Capitale:
Minsk
Moneta:
Rublo bielorusso
Periodo migliore:
da aprile a settembre
In una parola:
Ura (cin cin)
Vaccini:
Nessuno
Esperienze da vivere:
Perdersi negli antichi quartieri del centro di Minsk dove si respira ancora un’aria sovietica; Commuoversi nell’isola delle lacrime; Gustare un ottimo borsc
La Bielorussia è un Paese molto ospitale e per ora ancora abbastanza sconosciuto all’Occidente. Nonostante vi siano monumenti storici e artistici di grande valore, la maggior parte dei quali risale al periodo dell’Unione Sovietica, i flussi turistici non sono così grandi in Bielorussia.
Atterriamo nella capitale: Minsk, una delle mete più sottovalutate d’Europa.
Il vento però sta iniziando a cambiare; da non molto, infatti, i viaggiatori possono entrare in Bielorussia senza il visto turistico, una vera rivoluzione qui!
Questo offre grandi opportunità per conoscere meglio la storia di un Paese ancora poco noto alla maggioranza dei viaggiatori. Stavolta ci focalizzeremo solo sulla scoperta di questa città riservandoci l’esplorazione di questa meravigliosa Nazione in un prossimo viaggio futuro! Ecco che anche soli quattro giorni di viaggio ci riserveranno numerose nuove conoscenze!
Soggiorniamo presso lo “Sport Time Hotel”, ottima scelta, nella zona moderna della città e a due passi dalla futuristica Minsk Arena, il grande sport center!
Di Minsk ci ha subito colpito il verde dei parchi, ovunque, immensi e curati, ricordiamo che il verde è uno dei colori più cari ai bielorussi, presente anche nella bandiera (simbolo della speranza e della natura) insieme al rosso (il sangue e l’orgoglio nazionale) oltre alla stringa laterale che ricorda l’unione e l’attaccamento alle tradizioni!
“Island of tears”, impressionante isoletta su un laghetto artificiale, collegata da un ponticello e costruita in memoria dei caduti nel conflitto in Afghanistan…
C’è una grande statua con tante donne che tengono tra le mani una candela, una giara, tutti simboli di speranza… speranza di rivedere i propri cari ritornare da quella terra lontana. Ci sono pure tante rocce, ciascuna porta il nome di una montagna afghana, così alte per i bielorussi che hanno un territorio tutto pianeggiante!
Visitiamo il Trinity Suburb dove c’è ancora una vecchia sinagoga, adesso trasformata in museo, o le vecchie case colorate (perché in passato non c’erano numeri civici e le case erano riconosciute dai colori).
Ci fermiamo nell’antico centro cittadino dove sorgono la chiesa ortodossa e quella cattolica più importanti… ricordiamo che, durante la dominazione sovietica, la religione era proibita e tutte le chiese furono distrutte o trasformate in uffici pubblici… quindi anche il centro storico, negli ultimi decenni, è stato completamente rinnovato e ristrutturato.
Oggi decidiamo di visitare il museo dedicato alla Seconda Guerra Mondiale, un gigantesco mausoleo di stampo sovietico dove sventola una grande bandiera rossa con falce e martello giallo… che sensazione strana! Per un attimo mi sono sentito in Unione Sovietica.
Il museo è immenso, c’è tanto da mostrare, tanto da dire e trasmettere alle nuove generazioni perché quello che è successo in quei terribili anni non deve mai più accadere.
Qui sentirete storie di resistenze, oppressioni, grida di libertà e duri regimi. Qui vedrete luoghi che parlano di una storia mai sentita, che sono certo vi riserverà delle sorprese inaspettate.
Lo staff del nostro hotel ci offre uno squisito pranzetto tipico bielorusso dove, tra le tante pietanze, assaggiamo la famosa zuppa “Borshch”, o Boršč… una zuppa particolare che ha una storia molto curiosa.
È una zuppa originaria dell’Ucraina, che è diffusa in gran parte dei Paesi ex URSS in seguito all’avanzata delle truppe sovietiche; non a caso di colore rosso acceso, fatta di barbabietola e pomodoro e che ha in sé il sapore della storia, dei caduti e delle vittorie.
Non molto lontano dal centro di Minsk si trova la Cattedrale Ortodossa dello Santo Spirito. Quest’ultimo è anche il luogo di culto più grande e popolare della Bielorussia, che a maggior prevalenza è una nazione di stampo cristiano-ortodosso. In altre zone della città ci sono molte chiese cristiane, tra cui anche quelle cattoliche e protestanti (che però sono nettamente di meno).
A Minsk è ancora possibile ammirare monumenti che si riferiscono al passato comunista. Si tratta, a dire il vero, di un’esclusiva che bisogna vedere quanto prima. Questo per via delle tendenze politiche.
Difatti, negli Stati ex-sovietici, si tende a cancellare i monumenti legati al passato comunista, rimpiazzandole con altre statue moderne oppure patriottiche. Per questo, visto che i tempi stanno rapidamente cambiando, bisognerebbe approfittare e vedere i luoghi d’interesse sovietici quanto prima.
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2 Responses
Sto visitando il mondo con le vostre immagini e sto conoscendolo attraverso il vostro diario, sempre ricco di informazioni e denso delle emozioni che voi vivete . Bravi ragazzi, lo sapete quanto vi invidio (in senso buono,naturalmente) . Nora è una bimba fortunata, quando inizierà il suo percorso scolastico non avrà bisogno di fare tante ricerche, avendo già un così ricco bagaglio di conoscenze vissuto sul campo, anzi già la vedo raccontare ai suoi compagni, tutte le sue numerose avventure. Ciao ragazzi, un forte abbraccio ed un bacino a Nora.
Grazie mille cara Nuccia per il bellissimo messaggio… come diciamo sempre: non è facile viaggiare con una bimba cosi’ piccola ma ne vale la pena! Ormai è diventato il nostro slogan… Tante volte ci siamo chiesti se stessimo facendo la cosa giusta perchè tanto un giorno “non ricorderà nulla”, invece no: moltissime volte ci ha stupiti con i suoi collegamenti logici, da bambina di 3 anni, e questo ci ha fatto capire che siamo sulla strada giusta!!! Ora pero’ stiamo vivendo un periodo davvero duro per questo dannato virus… Speriamo che passi presto! Forza tutti