Capitale:
Amman
Moneta:
Dinaro
Periodo migliore:
La primavera (da metà marzo a fine aprile) e l’autunno (da fine settembre a fine novembre), quando il caldo non è troppo intenso, sono le stagioni migliori per un viaggio in Giordania.
In una parola:
Salam Aleykum (buongiorno)
Vaccini:
Nessuno
Avvertenze:
– Per i bagni nel Mar Morto: attenti agli occhi perchè l’acqua estremamente salata può dare molto fastidio;
– Per il Mar Rosso: procuratevi dei sandali di plastica perchè la puntura del pesce scorpione, che si nasconde nella sabbia, è davvero dolorosa;
– Evitate le zone di confine tra Iraq e Siria;
– Non sottovalutate le escursioni termiche nel deserto del Wadi Rum e a Petra.
A tavola:
Il pane (khobz o pita) è squisito e presente ad ogni pasto sulla tavola giordana. I carnivori apprezzeranno gli shawarma, sandiwch ripieni di carne di montone o pollo cotto allo spiedo, che si vendono ovunque. Assaggiate anche il mensaf, piatto nazionale a base di agnello cucinato nel latte e servito su un letto di riso e pinoli.
Esperienze da vivere:
Percorrete il Siq, lo stretto corridoio tra le rocce che funge da via di accesso a Petra; Trascorrete un paio di notti in una tenda beduina nel deserto del Wadi Rum; Tuffatevi a scoprire i colorati e popolosi fondali del Mar Rosso; Galleggiate sornioni nel punto più basso della Terra presso il Mar Morto; Incantatevi a Betania dove fu battezzato Gesù.
La Giordania incanta da secoli i visitatori con i suoi siti patrimonio dell’umanità, le città pittoresche, i suggestivi paesaggi desertici e un popolo dal cuore d’oro.
Un paese dalla bellezza incredibile, che può vantare un patrimonio archeologico senza pari, paesaggi stupefacenti che tolgono il fiato (si va dal deserto, alle montagne, al mare in meno di 500Km) e un fascino, mediorientale, che strega letteralmente i viaggiatori di tutto il Mondo.
A questo aggiungi una cucina gustosa, la gentilezza di un popolo accogliente e ospitale sempre voglioso di condividere la propria cultura, e hai un’idea piuttosto chiara di cosa aspettarti da un viaggio in Giordania.
L’ospitalità verso viaggiatori nasce dai tempi antichi, dai tempi in cui le carovane di cammelli percorrevano la leggendaria strada dei Re trasportando incenso in cambio di spezie.
Mercanti nabatei, legionari romani, guerrieri musulmani, soldati delle crociate hanno tutti raggiunto questa terra lasciando dietro di sé momenti spettacolari: teatri Romani, castelli crociati e mosaici cristiani che ancora risplendono e attirano tanti turisti.
Il nostro itinerario suggerito (21 giorni) | |
cinque giorni: | Amman (visita della downtown e della Moschea di Re Abdullah e della Cittadella); Castelli del deserto (Qasr Kharana e Qusayr Amra); Salt |
cinque giorni: | Betania (sito del battesimo di Gesù); Mar Morto; Petra (visita del sito storico e trekking |
sei giorni: | Deserto del Wadi Rum (varie attività in fuoristrada e con i beduini); Aqaba (relax nel Mar Rosso con possibilità di diving e snorkeling) |
cinque giorni: | Umm Qeis; Jerash (visita sito romano); Madaba (visita della Chiesa di S. Giorgio); Monte Nebo; Kerak (visita alla roccaforte); rientro ad Amman |
Consigliamo di acquistare il Jordan Pass ossia uno speciale pacchetto pensato appositamente per i viaggiatori che comprende gli ingressi a oltre 40 attrazioni turistiche della Giordania, Petra e Wadi Rum compresi, e il visto di ingresso turistico nel Paese: ottimo risparmio!
Una volta acquistato è sufficiente stamparlo e presentarlo ai controlli doganali una volta sbarcati in aeroporto o ai botteghini dei luoghi di interesse per la convalida.
“Nonostante si trovi in una regione storicamente tormentata dai conflitti, la Giordania è la l’unica casa tranquilla nel vicinato rumoroso, un’oasi amichevole aperta al turismo. L’ospitalità regna sovrana, i crimini violenti sono estremamente rari e secondo il rapporto di legge e ordine globale del 2017 di Gallup, la Giordania si posiziona al nono posto (su 135 paesi) nella classifica della sicurezza personale: gli Stati Uniti sono al ventiseiesimo posto. Non c’è motivo di avere paura di fare un viaggio in Giordania, basta adottare le precauzioni abituali che valgono in ogni paese”. Lonely Planet
Atterrati nella capitale giordana, prendiamo il nostro fidato zaino e, usciti dall’aeroporto, siamo subito rapiti dal calore di questa terra.
Incontriamo Khaled che, insieme a Cristina Cori, gestori dell’utilissimo gruppo: “Amici della Giordania“, sarà uno dei nostri angeli custodi in questa nuova avventura. Con lui ci immergiamo a capofitto nella cultura locale di Amman Downtown gustando la prima eccellente cenetta giordana presso l’Hashem Restaurant, uno dei must di questa città!
I sensi persi tra hummus di ceci, croccanti felafel, fave e gustoso pane arabo fino al delizioso knafa di Habiba Sweets!
Passeggiamo tra chioschi di spezie, di spremute di melograno, di abiti colorati tradizionali, di caffè turco al cardamomo con la musica e l’allegria della gente che ci circonda!
In tarda serata arriviamo al nostro albergo di Amman: il Lijam Hotel, un modernissimo palazzo dove soggiorneremo questi primi quattro giorni in uno spazioso appartamento con ben due camere da letto, due bagni, un salone e una piccola cucina: tutto per noi! Oltre che dotato di un ottimo ristorante e una serie di servizi che vanno dalla sartoria alla SPA fino ad un bar molto occidentale per i giovani!
Oggi passiamo la giornata con Mohammed, una paziente e simpatica guida del luogo che ci porta alla scoperta della sua meravigliosa città.
Moschea di Re Abdullah al Hussein, sorge dinanzi una chiesa ortodossa, segno di grande tolleranza del Paese.
La moschea di Re Abdullah, dedicata dal re Hussein al nonno, si vede da ogni punto della città. Grande e splendente, può contenere fino a 7.000 fedeli più 3.000 all’esterno.
Bellissima dall’esterno, tutta bianca con le cupole azzurre, una vera poesia. All’interno invece è molto spartana ma ampia tanto che Nora si è divertita a correre a destra e a manca.
Oltre agli oggetti ad uso religioso, troviamo un enorme lampadario e un ancor più grande tappeto che ricopre tutto il pavimento.
L’accesso è possibile anche per i non musulmani, anche in periodo di Ramadan, ma non dimenticate di togliervi le scarpe prima di entrare e di indossare una dishdasha (fornita poco prima della biglietteria. Biglietto d’ingresso 2 JOD, non coperto dal Jordan Pass).
Cittadella. L’area archeologica della cittadella di Amman sorge sulla sommità di uno dei sette colli che costituiscono la città. Il sito archeologico è situato a 850 m (s.l.m.) sul colle chiamato Al Qala’a e custodisce i resti dell’antica Rabbat-Ammon.
I principali monumenti sono visitabili a piedi, scendendo lungo il fianco della collina. Infatti si può percorrere la scalinata di accesso al punto panoramico di fronte al grande anfiteatro romano, ottimo spot per le vostre foto!
Da qui partiamo per scoprire i monumenti più importanti che vi lasceranno senza fiato.
Da non perdere il Tempio di Ercole. Qui svettano le 6 colonne di marmo dall’incredibile altezza di 10m, inoltre sono conservati i resti una statua di Ercole in pietra alta 12m, andata distrutta dopo un terremoto. Di questo gigante restano solo una mano, tre dita e un gomito.
Palazzo degli Omayyadi: questo grande complesso è situato sulla collina Jabal Al Qal’a.
La sua costruzione risale alla prima metà del VII secolo. Nonostante molte parti vennero distrutte da un terremoto nel 749 d.C., costituisce un’importante esempio di architettura islamica.
Visita molto interessante e inclusa nel Jordan Pass.
Prima di immergerci nel mondo fatato del Teatro Romano, facciamo tappa in un delizioso ristorantino: Zahda, dove Mohammed ci fa assaggiare delle prelibatezze come spiedini di pecora, crema di sesamo con patate, un ottimo aries (una specie di pizza ripiena di kebab tritato) e vari tipi di kofta (polpette di carne).
A piedi ci dirigiamo verso il Teatro Romano, antico cuore pulsante di Amman, questo straordinario anfiteatro di 2000 anni testimonia le abilità ingegneristiche e architettoniche dei romani.
La sua struttura ripida ha saputo dare a questo anfiteatro da 6000 posti a sedere caratteristiche acustiche incredibili. Lo spazio immenso che si apre ai vostri occhi quando uscite sulle gradinate ancora perfettamente conservate vi lascia senza fiato e vi fa rievocare i suggestivi spettacoli che richiamavano su quegli spalti le folle di ben 2000 anni fa.
Stefy e Nora salgono fino in cima e si godono una vista stupenda.
Intanto le nuvole rosa tingono il cielo di magia, gli uccelli si rincorrono ed il muezzin intona il suo canto.
Partiamo alla volta dei castelli del deserto… ma quali visitare?
Considerate che la dinastia dei Nabatei ha lasciato molte vestigia disseminate nelle pietrose pianure del deserto orientale. Oggi ci dedicheremo al Qasr Kharana e al Qusayr Amra.
In mezzo ad una vasta pianura desolata, lungo la strada che collega Azraq ad Amman verso il confine (vicino) con l’Arabia Saudita, sorge il Qasr Kharana, una imponente struttura dalle spesse mura la cui funzione resta tutt’oggi misteriosa.
Potrebbe essere un caravanserraglio per l’aspetto di “khan” (caravanserraglio) ma non era situato lungo alcuna rotta commerciale importante.
Gli storici hanno ipotizzato pure che l’edificio servisse come luogo di incontro tra i signori di Damasco e i beduini della zona. Questo edificio è dotato di torri rotonde che sembrano avere la funzione difensiva e munito di strette feritoie per far entrare luce ed aria.
Non lontano si incontra il piccolo Qusayr Amra, patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Questo antico edificio è famoso per gli audaci affreschi dell’VIII secolo raffiguranti momenti di piacere allietati da vino, donne e festosi banchetti.
Nel tepidarium (dove ci si immergeva nell’acqua calda) sono ritratte delle donne nude che fanno il bagno ad un bambino.
L’ultimo ambiente è il calidarium il cui soffitto è decorato da una raffigurazione dei segni zodiacali.
E’ uno dei primi tentativi noti di rappresentare l’universo su una superficie che non fosse piana.
Uno dei tè alla salvia più gustosi mai assaggiati, in una tenda beduina, ci regala altri momenti di contatto con una cultura così lontana da noi!
Lungo il tragitto ci fermiamo, in una radura con Khaled, dove prepariamo un’emozionante caffè turco, al tramonto, godendo di un altro momento che non dimenticheremo mai.
Nel periodo Ottomano, Salt è stato il centro amministrativo della Regione ma, con il passare del tempo, Amman ha cominciato ad acquisire sempre più importanza, mentre la piccola Salt, non subendo il processo di modernizzazione di Amman, ha conservato gran parte del suo fascino storico.
Oggi la città è un museo a cielo aperto della vecchia architettura ottomana tanto da essere inclusa, nel 2021, nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’UNESCO.
A 30 minuti da Amman, questa deliziosa cittadina resta una perla nascosta della Valle del Giordano.
E’ denominata “città della tolleranza” grazie all’ottimo equilibrio e convivenza tra musulmani e cristiani.
Qui sorgono moschee accanto a chiese o a negozi di liquori, il tutto in una grande armonia.
Consigliamo di visitare Salt a piedi perché, buona parte del centro storico, è accessibile solo attraverso varie scalinate e la parte più interessante del suq si raccoglie attorno ai vicoletti chiusi al traffico.
Visitate il “Beit Abu Jaber”, recentemente restaurato che ospita un piccolo museo di storia locale.
Ci fermiamo a bere un ottimo te’ alla menta presso l’Osmali Cafè, ambiente molto caratteristico e pittoresco.
Oggi raggiungiamo al-Maghtas, meglio nota come Betania, sito del battesimo e Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Questo complesso si trova vicino alla delicata zona di confine con Israele e i territori palestinesi.
Ricordate che, se foste accompagnati da un sacerdote, potreste persino farvi battezzare nel fiume Giordano, c’è anche una fonte battesimale con acqua del Giordano a disposizione di tutti.
Indipendentemente dalla propria fede religiosa, è difficile non emozionarsi in questo luogo in cui, secondo gli archeologi, Giovanni Battista predicava e battezzò Gesù.
Dai 1000 metri di altezza di Amman, piano piano, scendiamo ai -408 m sotto il livello del mare: siamo sulle rive del Mar Morto, il punto più basso della Terra.
Oggi alloggeremo presso il “Ramada Dead Sea”, una bellissima struttura molto curata, dotata di due ampie piscine, un ottimo ristorante e soprattutto una spiaggia privata facilmente raggiungibile, in free shuttle bus, oltre che con una piacevole camminata di 10 minuti tra sonnacchiosi dromedari che ruminano.
I sali ed i minerali del Mar Morto sono usati da sempre per le loro benefiche proprietà dermatologiche.
L’elevata salinità è dovuta all’assenza di sbocchi ed alle temperature estive che fanno evaporare rapidamente l’acqua rendendo ostili ogni forma di vita.
Attenzione perché mentre fate il bagno, scoprirete di avere piccoli taglietti o graffi di cui non vi eravate accorti… evitate assolutamente l’acqua negli occhi!
Questo mare ha avuto tanti nomi nel corso del tempo, dal “mar salato” a quello “puzzolente” (per l’odore del suo fango).
Non possiamo non impiastricciarci spalmandoci su tutto il corpo questo fango melmoso dalle proprietà benefiche prima di galleggiare magicamente sulle sue placide acque. Che esperienza!
Giungiamo nel tardo pomeriggio a Petra, trascorreremo, in questa zona, ben tre giorni cambiando ogni giorno accomodation: due notti in due camps differenti ed una in un delizioso alberghetto di Wadi Musa.
Eccoci al Little Petra Bedouin Camp con un cucciolo di dromedario che ci dà il benvenuto all’ingresso.
La struttura è molto carina con questi piccoli accampamenti dotati ognuno di bagno privato in una location da sogno, infatti, quando il buio prende il posto della luce avviene una vera magia: tutte le piccole cave vengono illuminate all’improvviso creando un effetto pazzesco, ti sembra di stare in un vero presepe natalizio.
In serata ci viene a prendere Rahead, il marito di Cristina, la ragazza italiana che tre anni fa si è trasferita qui e che ora è il nostro punto di riferimento a Petra! A bordo della sua jeep sgangherata, nel buio pesto della notte, ci inoltriamo in un percorso tra rocce e sabbia rossa nel mezzo del nulla.
Finalmente arriviamo nei pressi di una vecchia caverna illuminata da un fuoco e da molte candele. Ci attende la dolce Cristina con cui trascorriamo un’altra serata indimenticabile mangiando pietanze beduine tra balli e canti locali.
"Petra è il più bel luogo della terra. Non per le sue rovine, ma per i colori delle sue rocce, tutte rosse e nere con strisce verdi ed azzurre, quasi dei piccoli corrugamenti, e per le forme delle sue pietre e guglie, e per la sua fantastica gola, in cui scorre l'acqua sorgiva e che è larga appena quanto basta per far passare un cammello. Ne ho letto una serie infinita di descrizioni, ma queste non riescono assolutamente a darne un'idea e sono sicuro che nemmeno io sono capace di farlo. Quindi tu non saprai mai che cosa sia Petra in realtà, a meno che tu non ci venga di persona. Solo le immagini in un sogno di fanciullezza si affacciano talvolta così immense e silenziose.”
- T.H. LAWRENCE - (Lawrence d' Arabia) I Sette Pilastri della Saggezza
Finalmente: Petra!
La città perduta di Petra, scolpita nella roccia dei canyon del deserto sudoccidentale della Giordania.
La magnifica città antica, uno dei più celebri siti dell’UNESCO.
Proclamata nel 2007: “una delle sette meraviglie del mondo moderno”, ha conservato intatto tutto il suo fascino.
La “città rosa” fino a 30 anni fa era abitata dai beduini, poi fatti trasferire in un campo vicino costruito ad hoc. Oggi abbiamo l’onore di essere accompagnati da Khaled e Cristina! Passeggiamo lungo il siq, la gola racchiusa tra pareti vertiginose che ti conducono fino al primo splendore: il Tesoro!
Continuiamo il giro seguendo il siq esterno caratterizzato dalle Tombe Nabatee alcune delle quali presentano un piano interrato dovuto all’innalzamento del tetto del Wadi nel corso dei tempi.
Poco oltre passiamo lungo la strada delle facciate dove, si dice, venissero seppelliti i morti per scoraggiare i ladri; siamo ormai prossimi al Teatro, quasi tutto scolpito nella roccia, alcune tombe sono state persino sacrificate per la costruzione delle gradinate.
Proseguiamo fino alle tombe dei Re Nabatei da dove assistiamo ad un magnifico tramonto!
In questa prima visita abbiamo portato il passeggino che è stato un ottimo ausilio fino alle Tombe dei Re, per via delle gradinate… per il resto: tutto fattibile!
Nora ha camminato per km fino a soccombere lungo la via del ritorno trovando aiuto prima in un dromedario e poi in un cavallo, ma fa parte dell’avventura dei bambini!
Che magnifica giornata!
Pronti a rilassarci nel nostro hotel di oggi: il Petra Sunset Hotel dove il cuoco ci delizia con una serie di piatti finemente decorati che ci mostra con grande orgoglio!
Uno dei punti forti di questo hotel è di sicuro la posizione, proprio a pochi passo dal Visitor Center di Petra!
Sveglia di buon mattino: oggi ci aspetta un trekking molto interessante: Al-Madras trail anche noto come l’Indiana Jones Trail!
Mark carica Jago nel marsupio, dietro la schiena e via!
Percorsi gli 800 metri che separano il Visitor Center dall’inizio del siq, giriamo sulla sinistra e cominciamo ad inoltrarci tra i millenari massi di arenaria rossa.
Nora si arrampica come una capretta, Khaled ci aiuta nell’intrattenerla in vista della decina di km da percorrere oggi; Cristina ci spiega appassionatamente la storia di questo luogo incantato e in men che non si dica: arriviamo ad uno dei più celebri view point sul Tesoro di Petra dove Rahead, con altri amici beduini, gestisce un piccolo chiosco di ristoro offrendoci un graditissimo tè.
Nora e Jago, scalzi, si divertono con i ragazzi del luogo su questi grandi tappeti ballando e giocando!
Il view point è da togliere il fiato ma lo è anche il percorso in sé per raggiungerlo (circa 45 minuti in un paesaggio pittoresco indimenticabile); considerate, tuttavia, che lo si può raggiungere anche direttamente dal Tesoro in circa 15 minuti di scalinata (per chi non dovesse avere troppo tempo… non fate questo errore: dedicate almeno due giorni interi alla scoperta di Petra, non ve ne pentirete!)
Foto di rito e riprendiamo la strada, è così piacevole! Per una ventina di minuti si unisce a noi anche lo stesso Rahead che, scalzo, si arrampica più agevolmente di noi caricandosi persino Nora sulle spalle mentre salta da una roccia all’altra come uno stambecco! Scalzo!!!
Arriviamo al cosiddetto “Sacrificio” dove i Nabatei sacrificavano gli animali per i loro dei. Avevano anche costruito degli scoli per il sangue…
Ci fermiamo spesso dalle tante signore beduine che vendono souvenirs e ogni volta è un delizioso tè alla menta o salvia o un fumante caffè!
Dal Sacrificio proseguiamo fino alle Tombe dei Re, superiamo il Teatro Romano e poco dopo ci ritroviamo seduti a terra di fronte ad una piccola grotta dove la meravigliosa Leila ci prepara uno dei pranzetti più buoni tra pane appena sfornato, salse di pomodori e cipolle oltre che fagiolini, patate, spinaci: tutto eccellente e dinanzi ad un background da cartolina!
Grazie Khaled e Cristina per questa scoperta e per averci fatto vivere queste esperienze uniche!
Nora è stata fantastica ed i suoi sforzi del trekking sono premiati con una cavalcata, su un asinello, fino al Tesoro!
Siamo pieni, soddisfatti, stanchi, felici. Prendiamo i nostri zaini e raggiungiamo il nuovo campo di questa notte: Wassaif Camp! Anche qui troviamo un’ospitalità fuori dal comune, un rifugio con delle tende dotate di tutti i comfort (persino il condizionatore) dove trascorriamo una piacevolissima serata nell’ennesimo background da favola!
Pronti a voltare pagina e cominciare una nuova avventura.
Piano piano scendiamo verso sud mentre il paesaggio continua a mutare e a divenire sempre più arido: siamo nel deserto del Wadi Rum.
Ad affascinare Lawrence d’Arabia mentre attraversava a dorso di dromedario la terra dei beduini non fu solo il paesaggio spettacolare del Wadi Rum con le sue falesie d’arenaria brunita e le dune dai colori vividi ma proprio questo popolo stesso con la sua tenacia di una vita nel deserto.
Il Wadi Rum è il deserto per antonomasia: estremo nel caldo torrido dell’estate o nel freddo implacabile dell’inverno, rigido quando il sole spacca la superficie dei siq all’alba o quando annulla la separazione tra roccia e sabbia al tramonto.
Trascorreremo ben due giorni immersi completamente in questo paesaggio “marziano”, set ideale e naturale di numerosi films, ultimo proprio “The martians” con Matt Damon.
A bordo di un grande fuoristrada, con Abu Osama e Nael, partiamo alla scoperta delle sue dune più imponenti.
Ci fermiamo presso le dune di Al Hasany, dove la sabbia rossa si accumula a ridosso delle pendici del Jebel Umm Ulaydiyya. Ci arrampichiamo su questo pendio mentre i nostri piedi sprofondano nella sabbia fredda e raggiungiamo la sua cresta; il miglior momento in cui osservarle è al tramonto!
Poco più avanti, dopo una mezz’oretta di off road, decidiamo di fermarci per un pranzetto alla trapper, preparato dall’abile Abu Osama che, in poco tempo, ci offre un delizioso pane alla beduina cuocendolo direttamente sotto i carboni ardenti. Ottimo!
L’atmosfera è magnifica, Khaled e Cristina ci raccontano aneddoti di questa terra mentre Jago e Nora giocano nella sabbia, ogni tanto, in lontananza, qualche dromedario solitario ci passa dinanzi silenzioso…
Tramonta il sole e, d’improvviso, la temperatura si abbassa notevolmente. Fa molto freddo ora! La vita nel deserto è estrema!
La prima notte la trascorriamo presso l’Hasan Zawaideh Camp dove ci preparano una eccellente cenetta cucinata direttamente sotto terra: il cosiddetto: zerb, forno beduino sotterrato nella sabbia.
Di buon mattino ripartiamo! Carichiamo i nostri zaini sul fuoristrada e via immersi nella sabbia rossa del Wadi Rum!
Ci fermiamo quando scorgiamo un campo con dei dromedari e ne approfittiamo per fare una breve “cavalcata” nel deserto regalandoci un altro ricordo di viaggio, indelebile soprattutto per la piccola Nora!
La nostra jeep continua a macinare km sulla sabbia rossa, ogni tanto ci fermiamo ad ammirare l’area ricca di tanti spot pittoreschi!
Ecco le iscrizioni rupestri di Alameleh che risalgono ai tempi dei Nabatei e raffigurano carovane di dromedari, guerrieri a caccia e vari tipi di animali.
La roccia a fungo, poi la Roccia ad arco: un vero arco naturale creatosi nel tempo la cui sommità si può raggiungere arrampicandosi sulla nuda roccia!
Ci fermiamo a pranzare nuovamente con il nostro chef di fiducia: Abu Osama che incontriamo, con Khaled, trascorrendo altri momenti di grande viaggio in una terra magica!
Questa notte la trascorreremo presso il Rise Camp Wadi Rum addirittura in una bubble tent! Non sapete cosa sia? E’ una struttura a forma di bolla con una grande vetrata che dà proprio dove sorge il sole! Che alba ci attende domattina, da godere direttamente sdraiati sotto le coperte!
A poco più di un’ora di viaggio dal Wadi Rum, raggiungiamo la celebre Aqaba!
Lungo il percorso ci fermiamo presso una vecchia stazione ferroviaria dove campeggiano alcuni treni di un’altra epoca! Ebbene, questo è uno dei punti di transito della linea ferroviaria che dall’Arabia Saudita raggiungeva l’Egitto attraverso la Siria e la Giordania. Tre dromedari ci guardano curiosi mentre sogniamo ad occhi aperti immaginando ciò che è stato in passato.
Qui trascorreremo ben tre giorni cercando di ricaricarci un po’ il freddo del deserto!
Aqaba è al confine tra Israele ed Egitto! In un colpo d’occhio infatti si possono ammirare ben tre nazioni!
Qui la temperatura invernale raramente scende sotto i 20°C, invece, in estate, il clima è molto caldo con temperature che superano spesso i 35°C ma rese sopportabili dalle brezze marine!
Non c’è moltissimo da vedere, si ci viene più che altro per rilassarsi sulla spiaggia o per fare immersioni e snorkeling nel meraviglioso Mar Rosso.
King Hussein St (conosciuto anche come la Corniche) è la strada principale e soprattutto al tramonto è molto romantica quando il sole si tuffa in questo mare cristallino!
Non perdete la visita del Forte di Aqaba del XVI secolo, utilizzato come khan (caravanserraglio) per accogliere i pellegrini diretti alla Mecca.
Il punto di riferimento della città è l’imponente bandiera di 20mt per 40mt che sventola su un pennone alto ben 137 metri e che rappresenta il simbolo della rivolta araba il cui centenario è stato celebrato nel 2017!
Il centro storico è suddiviso in due aree: quella più locale e più vera con gli anziani dalle kefiah rosse che, seduti fuori al locale, fumano il narghilè, con le moschee piene di fedeli ed i tanti negozietti caratteristici!
L’altra parte di Aqaba è quella dei grandi alberghi che, soprattutto di sera, illuminano di luci multicolori questa città. E’ la parte dei grandi franchising, dei fast food all’occidentale ma anche di ottimi ristorantini!
Grazie al nostro caro amico Samir scopriamo il “Al Shinawi Restaurant” dove ceneremo per ben due sere di seguito gustando delle pietanze veramente giordane eccellenti!
Trascorriamo due giorni presso l’Aqaba Adventure Divers, un hotel rivolto soprattutto ai divers! Qui organizzano corsi di diving e l’atmosfera è quella fresca e frizzante propria di un ostello per giovani in cui rilassarsi dopo le esplorazioni dei fondali del Mar Rosso.
Stamattina, indossate le mute e maschera, Mark e Nora si tuffano per godere di questo meraviglioso spettacolo di coralli e pesci colorati. Quando si viaggia con i bambini è importantissimo coinvolgerli e farli sentire protagonisti di vere e proprie “avventure” in modo da trasmettere loro l’amore per la scoperta e l’esplorazione!
Se riuscite, non perdetevi il giro in battello dal fondo trasparente per trascorrere un paio di ore divertenti in mezzo al mare!
Voltiamo decisamente pagina, ci coccoliamo un po’ trasferendoci al Gran Tala Bay!
Un sogno a 5 stelle!
Spiaggia privata, tante ampie piscine per tutti i gusti (persino una riscaldata per i più piccoli), ottimi ristoranti, baby club, animazione internazionale… cosa si vuole di più? Non sembra neppure di stare in Giordania!
Oggi ripartiamo, in taxi, verso la capitale.
Il viaggio di quattro ore è molto piacevole anche perché il background cambia spesso, ripassiamo lungo molti dei luoghi che ci hanno fatto sognare in questi ultimi giorni e passiamo da un ambient marino di Aqaba a quello desertico del Wadi Rum e Petra fino a quello caotico cittadino di Amman!
Qui alloggiamo presso lo “Shams Alweibdeh” Hotel, nella zona vecchia della città, a pochi passi dalla grande moschea di re Abdullah I.
Passiamo la serata a girovagare per Rainbow Street, una zona attigua alla Downtown che i giordani stanno valorizzando particolarmente e che è diventata, ultimamente, molto turistica grazie ai suoi negozietti caratteristici, i suoi ristorantini e caffè e ai tanti spot pittoreschi!
Da qui, in quattro passi, raggiungiamo la Downtown con il suo affascinante caos, i suoi vicoletti affollati, i negozi pieni di merce, profumi, suoni che ti fanno sentire in Medioriente!
È normale venire invitati a prendere il tè dai bottegai o dagli sconosciuti incontrati lungo la strada. “Ahlan wa sahlan'” (benvenuti), vi dirà la gente del posto. “Di dove siete? Benvenuti in Giordania.” La cena presso l’Hashem Restaurant è sempre una certezza!
Per chi abbia voglia di scoprire questo fantastico Paese: valutate anche la visita di queste altre meraviglie!
Il sito è particolarmente importante per la coesistenza di vestigia romane accanto a un villaggio Ottomano abbandonato e per la vista spettacolare su tre paesi: Giordania, Siria, Israele e Palestina.
Se avete tempo qui potreste approfittarne per fare numerose escursioni sia a piedi che in bicicletta, apicoltura fino a corsi di cucina locale.
Questo sito è assolutamente uno dei più belli della Giordania settentrionale e la visita può essere svolta come gita in giornata da Amman.
Una volta oltrepassato l’imponente arco di Adriano che segna il confine tra la parte nuova della città e quella antica si capisce subito la grande importanza e potenza rivestita nel passato.
Avanzando lungo il viale all’ombra delle massicce mura ci si addentra in quello che un tempo era il cuore cittadino, lo dimostra la grande piazza ovale contornata da colonne, che evidenzia una zona di importanza sia per il transito che per la vita cittadina.
I viali colonnati, i templi e teatri romani raccontano la storia del periodo Imperiale e offrono scenari molto pittoreschi che renderanno felici le vostre macchine fotografiche.
Le rovine di Jerash, costituiscono il sito Romano più vasto e interessante di tutta la Giordania, ingresso gratuito con il Jordan Pass.
Si dice che il Monte Nebo sia il luogo da cui Mosè contemplò per la prima volta la Terra promessa, il luogo che non riuscì mai a raggiungere.
Secondo la Bibbia egli morì all’età di 120 anni e fu sepolto proprio nei pressi del Monte.
Da non perdere sicuramente il punto panoramico del memoriale dove ora sorge un monumento in bronzo realizzato da un artista italiano che simboleggia la sofferenza e la morte di Gesù sulla croce.
L’antica roccaforte crociata di Karak (o Kerak) sorge all’interno delle mura della città vecchia ed è una delle principali attrattive turistiche della Giordania.
Questo castello fortificato fu il luogo leggendario in cui si svolsero le battaglie tra i crociati (per lo più franchi) e le armate musulmane di Saladino (Salah ad-Din).
Oggi è famosissimo, ma in passato non era altro che uno dei tanti forti costruiti dai crociati lungo una linea ideale che andava da Aqaba, a sud, fino alla Turchia, a nord.
Madaba si trova a meno di un’ora di viaggio da Amman con i mezzi pubblici e costituisce una valida alternativa per un’escursione in giornata dalla capitale.
Per secoli Madaba è stata un punto di passaggio per le carovane dei mercanti, per gli eserciti che premevano sui confini di altri imperi e per i pellegrini guidati dalla fede alla ricerca della Terra promessa.
La città è riuscita a conservare le tracce di questo antico splendore nelle chiese, nei musei, nei mercati e nelle botteghe artigiane.
Di sicuro la testimonianza più grande sta nei suoi mosaici, il più famoso dei quali è quello raffigurante una carta geografica che riveste il pavimento della chiesa di San Giorgio.
Immaginatevi lo stupore della comunità cristiana, intenta a scavare per la costruzione di una nuova chiesa, quando, nel 1897, portarono alla luce la nota mappa-mosaico di Gerusalemme e della Terra Santa risalente al VI secolo.
Con i suoi due milioni di tessere di pietra vividamente colorata, essa raffigura colline, valli, villaggi e città fino al delta del Nilo ed è sicuramente uno degli highlights di Madaba!
شكر اّردن
“Per quanto siano splendidi, i mosaici non sono l’unica ragione per cui vale la pena di visitare Madaba. Un viaggiatore degli inizi del Novecento racconta di essersi lasciato sparare addosso dalla gente di Madaba solo per farsi riportare in città "come loro ospite e mangiare il loro cibo". Oggi nessuno vi sparerà, ma Madaba rimane la città più accogliente della Giordania nei confronti dei viaggiatori”.
- Lonely Planet -
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6 Responses
Che meraviglia..
Complimenti ragazzi.. leggendo il vostro racconto ho vissuto dei momenti magici viaggiando con voi.
Grazie
Grazie di cuore caro Khaled, averti conosciuto è stato uno dei tanti momenti indimenticabili di questo meraviglioso viaggio che porteremo per sempre nel cuore.
Ci vediamo presto sia in Italia che in Giordania… o chissà altrove… magari in Arabia 😉
Hi family, thank you for a very informative post just at the right time. We are travelling with kids (2 and 6 years old) to Jordan on 31 January and are planning a similar path.
I just wander where did you get this info from?
”To leave Jordan, a PCR (and therefore molecular) swab must be made within 72 hours before embarkation.”
We know about the 2 tests on arrival but I guess requirement of a test on leaving will depend on your destination. We will be returning to Belgium.
Thanks,
Boyan
Dear Boyan,
We are flattered that you found interesting heads up in our reportage, this is the reason why we keep on posting them!
As for the rules to entry-exit the Country, you are right, if there are 2 PCR on the way in, the one you read to go leave the Country, at the moment, is requested just to Italians.
Have a wonderful journey and let us know if you need anything
Thank you! Happy holidays to you as well.
Feel free to share your impressions and feelings when you go back from the amazing Jordan and if you feel like, follow us: http://www.instagram.com/born2travelit