde case. Dagli anni ’60 del secolo scorso, infatti, la costa adriatica del Montenegro ha conosciuto un notevole sviluppo turistico e, come succede quasi sempre alle località che vanno incontro a una fortuna economica improvvisa, l’attenzione al paesaggio non è stata altissima.
Con i nostri nuovi amici Milutin, Bernd e Dagma andiamo a Budva in un ristorantino “Parma” dove mangiamo veramente divinamente, tutto a base di carne al BBQ.
Stamattina Bernd ci invita in barca con loro… l’aria tra i capelli, il sole caldo, gli spruzzi sul viso, il tutto arricchito da un panorama meraviglioso.
Raggiungiamo delle calette visibili solo dalla barca, il colore dell’acqua è verde smeraldo. Facciamo una sosta all’Isola di San Nicola giusto per un drink e ripartiamo!
Oggi leggevo di come un’esperienza di vita (soprattutto fatta in viaggio), il conoscere nuove persone magari molto diverse da te, ti arricchisce in maniera spropositata, formando così ricordi indelebili che ti porterai dietro per tutta la vita. Ogni volta che si ricorda quell’episodio, in quel momento si prova la stessa felicità…
Impieghiamo quasi due ore per raggiungere la nostra ultima meta montenegrina: Ulcinj.
Notiamo subito che il background è completamente mutato e con esso anche la gente… cominciano a sbucare moschee ovunque e appaiono nuovamente le bandiere albanesi.
La spiaggia non è molto invitante e allora ne approfittiamo per fare un giro per la città…
La voglia di “burek” ci spinge in un localino molto caratteristico che prepara solo questa specialità balcanica: ottima scelta! Mangeremo il miglior burek del viaggio!
I temibili pirati ottomani stabilirono qui una delle loro basi più importanti per le scorribande nel Mediterraneo. Solo nel 1878, dopo tre secoli di incontrastato dominio ottomano, questa città tornò sotto il principato del Montenegro. Inevitabilmente, però, l’influenza turca ha lasciato moltissime tracce sia sotto il profilo architettonico che culturale. L’impronta orientaleggiante è particolamente evidente nella parte vecchia di Ulcinj: una fortezza, mura difensive, vicoli stretti e moschee disegnano un paesaggio esotico, decisamente diverso rispetto alle altre località costiere del Montenegro.
Passeggiare tra i vicoletti di ciottolato dello Stari Grad (Old Town) è come fare un passo indietro nel tempo in un villaggio medioevale molto pittoresco. Ogni stradina è una scoperta nuova, angoli romantici, viuzze deliziose e tanti view points sulla meravigliosa baia…
Ora, seduti ad un tavolino del Ristorante Dulcinea, ci godiamo una romantica cenetta a base di pesce per celebrare la fine di questo indimenticabile viaggio!
Sveglia alle 4.45, taxi alle 5.15 proprio mentre la città comincia a svegliarsi… Le casette bianche di Ulcinj tutte arroccate sulla collinetta come un piccolo presepe… gruppi sparuti di giovani o donne anziane con il velo bianco sul capo e vecchie valigie in mano attendono il bus che li riporterà a casa, son terminate la vacanze anche per loro… che tenerezza!
Il taxi ci lascia alla stazione dei bus, c’è un solo autobus per Shkoder e parte alle 6 e l’unico sportello della biglietteria aperto è assalito da almeno 50 persone disordinate… solo l’intervento del responsabile del controllo biglietti riesce a farci acquistare il nostro agognato biglietto giusto in tempo per non perdere il nostro autobus!
Alle sei in punto partiamo. La frontiera non è molto lontana, ci ritirano i passaporti e poco dopo: rieccoci in Albania di nuovo!
Errore: Nessun feed trovato.
Vai alla pagina delle impostazioni del feed di Instagram per creare un feed.
Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)