Capitale:
Thimphu
Moneta:
Ngultrum
Periodo migliore:
Ottobre e novembre (subito dopo il monsone) sono i periodi più piacevoli per visitare il Bhutan e soprattutto per fare escursioni in montagna. Meglio evitare sia il periodo del monsone (da metà giugno a settembre) sia l’inverno (da dicembre a febbraio), quando fa freddo quasi dappertutto. In alta quota serve un abbigliamento caldo durante tutto l’anno.
In una parola:
དྲོ༌པ༌བདེ༌ལེགས (buongiorno)
Vaccini:
Nessuno
Avvertenze:
– E’ sconsigliato portare i bambini di età inferiore a un anno al di sopra dei 1200 metri e i bambini hanno meno di 10 anni sopra i 3000 mt.
A tavola:
Lontano dalle zone turistiche dovrete accontentarvi di daal bhaat (riso con lenticchie in umido), noodles, omelette e minestre istantanee. Assaggiate i momo (ravioli tibetani fritti o al vapore) e i piatti d’ispirazione cinese come i chow mein e noodles in brodo.
Esperienze da vivere:
Conquistate il mitico Tiger’s Nest di Taktsang dopo un trekking mozzafiato; Perdetevi tra i mille antichi chorten di paro e Thimphu; Visitate i doclissimi takin (l’animale simbolo del Bhutan); Interagite con i pacifici monaci buddhisti per innalzare la vostra pace interiore.
Un viaggio in Bhutan è un’esperienza unica e suggestiva in un regno sospeso fra spiritualità, natura primordiale e tradizioni millenarie. Da Paro con le sue valli verdi e i templi avvolti nel silenzio al confine con l’infinito si passa a Thimphu, una capitale fuori dall’usuale canone asiatico, moderna e buddhista che rimanda a tradizioni antichissime, con il suo popolo sempre sorridente e curioso. E alla fine il Tiger’s Nest sospeso sulla roccia a 900 metri d’altezza che sfiderà per sempre il nostro spirito immaginativo, chiuderà il viaggio ricolmando le energie mistiche di un paese sospeso fra terra e cielo.
Il nostro itinerario suggerito (5 giorni) | |
un giorno: | Paro (visita al National Museum, Paro Dzong); Tamchog Lhakhang (visita al ponte sospeso e alla stupa) |
due giorni: | Thimphu (visita al National Memorial Chorten, Buddha Dordenma, Royal Takin Preserve – per ammirare l’animale simbolo del Paese, visita al mercatino tradizionale); Dochula Pass per ammirare la catena dell’Himalaya da 3150 mt! |
un giorno: | Taktsang Goemba (trekking fino al Tiger’s Nest – uno degli highlights del viaggio) |
un giorno: | Paro (ripartenza) |
Arrivando in aereo, dopo aver superato l’Himalaya, passandoci accanto… la scenografica valle di Paro circondata dai monti, vi sarà subito chiaro di essere giunto in una terra speciale!
Le bandiere di preghiera sventolano al vento da ogni tetto, uomini e donne in abiti tradizionali, templi e chorten funerari impreziosiscono le rive del fiume e monasteri, magari vecchie fortezze, dominano le vette dei monti.
L’intonaco bianco dei templi, le bandierine colorate delle preghiere creano un contrasto pittoresco con il verde dei campi terrazzati e i pendii ammantati dai boschi!
Pensate che il 70% del Paese è coperto da fitte foreste e addirittura c’è una legge dello stato che pone il limite minimo di verde al 60%, non si può andare al di sotto!
Il primo impatto è subito magico…. Siamo nel regno della felicità
È subito un’iniezione di spiritualità e bellezza che ti ricaricherà l’anima..
L’atterraggio mozzafiato, dicono sia uno dei più difficoltosi al mondo e lo comprendi subito quando vedi l’aereo infilarsi tra le montagne.
Cominciamo la visita dal National Museum: una “Ta Dzong”, (Torre di Guardia), costruita nel 1650 per proteggere lo dzong indifeso, è un edificio rotondo che ripercorre la storia del regno dall’età della pietra alle esibizioni di artisti locali contemporanei.
Torreggia sul Paro Dzong, una delle strutture più pregevoli dell’architettura del Bhutan.
Le sue mura massicce sono visibili da tutta la valle, soprattutto con la sua suggestiva illuminazione notturna! Ora ospita sia il corpo monastico che gli uffici governativi distrettuali.
È molto emozionante fermarsi in un angolo dei suoi ampi cortili ed ammirare la quotidianità dei monaci scorrerti dinanzi agli occhi.
Dopo un ottimo pranzo tradizionale partiamo alla volta della piccola capitale Thimphu.






Lungo la strada ci fermiamo presso il Tamchog Lhakhang con il suo incredibile ponte di ferro sospeso: un antico capolavoro dell’ingegneria bhutanese che sembra uscita da una leggenda.
Thimphu ti sorprenderà per la sua aria rilassata e lenta!
Lungo la strada principale noterete che non esistono semafori e che l’unico quadrivio è diretto da un elegante poliziotto che con i suoi movimenti precisi tiene tutto il traffico scorrevole.
Ogni angolo è una poesia, ogni incontro è un tesoro, ogni passo è un’immagine da imprimere dentro.
Trascorriamo la notte presso l’Hotel Lhayul, un meraviglioso hotel in cui siamo subito accolti con tanto calore: stanza enorme, cena deliziosa… peccato solo che la temperatura esterna sia scesa di tanto!
National Memorial Chorten. “Chorten” è il nome tibetano per uno stupa, un monumento religioso buddista utilizzato principalmente per conservare reliquie. Sono diffusi specialmente nella regione himalayana. Questo grande chorten è uno dei punti di riferimento di Thimphu e, per molti credenti bhutanesi, è il fulcro delle preghiere quotidiane.
Costruito nel 1974 in memoria del terzo re Jigme Dorji Wangchuck, è molto suggestivo visitarlo la mattina presto quando gli anziani camminano in meditazione tutto intorno, le famiglie accendono le lampade al burro e bambini vestiti con il gho e i kira (abiti tradizionali maschili e femminili) corrono per un veloce kora prima di andare a scuola.
Buddha Dordenma. L’enorme statua del Buddha Dordenma, alta 51 mt, domina l’ingresso alla vallata di Thimphu. L’imponente base a tre piani ospita una grande cappella piena di migliaia di statuette votive. Questo enorme Buddha è ancora più spettacolare di notte quando viene illuminato! Pensate che questa enorme statua in bronzo fu realizzata in Cina, poi sezionata e trasportata qui in Bhutan ed offerta dal popolo di Singapore e Hong Kong.
Royal Takin Preserve. Questa piccola riserva dà l’opportunità ai visitatori di vedere da vicino questo mammifero unico, descritto come “un alce punto da un’ape”, un goffo erbivoro che non avevamo mai visto prima!
Dopo una rigenerante passeggiata lungo la via principale della capitale e un sandwich al volo presso un caffè occidentale, visitiamo il colorato mercatino di Thimphu.
Si riparte e si sale dai 2200 mt di Thimphu fino a raggiungere i 3.150 del Dochula Pass.
All’altezza del Passo la vegetazione cambia bruscamente, querce, aceri e pini blu dell’Himalaya lasciano il posto a una foresta di rododendri, cipressi e abeti.
Qui ci sono ben 108 chorten e, nelle giornate più limpide, il valico offre una vista mozzafiato sull’Himalaya!
Ripartiamo verso Paro dove arriviamo nel tardo pomeriggio, trascorreremo le prossime notti presso il bel Shomo Chuki Resort.
In una stretta spaccatura nella parete di roccia della valle di Paro sorge il Taktsang Goemba, ossia il monastero della “Tana della tigre”
Raggiungibile solo a piedi lungo un sentiero in salita, questo luogo sacro, in equilibrio precario, è il più celebre monastero del Bhutan.
Secondo la leggenda guru Rinpoche raggiunse il sito dove sorge il monastero volando a cavallo di una tigre per sottomettere il demone locale; trascorse poi tre mesi, tre settimane e tre giorni a meditare in una grotta nei paraggi per sconfiggere il demone.
Per raggiungere Tiger’s Nest, si parte da un punto base a quota 2600 metri, si percorre una ripida e faticosa salita di 5 km, ammirando panorami impedibili di una bellezza spettacolare.
Il sentiero sale tra i primi blu dell’Himalaya, ogni tanto si incontrano ruote di preghiera lungo i ripidi tornanti, tra bandiere di preghiera e antichi chorten fino a raggiungere l’agognata meta a 3.150 metri .
La visita è molto emozionante. Non si possono fare foto e video, all’ingresso infatti devi consegnare tutti i tuoi devices alle guardie, togliere scarpe e cappello e immergerti completamente in questo luogo sacro.







Rientrati in serata a Paro ceniamo in una casa tradizionale e ne approfittiamo per ammirare non solo la quotidianità serale di questo popolo stupendo ma anche l’elegante bellezza dell’architettura di tutte le case, anche nei villaggi più isolati.
Il Bhutan ci ha proprio conquistati con la sua pace, il suo scorrere lento; è stato un vero e proprio ritorno all’essenziale, uno staccarsi dal caos del mondo moderno per i connettersi con ritmi di vita più umani e naturali.
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