Capitale:
Washington
Moneta:
Dollaro
Periodo migliore:
C’è una enorme differenza tra il clima delle regioni desertiche a sud (secco tutto l’anno, torrido in estate) e quello delle regioni a nord di San Francisco, dove piove abbondantemente tutto l’anno. In estate il sole riscalda le spiagge e i monti nord-occidentali, ma fa anche salire i prezzi. In inverno il sole è caldo a sud, mentre si scia sulle Montagne Rocciose
In una parola:
How ya doin’? (come va?)
Vaccini:
Nessuno
Avvertenze:
– L’aria condizionata è spesso regolata al massimo: tenete un indumento caldo a portata di mano
– Se noleggiate un’auto, ricordate che le stazioni di servizio sono poche e distanti tra loro.
– Portate sempre con voi un’abbondante scorta d’acqua se viaggiate in auto.
A tavola:
Hamburger, pizza, patatine fritte e Coca cola! Nelle grandi città l’offerta gastronomica è più varia per la presenza di tante culture, ma anche le cittadine più piccole di solito hanno almeno un ristorante cinese o americano. Specialità interessanti sono le pietanze del Southwest che risentono dell’influenza messicana come i red chile e i green chile del New Mexico. Le porzioni sono abbondanti e nulla impedisce di ordinare un piatto da dividere.
Esperienze da vivere:
Passeggiare lungo il Grand Canyon Arizona) o il Bryce Canyon (Utah); Incontrare i nativi navajo nella Monument Valley e dormire in un hogan (abitazione tradizionale); Fare una puntata in uno dei mille casino di Las Vegas!
Il Far West racchiude le regioni più belle degli Stati Uniti in quell’ampia striscia di terra fra l’Oceano Pacifico e la Catena delle Montagne Rocciose che comprende gli stati di: California, Arizona, Utah, Colorado, Wyoming, Idaho, Montana, Nevada.
Il viaggio è splendido, visiteremo i parchi più belli e famosi degli Stati Uniti!
Tema fondamentale del viaggio è la Natura e non tanto le città dalle quali si cerca di scappare via più rapidamente possibile, inoltre è un vero viaggio ‘on the road’ si tratta di percorrere quasi 5000 km lungo le classiche strade viste migliaia di volte nei films percorrendone pure alcune di quelle mitiche come la Route 66!
Abbiamo noleggiato un’auto a Denver, Colorado, e guidato, in poco più di tre settimane, fino a San Francisco attraversando numerosi stati, dormendo nei classici motel on the road, passando attraverso decine e decine di cittadine con la piccola aiuola dinanzi casa, l’immancabile bandiera stelle e strisce sull’uscio e vivendo il sogno americano!
Come tutti i nostri racconti, anche questo non pretende di essere una guida di viaggio ma solo un mezzo di ispirazione e spunto per un eventuale viaggio futuro!
Il nostro itinerario suggerito (30 giorni) | |
prima settimana: | Denver, Arches NP, Moab, Bluff (visita a Dead Horse Point), Monument Valley, Canyon de Chelly (trekking) |
seconda settimana: | Grand Canyon (trekking e volo in elicottero), Horseshoe Bend, Antelope Canyon |
terza settimana: | Powell Lake (visita diga), Hatch, Bryce Canyon (trekking), Las Vegas, Bishop, Bodie (visita alla città fantasma), Merced |
quarta settimana: | Yosemite NP (trekking), Mariposa Grove (visita alle sequoie), Fresno, Los Angeles, Santa Barbara, Malibu, Santa Monica, San Francisco |
Un lungo volo intercontinentale ci porta nei leggendari Stati Uniti d’America!
Piccolo pit stop ad Atlanta prima di ripartire alla volta di Denver, Colorado da dove comincerà questa nostra lunga avventura on the road che ci condurrà fino alle coste pacifiche della California!
Ma siamo stanchi morti, crolliamo sui nostri letti king size del nostro primo motel americano!
Dalle cime innevate del Colorado, non siamo lontani dalla famosa Aspen, passiamo i 3000 metri di altitudine durante il lungo trasferimento che ci conduce nello Utah.
La cosa buffa è che eravamo tutti in infradito e canottiera mentre attorno a noi c’erano solo cumuli di neve appena spazzata…
Questi Stati Uniti non finiscono mai di stupirci.
Solo poco dopo eravamo già all’interno del roccioso e desertico “Arches National Park”.
Percorriamo il lungo tragitto (Devils Garden Trail) fino alla sua estremità (Landscape Arch).
Balanced Rock, un’enorme roccia in bilico, ci ha riportato alla mente tutti i cartoni animati del mitico Willy il coyote e del suo fedele “nemico” Beep-Beep.
Si riparte. Destinazione: Moab.
Questa piccola cittadina, famosa in passato per i ricchi giacimenti di uranio, ora riveste il ruolo secondario di “caravanserraglio” per i tanti visitatori dei parchi della zona.
Dormiamo nella “Gramma House”, una classica casa tradizionale americana in legno con tanto di yard, BBQ e post box da film.
Dopo una fugace colazione tipica americana in un distributore di carburante raggiungiamo il “Dead Horse Point”, reso celebre dal finale del film “Thelma & Louise” o “Mission impossible II”.
Grandi rocce alternate ad ampi spazi desertici, lunghe lingue d’asfalto che muoiono verso l’infinito…
La spettacolare “Monument Valley” ci ha proiettati improvvisamente all’interno del set di un film di Sergio Leone. I miei compagni di viaggio cominciavano a trasformarsi, a mano a mano che entravamo nella valle in John Wayne o Butch Cassidy, le auto sembravano cavalli indomabili e spesso capitava di incontrare dei veri indiano Navajo.
Questi ultimi rappresentano una delle ultime tribù ancora esistenti anche se, un po’ come succede ai Maori in Nuova Zelanda, sono posti ai margini della società.
Dovrebbero assolutamente tutelare queste popolazioni con le loro antiche e vecchie tradizioni, usi, costumi e lingue.
La Monument Valley è stupefacente.
Se hai visto qualche film western ti sembrerà di conoscerla da una vita!
M’incantavo quando lasciavo correre la mia immaginazione, improvvisamente tribù di indiani cominciavano a materializzarsi davanti ad un fuoco di bivacco e ai miei occhi stupiti…
Vedevo cavalli selvaggi correre liberi, intere mandrie controllate da cow-boy con i classici cappelli e un fucile sempre pronto in mano… Capanne di pellirosse, frecce, pistole, carovane, saloon, la terra rossa…
La serata si conclude nella piccola cittadina di Mexican Hat, gustando dell’ottime bistecconi di carne allo Swinging Steak.
Il Canyon de Chelly è una riserva indiana Navajo.
Proseguiamo fermandoci spesso lungo i vari spot per ammirare i tanti paesaggi che questo canyon riesce ad offrirci.
“Spider Rock” è un punto panoramico da cui si gode una vista molto suggestiva. Al centro vi è una formazione rocciosa dalla forma di un grande spillone, sembra mancare ogni prospettiva… Non distingui dove finisce il cielo, dove la montagna, le colline circostanti, tutto si trasforma a seconda del punto di osservazione.
Molto intenso il trek che ci ha condotti da White House Windows a White House Ruins, un paio di ore con forti pendenze… i 36 gradi si sentivano tutti!
Non c’è nulla da fare, adoro camminare nella natura, in qualunque forma essa si rappresenti.
In serata raggiungiamo Flagstaff, famosa perché qui passa la leggendaria Route 66 oltre per la sua leggendaria ferrovia da cui transitano treni merci formati da decine e decine di convogli!
Il Grand Canyon è una meraviglia della natura unico nel suo genere. Le spaccature delle sue rocce mostrano tutta la vita del nostro Pianeta… sin dalla notte dei tempi.
E’ impressionante. Con un solo sguardo non riesci a cogliere tutta la sua interezza e grandiosità perciò suggerirei, se il tempo e il portafoglio lo permettono, di fare un volo in elicottero al fine di appezzare da un punto di vista privilegiato quest’ennesima meraviglia!
Il trek sull’orlo del Canyon è sorprendente. Suggerirei di trascorrere almeno tre giorni qui per poter viverlo più intensamente grazie ai suoi numerosi tragitti.
A volte mi fermavo, in silenzio, ad ammirare quei precipizi senza prospettiva in cui il blu del fiume Colorado, che continua a scavare ancora la roccia, quasi stona con il rosso che domina tutto il paesaggio.
Mi fermavo a respirare il vento, a sentire i battiti di Nostra Madre Natura e ad ammirarla in tutta la sua intimità.
Horseshoe Bend è un’ansa del fiume Colorado a forma di ferro di cavallo.
Sdraiato a pancia in giù sull’orlo del precipizio ammiravo le maestose pareti rocciose che dalle viscere della terra s’innalzavano alte nel cielo.
Antelope Canyon. Ultima riserva Navajo.
All’interno ti sembra di essere dentro ad una lumaca magica.
E’ un canyon antichissimo che ti permette di viverlo direttamente a contatto con la sua anima.
Un sentiero scavato tra le rocce dal vento e dalle inondazioni ha creato un passaggio molto caratteristico e quando la luce del sole riesce a filtrare lo spettacolo è assicurato.
Il lago Powell è un lago artificiale formato dalle acque del fiume Colorado… Hanno impiegato ben 17 anni per dare vita a questa ennesima meraviglia.
Parlo di meraviglia perché in una zona così desertica uno specchio d’acqua diventa prezioso.
Ma soprattutto perché grazie alla diga Glenn Canyon si offre corrente elettrica a tutto lo stato dello Utah.
Forza, si riparte per Hatch.
Hatch ha mantenuto tutto il fascino dell’epoca western. Se invece di parcheggiare le nostre auto nel delizioso motel che ci ha ospitati per la notte avessimo lasciato i nostri cavalli a riposare non avrebbe stonato minimamente con il background.
Bryce Canyon National Park è celebre per gli hoodos, sono formazioni rocciose che svettano verso il cielo e che terminano con un masso sulla punta.
Un sentiero che da uno spot di 8000 piedi (Sunrise point) scende verso il basso tra canyons e percorsi aridi.
Manco il tempo di riposarci che si riparte verso Las Vegas.
Las Vegas è una città unica nel suo genere.
Nata nel cuore del deserto, una Dubai americana fatta di luci, suoni, finzioni e soldi.
Sposarsi qui ha un senso diverso, è come fare la spesa! La cosa buffa è che un matrimonio celebrato qui ha valore legale al 100% in Italia ed altrove e diventa triste leggere le grandi pubblicità di avvocati al discount, forse anche le pratiche contrarie sono troppo facili.
Proseguiamo lungo lo Strip, la lunga via del divertimento detta così dal fatto che i cosiddetti “red eyes”, i giocatori incalliti, spesso restano anche in mutande (to strip= spogliarsi)!
Ceniamo al casino Luxor con un ottimo buffet in cui c’era ogni ben di Dio!
Finalmente comincia il nostro tour. Attraversiamo tutti i vari hotel/casino che con le loro luci ed attrazioni rendono questa città così viva! Passiamo il “New York New York, Bellagio, Venetian, Palazzo, Luxor, Mirage” ecc
Cerchiamo di giocare alla roulette del casino Venetian ma troppo caro per noi (25$ a puntata!)
Finiamo al Circus Circus!
Poco dopo sono dietro al tavolo verde!
Alle tre di notte, stanco morto e con la bellezza di 28$ vinti, mi distendo a letto!
Confesso che l’aria che si respirava in giro mi ha lasciato molto interdetto!
Gente triste seduta davanti ad un monitor accompagnata da un drink o da una sigaretta premendo un pulsante e sognando una fortuna che quasi mai arriva!
Ammetto anche che pur non essendo uno scommettitore o un giocatore d’azzardo, lì dentro, diventa così facile farsi catturare…
Alle otto del mattino siamo già pronti per ripartire.
Le luci dei grandi neon non brillano più, non ci sono ispanici ad ogni angolo della strada che ti riempiono di bigliettini pubblicitari con mille donne nude che si offrono per sesso, non c’è il fiume di gente che scorre lungo lo Strip…
E’ passata un’altra notte, migliaia e migliaia di dollari sono passati da una mano all’altra…
Tante persone hanno gioito, molte di più pianto, qualcuno ha cambiato la vita, ma ora tutto tace…
Nessuna paura: tra qualche ora tutto ricomincia!
Death Valley. Mai nessun nome fu più appropriato.
Più ti avvicini e più la temperatura sale…
Cominciamo il nostro giro dallo Zabrinskie Point, un’altura dalla quale si gode del “solito” spettacolo incredibile. Una piana secca, una piana di morte.
Mi chiedo come riuscissero, tanti anni fa, a superare questi luoghi con le carovane trainate dai cavalli e senza le attrezzature hi-tech di oggi.
Badwater Basin, una depressione a circa 86 metri sotto il livello del mare. C’è un tappeto di sale e il termometro del mio orologio si ferma a 44,8°.
Manca il fiato e si suda copiosamente.
In serata arriviamo a Bishop. Siamo in California!
Momenti di tensione quando apprendiamo che l’ingresso Est allo Yosemite (Tioga Pass) è chiuso per neve. Cerchiamo diverse alternative che ci avvicinino alla nostra meta.
Lavoriamo duramente per modificare i programmi iniziali.
Come temevamo la Sierra Nevada ci ha negato il suo accesso e quando Madre Natura si schiera contro di noi non possiamo fare altro che ubbidire.
Questa deviazione ci costa circa 8 ore di strada in più, gli Stati Uniti sono davvero enormi!
Il paesaggio della California, tuttavia, è così vario e soprattutto inaspettato che questo cambiamento di programma diventa motivo di nuove scoperte.
Decidiamo di fermarci a Bodie, una città fantasma abbandonata che si sviluppò all’inizio del secolo scorso dopo che alcuni cercatori d’oro avevano trovato alcune pepite…
Il villaggio è stato conservato in perfetto stato così come quando fu abbandonato.
E’ surreale passeggiare tra quelle vecchie baracche di legno… e pensare che fino a qualche decennio fa c’erano carovane, banditi, cercatori di taglie, saloon…
Allora il Far West è esistito davvero?
Il paesaggio cambia completamente. Diventa alpino!
Si sale sempre di più, alberi secolari e sempreverdi si innalzano verso l’alto, ruscelli, cascate cominciano ad apparire ovunque…
Finalmente siamo nello Yosemite National Park!
Ci fermiamo nei vari spot per cercare di rubare qualche immagine con le nostre macchine fotografiche, almeno ci proviamo!
Percorriamo qualche miglio all’interno del bosco attenti ai puma e agli orsi per vedere qualche cascata o punto panoramico…
La vegetazione è così folta che non ti permette neppure il cielo blu. Ti avvolge completamente.
Purtroppo ci sono troppe cose da vedere ed il tempo è davvero poco quindi non riusciamo a godere di quei paesaggi e dei silenzi come avremmo desiderato.
Nel tardo pomeriggio approdiamo al Mariposa Grove, foresta famosa per la presenza di sequoie millenarie. Ce ne sono alcune di 2700 anni!
Ci sentiamo come delle formiche al cospetto di questi giganti della natura.
Una città davvero speciale!
Sin dalla highway cominci a leggere le indicazioni verso luoghi a noi noti da sempre: Hollywood, Beverly Hills, Melrose, Rodeo Drive…
Entri in città e mille luci, insegne pubblicitarie luccicanti, fiumi di persone che corrono e scorrono ovunque.
Vedi le cose più strane: un tipo con un vecchio parruccone sulla testa che sedeva ad un tavolino del McDonald leggendo un quotidiano e con al suo fianco una bambola gonfiabile tutta truccata.
Il tour della città comincia da un punto panoramico da cui si può ammirare la celebre scritta: “Hollywood” sulla collina. Ci accompagna Susan, una gossip woman di primo ordine: “qui dove Brad Pitt fu scoperto da un talent scout quando lavorava come venditore di polli allo spiedo, qui dove Paris Hilton fu arrestata per guida in stato di ebbrezza”.
Beverly Hills
Entri in questo tranquillo quartiere alberato e ti sembra di essere in un film.
La prima cosa che ti viene in mente è l’omonimo telefilm della nostra adolescenza con Brandon e Brenda ma in realtà è un falso cinematografico visto che è stato girato a Pasadena, non lontano da qui.
Ciò che è vero, reale e tangibile sono le tante ville delle star americane.
Domina la vallata la villa di Spielberg con tanto di piazzola elicottero… Il resto è tutta una serie di ville iper protette e sorvegliate che dall’esterno sembrano abbandonate.
“Qui vive Eddie Murphy, qui Jennifer Aniston, qui Brad Pitt, qui George Clooney, qui Tommy Hilfiger…” Ti fa quasi sorridere vedere che Britney Spears abita di fronte a Justin Timberlake e accanto a Madonna e immagini… ti finisce il caffè e chiedi al vicino?
Ci fermiamo un po’ a Rodeo Drive, quartiere famoso per lo shopping, per poi finire a Melrose oggi vivo più che mai per il gay pride!
Giungiamo al Kodak Theatre, famoso perchè lì avviene la consegna degli oscar… ma attenzione! Cos’è quella folla lì? Un passante disinteressato mi dice pacatamente che c’è solo Jim Carey che sta presentando il suo ultimo film e dopo un po’ eccolo in giacca verde tra i flash dei fotografi a pochi metri da noi!
In metro raggiungiamo facilmente gli Universal Studios.
Quanti films avremo visto che cominciavano con quel celebre logo?
L’interno è un mondo a parte, ci perdiamo tra le vie di Universal Village tra artisti di strada e luci colorate.
La serata termina lungo la “Walk of fame”, quella delle stelle sul marciapiede e dei calchi delle mani delle star hollywoodiane.
Decidiamo di dedicare tutta la mattinata alle celeberrime spiagge californiane, da Venice di Baywatch a Santa Monica fino a Malibu.
Nel pomeriggio ripartiamo alla volta della deliziosa Santa Barbara e nel frattempo spunta anche il sole.
Un porticciolo colorato, un viale alberato pieno di negozi e di giovani ci dà il benvenuto!
"Viaggiare è continua trasformazione, è la metamorfosi del bruco che ogni giorno va a rosicchiare il solito cavolo e poi... per magia si trasforma e vola via come farfalla... e spazia su sentieri e paesi e ovunque trova meraviglia, ovunque trova persone e non gente... Viaggiare ti rallegra l'anima e ti fa tornare persona antica, pellegrino viandante sulle strade di una vita che ignori."
Anonimo
Ecco l’America che mi aspettavo e la incontro a San Francisco.
Un’immensa città piena di mall, gente di ogni tipo per strada, gang di rappers neri, homeless ogni 50 metri, obesi che camminano con grossi panini grassosi, artisti di strada, predicatori…
Qui trascorriamo due giorni come cani sciolti cercando di ammirare quanto più possibile di questa grande città californiana.
Fisherman Wharf con la sua folla di turisti, i suoi ristoranti di pesce e granchi; Chinatown e la sua comunità cinese, più volte ho avuto l’impressione di gironzolare per Hong Kong; Union Square, il cuore della città, il luogo dove si concentrano alberghi di lusso, grandi magazzini, boutique e negozi di vario genere e capolinea della Cable Car, uno spettacolo imperdibile; Castro, fulcro della cultura gay di San Francisco; Golden Gate Bridge, con i suoi possenti pilastri arancioni, sicuramente il simbolo della città. Percorrerlo a piedi in tutta la sua lunghezza di 2,7 km è veramente emozionante poter toccare con mano le colossali misure e godere della vista della città.
Dal molo 33 ci imbarchiamo per l’interessante visita al penitenziario di Alcatraz.
Per 30 anni è stato il carcere più duro degli Stati Uniti, tra gli ospiti più famosi c’è stato addirittura Al Capone. La visita è ben organizzata anche grazie all’ausilio delle audioguide che riescono a valorizzare ancor di più un luogo così particolare e che consiglio fortemente di noleggiare.
L’isola che ospita il penitenziario giace a soli due km dalla terraferma e tranne per una fuga storica è stata sempre considerata inespugnabile.
Questo meraviglioso viaggio volge al termine, con gli occhi ancora sognanti pensi che se abbracci la parete di un canyon senti che respira, se guardi lungo le spaccature delle montagne vedi gli indiani, li senti ululare e la polvere che si scorge in lontananza è sicuramente quella dei loro cavalli che corrono al galoppo, se ti sposti di qualche miglio puoi scorgere Brad Pitt che incontra Thelma & Louise in un fast food prima che le due si lancino dal Death Horse Point. E beep beep? Corre insieme alla nostra macchina inseguito da Willy il coyote. Bambi insieme all’orso Yoghi, Cip e Ciop che giocano tra i nostri piedi… ci sono proprio tutti. E poi succede che l’immaginazione non ti serve più perchè c’è Jim Carey che ti saluta dall’altro lato della strada e passeggiando arrivi a casa di Brad Pitt.
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)