Calcutta
Il battito profondo dell’India
Viaggio in una delle città più controverse dell'India, con il caos disordinato, la pace interna delle suore di Madre Teresa e le possenti tigri del Sundarbans
Calcutta o Kolkata, l’ex capitale dell’India Britannica è una città che pulsa vivacemente, è un’esplosione di suoni, colori e odori, un luogo dove l’antica grandezza coloniale e l’intensa spiritualità si fondono in un’unica essenza.
L’eredità coloniale come cuore del Raj britannico è visibile in ogni angolo.
Victoria Memorial Hall: un imponente edificio di marmo bianco, dedicato alla Regina Vittoria, domina lo skyline e ricorda il lusso dell’epoca coloniale. E’ circondato da splendidi giardini, perfetti per una pausa dal caos cittadino, soprattutto dagli assordanti clacson, colonna sonora del tuo viaggio. “Horn please” e “blow your horn” li trovi dipinti dietro a tutti i camion e bus colorati.
Se potete, salite a bordo di uno dei caratteristici taxi gialli Ambassador, anche se il traffico è molto intenso ma sarà un’esperienza che non può assolutamente mancare!
Howrah Bridge: icona di Calcutta, questo colossale ponte a sbalzo, unico in India, non ha piloni di sostegno nell’acqua ed è un capolavoro di ingegneria.
Attraversarlo offre una vista mozzafiato sul fiume Hoogly, sul flusso incessante di persone che spingono carretti pieni zeppi di qualunque pacco o trasportano ceste piene di fiori diretti al sottostante mercato dei fiori: Malik Ghat, il più grande mercato di fiori dell’Asia.
Questa è una tappa imperdibile per ammirare la quotidianità dei mercanti, tra mille colori e profumi fino al ghat dove fedeli pregano in tranquillità facendo le puje e bagnandosi nelle acque sacre del fiume.
Kumartuli: il quartiere dei vasai, qui artigiani talentuosi creano statue di argilla delle divinità indù, soprattutto per il festival del Durga Puja.
Passeggiando lungo il Maidam, il grande parco nel cuore urbano, il ritmo rallenta, qui famiglie, studenti, ragazzi che giocano a cricket condividono un polmone verde che permette di respirare e staccare un po’ dal caos cittadino.
Perdetevi nelle vie affollate di Park Street tra chioschi colorati, venditori ambulanti e ristorantini di ogni tipo.
Le prime due notti le trascorriamo presso lo Sheldon International Hotel, albergo un po’ decentrato ma facilmente raggiungibile con i comodi Uber, molto diffusi in città.
Qui abbiamo apprezzato, oltre alla calorosa accoglienza, soprattutto le colazioni locali in un ambiente molto chill.
Kalighat Kali Temple. Questo è uno degli Shakti Peetha, i luoghi di culto più sacri dell’induismo. L’area è super affollata e abbiamo dovuto fare una lunga fila per riuscire ad entrarci, oltre a sgomitare per avvicinarci a vedere questa statua nera, impressionante! Attenti ai falsi sacerdoti che vogliono vendere vip pass per saltare la fila e ai tanti taccheggiatori.
A Calcutta, dove clacson, colori e profumi si intrecciano senza sosta, esiste un luogo di pace: la Casa Madre delle Missionarie della carità.
L’ingresso è quasi nascosto, ma, varcata la soglia, si percepisce un’atmosfera di calma.
Nel piccolo museo vengono raccontati i momenti della vita di Madre Teresa attraverso foto, lettere e oggetti personali.
La stanza dove Madre Teresa visse gli ultimi anni è molto toccante: minimal e accanto alla cappella dove ogni mattina le suore si riuniscono in preghiera.
Proseguiamo fino alla sua tomba dove una sorella, con la classica tunica bianca e azzurra vigila e prega.
E’ molto emozionante e usciamo con gli occhi lucidi e con un groppo alla gola ma di lì a tre isolati c’è il centro di accoglienza dei bambini orfani con disabilità molto gravi.
Altro colpo allo stomaco. Ci sentiamo al microscopici e impotenti e ci chiediamo il perché di tutto ciò. Passiamo un po’ di tempo con la suora che ci accompagna e questi piccoli angeli in terra.
Cambiamo area e andiamo allo Smaranika Tram Museum, il museo del tram, pensate che i tram di Calcutta non sono solo un mezzo di trasporto ma una vera e propria icona storica. E’ tra i più antichi al mondo, secondo solo dopo quello di Torino, nel 1873 fu il primo ad essere inaugurato in Asia; era trainato dai cavalli e per un tragitto di soli quattro chilometri. A inizio 900 si passò al sistema elettrico sopravvivendo fino ad oggi.
Da lì raggiungiamo il Birla Mandir, uno dei templi più famosi della città.
Costruito prevalentemente in marmo bianco del Rajastan che gli conferisce un aspetto molto pittoresco. Le pareti interne sono decorate con intricate sculture e incisioni di shloka (versetti tratti dalla Bhagavad Gita). Il tempio è consacrato al lord Krishna e alla sua consorte Radha. Ospita anche idoli di altre divinità indù tra cui Shiva, Durga, Hanuman e Ganesh ed è particolarmente suggestivo la sera quando viene illuminato da luci brillanti creando un’atmosfera magica e serena.
Approfitatte anche di assaggiare la cucina bengalese, molto rinomata, soprattutto grazie a specilalità quali: il mishti doi (cremoso yogurt dolce), roshogolla (palline di cagliata e sciroppo), il khati roll (kebab arrotolato nel pane paratha), o churmur (snack di strada con patate lesse, piselli, cipolle, coriandolo e peperoncino). Proprio il piccante, un po’ come tutta l’India, sarà il protagonista di tutto ciò che mangerete.
Se avete un altro paio di giorni disponibili approfittatene, come abbiamo fatto noi, e visitate il celebre parco Nazionale di Sundarbans.
Noi partiamo di buon mattino da Calcutta, è bello vedere questa megalopoli svegliarsi lentamente, nei grandi parchi vicino a Victoria Memorial tanti ragazzi giocano a cricket, commercianti cominciano ad aprire le proprie bancarelle, i venditori di chai accendono il fuoco, i taxi gialli corrono, come i bus colorati, pieni di impiegati verso i propri uffici.
Ci dirigiamo verso il Sundarbans NP a bordo di una macchina inviataci da Namaste Tours e lungo il tragitto ammiriamo un bello spaccato dell’India rurale che amo: i piccoli villaggi con qualche tuk tuk in attesa, i bambini che vanno a scuola con le loro divise che ricordano il periodo coloniale, i venditori ambulanti che attendono pigramente i propri clienti.
Dopo quasi tre ore arriviamo ad un piccolo porticciolo, ci imbarchiamo su una barca, poi prendiamo un tuk tuk fino al bellissimo resort Sonar Bangla Hotel dove trascorreremo questa giornata!
Il parco nazionale di Sundarbans è un ecosistema immenso che si estende tra l’India e il Bangladesh e possiede la più grande foresta di mangrovie del pianeta oltre ad essere un sito patrimonio dell’UNESCO, un labirinto dove la Terra e il Gange si fondono con il golfo del Bengala e un luogo accessibile solo via fiume a bordo di una barca a motore registrata.
La navigazione lungo questi stretti canali offre l’opportunità di osservare la vita selvatica dal punto di vista della giungla. Qui vive la tigre reale del Bengala anche se l’avvistamento di questo meraviglioso film è molto difficile perché, purtroppo, ci sono pochi esemplari.
Per la cronaca: noi non siamo riusciti a scorgerne neppure una ma l’esperienza è stata molto interessante lo stesso.
Qui ci sono circa 50 isolette circondate da una grossa rete che divide l’area delle tigri dai villaggi circostanti e, nonostante questa precauzione, si contano circa 35 attacchi letali all’anno.
Tempo di ritornare nella caotica Calcutta, questa megalopoli ti lascerà un segno indelebile nell’anima e, una volta ripartito, non potrai fare a meno di ripensarci e di desiderare di ritornarci al più presto!
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