Capitale:
Kigali
Moneta:
Franco Rwandese
Periodo migliore:
da Gennaio a Marzo e da Giugno a Ottobre
In una parola:
Hakuna matata (nessun problema)
Vaccini:
Consigliati Antitifica, Profilassi Antimalarica e per l’Epatite A. In ogni caso informarsi presso l’ufficio di igiene provinciale o il proprio medico
Esperienze da vivere:
Incontro con gli ultimi gorilla silverback; Commuoversi presso il Museo del Genocidio; Passeggiare per i pulitissimi viali di Kigali
In questa grande avventura abbiamo noleggiato un vecchio truck 4×4 militare, modificato per il trasporto, spartano, di avventurieri a Nairobi, Kenya e quasi un mese dopo, l’abbiamo riconsegnato nella stessa città dopo aver percorso più di 4000 km attorno al Lago Vittoria.
Dormiremo quasi tutte le notti in tenda nei più leggendari parchi nazionali dell’Africa Orientale, cucineremo utilizzando la nostra cucina da campeggio. Entreremo a contatto con la cultura Masai del Kenya e Tanzania; ci inoltreremo nella foresta detta “impenetrabile” del Bwindi National Park, Uganda, alla scoperta degli ultimi gorilla silverback; ci commuoveremo nel Museo del Genocidio di Kigali, Rwanda fino a rituffarci nuovamente nella vita della savana africana con il nostro goffo camion verso parchi quali Serengeti o Ngorongoro, Tanzania…
Naturalmente questa non pretende di essere una guida di viaggio ma semplicemente il racconto di una grande avventura in Africa!
Ecco la parte dedicata al piccolo Rwanda!
Ore 6.00. Buio pesto. A bordo di due jeep ci arrampichiamo per raggiungere il Bwindi National Park e la “Foresta Impenetrabile”. La strada è in pessime condizioni e le due ore di viaggio sono alquanto faticose. Oggi è la grande giornata dedicata alla scoperta dei gorilla silverback: questi grandi mammiferi in via di estinzione.
Rapido briefing con i rangers e partiamo con i cercatori di tracce verso questa nuova avventura.
Seguiamo sentieri scavati nella fitta boscaglia pluviale, il percorso è intenso; camminiamo per circa un’ora quando il ranger riceve una chiamata radio dai cercatori di tracce che ci precedono…
Tra quaranta minuti dovremmo incontrare la famiglia di gorilla Silverback.
Ci inerpichiamo attraverso un piccolo sentiero appena ricavato a colpi di machete. Ci aiutiamo aggrappandoci a liane o cespugli fino a che, all’improvviso, sentiamo dei rumori provenire dalla sommità di un albero. Ci fermiamo in religioso silenzio, guardiamo su e intravediamo il piccolo di gorilla che teneramente si fa strada da un ramo all’altro. Buffamente, dopo aver mangiato qualche foglia, cade dall’albero!
Il verso gutturale di un grosso Silverback si fa sempre più vicino. Eccolo, un esemplare adulto dalla schiena argentea dinanzi ai nostri occhi stupiti, a solo due metri da noi.
Si accomoda, mangia qualche rametto e si tuffa nell’ignoto della foresta impenetrabile…
I rangers ci guardano, capiscono che vogliamo seguirlo… comincia la vera avventura…
Loro tagliano tutto ciò che si para dinanzi il proprio cammino con i forti machete, noi li seguiamo come meglio possiamo, sprofondando senza manco vedere dove, giù col sedere su foglie, rami, tronchi viscidi, il fango è ovunque ed ad un certo punto, per non cadere mi aggrappo ad un ramo… peccato che fosse pieno di spine nere e durissime che si conficcano profondamente nella mia mano.
La frontiera Uganda-Rwanda è immersa nella nebbia, c’è solo una sbarra che indica i nomi delle due nazioni con un poliziotto annoiato che osserva le poche persone che transitano… noi, col nostro grande truck, destiamo tanta curiosità.
Le formalità doganali sono rapide ed in pochi minuti usciamo dall’Uganda per attraversare la piccola zona di nessuno a piedi. Welcome to Rwanda.
Il paesaggio muta completamente. Chi se l’aspettava così il Rwanda?
Strade ben asfaltate, prati verdi ben curati, casupole in cemento..
Raggiungiamo presto la capitale: Kigali.
Pranziamo lungo la strada, in una baracca, con delle patate al forno e samosa prima di arrivare al gate del “Genocide Memorial”.
Credevo che dopo Auschwitz e Phnom Penh avessi metabolizzato situazioni assurde, senza senso e da condannare… ma non è stato così.
Il museo comincia con una presentazione storico-politica del Rwanda, dall’avvento dei Belgi fino al sanguinoso genocidio degli Hutu e Tutsi, passando per una mostra dedicata ai bambini fino ai massacri dell’ultimo secolo nel mondo.
La pazzia, la stupidità dell’uomo non ha rivali.
Ho letto, guardato filmati e ascoltato testimonianze dirette raccapriccianti; persone uccise, famiglie sterminate da amici, da vicini di casa, colleghi di lavoro o compagni di scuola solo perché di un’altra etnia.
Com’è possibile che il mondo sia rimasto ancora una volta a guardare?
Mi meravigliavo pensando che la strage cambogiana fosse accaduta nel 1979… ma qui parliamo del 1990!
Partiamo alla volta di Kibungo, siamo ancora sconvolti e silenziosi… ci avviciniamo alla Tanzania.
In poco tempo siamo già a Rusumu, la frontiera, mentre una cascata d’acqua rossa riempie la scena!
Siamo in Tanzania e il paesaggio cambia completamente di nuovo… solo capanne misere sparute, bambini scalzi su strade disastrate…
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Bangladesh Capitale:Dacca Moneta:Taka Periodo migliore: L’inverno (da novembre a febbraio)
2 Responses
Wow, best experience! The more you travel the you experience!
Joseph!
Thanks Joseph, really kind of you