Capitale:
Antananarivo
Moneta:
Ariary malgascio
Periodo migliore:
Evitate la stagione delle piogge (da novembre a marzo), quando il caldo è intenso e gli spostamenti possono risultare difficoltosi. L’isola è soggetta a cicloni da fine dicembre a fine febbraio. Al nord il clima è più umido che nella parte meridionale e occidentale dell’isola. Il periodo migliore per visitarla va da luglio ad ottobre, quando, la notte, le temperature possono scendere sotto lo zero sull’altopiano centrale.
In una parola:
Mora mora (piano piano)
Vaccini:
La malaria esiste in tutto il Paese, soprattutto nelle regioni costiere; è consigliata la profilassi antimalarica. E’ presente anche la dengue.
Avvertenze:
– Proteggetevi dalle punture di zanzare.
– Gli ospedali sono carenti di farmaci ed attrezzature.
– E’ diffusa la rabbia: state lontani dai cani randagi.
– La circolazione di veicoli inaffidabili e sovraffollati e la presenza di conducenti spericolati fanno sì che le strade siano potenzialmente pericolose. Riducete al minimo i rischi evitando di viaggiare di notte.
A tavola:
La cucina creola propone piatti a base di pesce oltre che le carni alla griglia (una specialità locale è lo zebù). Il riso costituisce la base di ogni pasto malgascio, ma gli stranieri possono ordinare anche patatine fritte o verdure. Come dolce vengono offerti koba ravina (fagotti di polpa di banano cucinati al vapore), babane flambè e frutta troicale.
Esperienze da vivere:
Giocare con i lemuri nel Parco di Ivoloina a Tamatave; Navigare nelle limpide acque di Nosy Be in catamarano; Esplorare la lussureggiante foresta pluviale del Parco Nazionale di Ranomafana
La “Grande Isola”, il Madagascar , è la quarta isola più grande del mondo, una terra selvaggia, semplice e primitiva, una delle ultime terre intatte che si è separata dall’Africa a cominciare da circa centosessanta milioni di milioni di anni fa, fino a raggiungere l’attuale posizione. isola sinonimo di fuga, affascinante terra selvaggia, paese della felicità. Gli abitanti vi accoglieranno con un tonga soa , cioè “benvenuti”. Una natura incontaminata, lemuri che saltano sugli alberi ed un popolo umile pronto ad accogliervi e raccontarvi la sua storia.
Il Madagascar è fra i paesi ecologicamente più ricchi del pianeta per la flora incontaminata e la fauna che annovera specie rarissime. Pensate che vivono qua il 90% dei lemuri conosciuti e metà dei camaleonti del mondo, 120 varietà di palme, 7 di baobab, oltre 600 di piante medicinali. Per tradizione, i malgasci non si ritengono proprietari del terreno (che considerano affidato loro dalle divinità), ma custodi e responsabili della sua conservazione per le generazioni future.
In questo viaggio abbiamo toccato solo tre porti del nord del Paese riservandoci la possibilità di un futuro viaggio nell’entroterra molto presto. Ecco la nostra esperienza!
Nosy Be dal malgascio “grande isola” è proprio questo, una grandissima isola sulla costa nord occidentale del Madagascar, nel canale del Mozambico. Qui troverai laghi vulcanici, lemuri pigri, distillerie di rum e intricate barriere coralline che praticamente implorano di essere esplorate. Gli amanti della flora e della fauna si sentiranno al settimo cielo nella splendida riserva naturale di Lokobe.
Nosy Be è stata soprannominata l’isola dei profumi per via delle coltivazioni di ylang ylang, graviola, caffè, vaniglia, cannella, cacao e di molte altre piante profumate.
Prendiamo un van direttamente dal porto di Hell Ville diretti verso l’estremità nord dell’isola ma, dopo pochi metri, restiamo imbottigliati in un traffico caotico e ne approfittiamo per osservare la vita locale quotidiana passarci davanti agli occhi!
Lungo la strada ci fermiamo presso la Cascata di Ambondrona… attraversiamo numerosi piccoli villaggi ed, ogni volta, gruppetti di bambini si avvicinavano chiassosi per ricevere qualche giocattolo o quaderno che avevamo portato per l’occasione.
Finalmente raggiungiamo Andilana Beach: qui troviamo un paesaggio da cartolina ed un mare incontaminato, con acqua limpida e spiaggia finissima bianca che sembra un talco.
Ma cosa assaggiare in Madagascar? I piatti tipici sono il ravitoto (uno stufato con germogli di manioca e pezzi di zebù o maiale), il mosakiky (spiedini di carne accompagnati da mango tagliato a sottili filetti o da patate) e la betsabetsa, bevanda alcolica prodotta con la canna da zucchero. Irresistibili gli assaggi nei mercati, ma attenzione alla frutta e alla verdura non lavate e agli alimenti esotici a cui l’organismo non è abituato. Il giro al mercato di Hell Ville ci fa apprezzare ancor di più questa terra!
Dopo due giorni di navigazione approdiamo nella baia di Diego Suarez, oggi nota con il nome di Ansiranana.
Terzo porto malgascio e la più grande isola del nord del Madagascar.
Diégo-Suarez è anche un gioioso punto di incontro di origini diverse: Comoriani, Cinesi, Indiani ed Europei convivono pacificamente.
Contrattiamo un van per la spiaggia di Abakao e attraversiamo gran parte dell’area avendo l’opportunità di ammirare questa terra meravigliosa.
Tutto è entusiasmante: i numerosi fiumi come vene pulsanti, scorrono a valle, colline verdi e casette di paglia e mattoni, lunghe piste di terra rossa, dove carretti trainati da zebù aiutano gli uomini a trasportare cibo e merce e l’ambiente fatto di boscaglia spinosa e di savana dove, di tanto in tanto, appare qualche suggestivo baobab che contribuisce a rendere ancor più magico questo background!
Antsiranana, che anticamente fu un rifugio per i pirati, oggi è un vero paradiso naturale anche se, per noi, la spiaggia di Nosy Be continua a detenere un posto più in alto nella classifica di quelle più belle. Il mar di Smeraldo, le sue spiagge di sabbia fine e le sue baie offrono dei panorami meravigliosi sulla barriera corallina. La natura selvaggia delle baie delle Dune, dei Piccioni o di Sakalava, si può esplorare a piedi o in mountan bike.
Fortunatamente il turismo non ha ancora messo piede in modo così massiccio ed imponente, basta partire con un po’ di spirito d’avventura e lasciarsi trasportare dal motto del paese: ‘mora mora’ (piano piano)!
Tamatave o Toamasina, che in malgascio significava “è salato”, è la seconda maggiore città dell’isola dopo la sua capitale. Si estende tra un’immensa spiaggia che costeggia l’oceano Indiano e la baia di Ivondro. Un tempo insediamento di pirati, la città di Tamatave è diventata ormai il principale porto del paese oltre che maggior esportatore. Caffè, vaniglia, chiodi di garofano e altre spezie partono da qui per terre lontane…
Tamatave è cosmopolita: l’etnia più numerosa, quella dei betsinisaraka, convive con una vasta comunità cinese, indo-pakistana e anche qualche europeo.
Abbiamo avuto la fortuna di stare sul posto in novembre, quindi abbiamo goduto della frenesia dell'”Any letchi e”, l’apertura della campagna del gustoso litchi, un po’ ovunque vendevano questo delizioso frutto!
La città e i suoi grandi viali rettilinei sono segnati dal passato coloniale. Gli antichi edifici a colonnati e i nomi delle vie sono rimasti invariati. Il cuore di Tamatave è Place Bien Aimé, dove i banyan sono stati piantati rispettando l’astrologia malgascia. In questo vecchio quartiere, le case creole hanno la particolarità di erigersi su palafitte per proteggersi dall’umidità del terreno. Il mercato e il porto sono sempre molto animati!
Molto pittoresco è il viale dell’Indipendenza, dove si trova una statua della dea dei mari del Sud.
Il “cuore” della città si trova nella piazza Bien Aimé, famosa per le piante secolari disposte secondo i segni astrologici malgasci. In questi quartieri della vecchia Tamatave sono concentrate le case creole costruite su palafitte per proteggersi dall’umidità del terreno.
Quando viaggiamo in paesi meno fortunati del nostro, cerchiamo di ritagliarci sempre un pò di tempo da donare agli altri. Spesso facciamo visita agli orfanotrofi locali portando più cose possibili dall’Italia proprio per loro; quando il tempo è tiranno un salto in una scuola non può mai mancare… ed ora che abbiamo una bimba che viaggia con noi diventano ancor più importanti i concetti di “condivisione” e “solidarietà”.
Qui non bisogna assolutamente perdere la visita al parco Ivoloina, che assicura la protezione ai lemuri e il loro reinserimento nell’ambiente naturale.
Sinceramente mi aspettavo di vedere molti più esemplari di questo animaletto tipico del Madagascar, soprattutto leggendo la nostra guida; in realtà ce ne sono relativamente pochi anche se di numerosi tipi diversi.
Il Madagascar non è né Africa né oriente, anche se di entrambe conserva tradizioni e cultura: dopo aver remato su semplici piroghe, le popolazioni provenienti dall’Indonesia e dalle coste africane si sono fermate in questo pezzo di terra ed hanno contribuito alla formazione di un mosaico di 18 etnie. Loro sono e si sentono orgogliosamente creoli!
Con il progetto di ritornare presto in questa meravigliosa terra salpiamo dal porto di Tamatave diretti verso un’isoletta totalmente diversa: Reunion! Torneremo presto per esplorare e scoprire il suo più vivo entroterra!
A presto caro Madagascar!
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2 Responses
Madagascar est la grande île de l’Ocean Indien. Légèrement plus grande que la France qui , avec l’Ukraine Crimée comprise, est le deuxième plus grand pays d’Europe…
C’est dire la grandeur de Madagascar qui possède donc beaucoup de diversité. C’est une île d’aventure hors des sentiers battus si l’on se donne la peine de rechercher son authenticité
Merci dear Manoj, it’s always so great and interesting to hear and read your comments